Lo Sna ha inviato oggi una lettera al titolare del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Dopo aver ascoltato la risposta del sottosegretario Massimo Bitonci all’interrogazione dei parlamentari Andrea De Bertoldi e Tommaso Foti, in merito all’articolo 132/bis del Codice delle Assicurazioni e al Regolamento Ivass 51 (Preventivatore obbligatorio Rc auto), nel corso della seduta n. 111 della Camera dei Deputati, lo Sna ha inviato oggi una lettera ad Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy.
Nella missiva, Claudio Demozzi, presidente dello Sna, fa riferimento alla risposta di Bitonci, che «ci ha lasciati delusi, amareggiati, certamente insoddisfatti».
Da mesi, ha aggiunto Demozzi, «manifestiamo all’Ivass e al Ministero tutte le nostre perplessità in ordine ai contenuti e all’applicabilità (o sarebbe meglio dire all’inapplicabilità) delle procedure obbligatorie previste dal regolatore delle assicurazioni. Analoghe osservazioni sono state inoltrate dall’Ania e da alcune associazioni dei consumatori. Ne deriva che in pratica tutti i soggetti destinatari delle norme contenute nel citato Regolamento Ivass n. 51 ne hanno dichiarato l’inadeguatezza. Per il sottosegretario Bitonci l’Ivass avrebbe dichiarato di aver accolto le nostre istanze e di aver quindi modificato l’impostazione originaria del Regolamento. Con questa affermazione si dà l’errata impressione che le criticità e l’inapplicabilità del Regolamento siano stati superati, impressione smentita dai fatti visto che gli agenti assicurativi italiani, di fronte ad obblighi che non hanno eguali in Europa, sono in sciopero (disobbedienza civile) ormai da tre mesi, dopo essersi autodenunciati all’Ivass, al Ministero e ai cittadini».
Per Demozzi, «a questo punto dobbiamo rammaricarci per l’inconsistenza delle risposte fornite in aula dal rappresentante del Governo circa le gravissime criticità da noi più volte esposte». E ancora: «Ci saremmo aspettati ben altro atteggiamento da parte del Governo, anche in considerazione del fatto che gli agenti assicurativi, microimprese messe a rischio di sopravvivenza a seguito dell’emanazione di norme che non tengono conto di una reale ed approfondita analisi di impatto regolamentare, sono più di 20.000, con quasi 40.000 lavoratori dipendenti e circa 200.000 collaboratori ausiliari».
La protesta degli agenti «prosegue nella forma della disobbedienza civile, stante l’impossibilità pratica (e tecnica) di adempiere alle nuove norme obbligatorie volute dall’Ivass», ha sottolineato Demozzi. «In mancanza di un reale interessamento da parte degli organi preposti, ci vedremo costretti a mettere in atto altre forme di sensibilizzazione coinvolgendo altresì l’opinione pubblica, cioè i nostri clienti che, beneficiari principali delle norme in parola, hanno già dimostrato di condividere le nostre posizioni sottoscrivendo a migliaia la nostra denuncia-protesta».
Lo Sna si dice «certo» di poter contare sul «personale interessamento» del ministro «per sbloccare l’incresciosa situazione».
Fabio Sgroi
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