Il presidente dell’Ivass: «La volatilità dell’indice di solvibilità delle imprese del vita registrata nei primi mesi del 2023 richiede una riflessione da parte degli organi aziendali sull’opportunità che siano definite soglie di attenzione tali da anticipare l’attivazione di misure correttive; non mancheremo di spronare ulteriormente il mercato in questa direzione».
Nelle sue ultime considerazioni riferite all’attività dell’Ivass nel 2022, il presidente dell’istituto di vigilanza, Luigi Federico Signorini, si è soffermato, fra l’altro, sull’indice di solvibilità delle compagnie vigilate e sull’incidenza del settore vita.
Alla fine del 2022, ha sottolineato il presidente dell’Ivass, l’indice di solvibilità per la media del sistema «era sceso al 246%, un valore inferiore di circa cinque punti rispetto a un anno prima, ma tuttora elevato e in linea con la media europea». La diminuzione è dovuta al comparto vita, sul quale ha pesato «un significativo aumento del requisito connesso al rischio di estinzione anticipata dei contratti». Per le compagnie specializzate in questo settore, ha osservato Signorini, l’indicatore «è diminuito in media di oltre 25 punti, a poco più del 200%; per le altre (danni e “multiramo”) non vi sono state, in media, diminuzioni».
La volatilità dell’indice di solvibilità delle imprese del comparto vita registrata nei primi mesi del 2023, ha aggiunto Signorini, «richiede una riflessione da parte degli organi aziendali sull’opportunità che siano definite soglie di attenzione tali da anticipare l’attivazione di misure correttive; non mancheremo di spronare ulteriormente il mercato in questa direzione. Ci aspettiamo che le compagnie rivedano, in termini prospettici e strutturali, il presidio sul rischio di liquidità, sia nella fase del disegno dei prodotti, sia nelle pratiche di gestione del rischio; che valutino attentamente, già nella fase di redazione dei principi guida del rischio di sottoscrizione, le possibili implicazioni legate ai rischi di liquidità delle polizze. Passività meno liquide offrono scelte di investimento a medio e a lungo termine potenzialmente più profittevoli anche per i risparmiatori inclini a detenere attività stabili».
Proprio con riferimento al comparto vita, il presidente dell’Ivass ha ricordato come i profitti si siano ridotti «considerevolmente. Per la prima volta da dieci anni la gestione vita ha chiuso complessivamente in perdita».
Le compagnie più esposte alle dinamiche dei tassi e dei riscatti sono state oggetto di un’intensa azione di vigilanza. «Le imprese interessate», ha comunque evidenziato Signorini, «hanno intrapreso iniziative per gestire gli effetti delle mutate condizioni di mercato. Sono stati pianificati, e in molti casi già attuati, interventi per migliorare la posizione di solvibilità (rafforzamenti patrimoniali, ricorso alla riassicurazione) e per far fronte ad eventuali tensioni di liquidità (aperture di linee di credito, vendita di attivi). Dove necessario abbiamo chiesto espressamente di rinunciare alla distribuzione di dividendi. Nel complesso i rischi appaiono adeguatamente presidiati. Poiché l’andamento futuro dei tassi non può che essere incerto, l’attenzione delle compagnie deve rimanere alta».
Fabio Sgroi
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