All’ultimo roadshow dedicato alla rete agenziale, l’amministratore delegato della compagnia, Agostino Ferrara, ha fatto un bilancio a un anno dall’operazione di acquisizione di Aviva Italia.
Continuità e sviluppo. Era questa la strategia di integrazione su cui aveva puntato Allianz Italia una volta acquisita Aviva Italia. Dare continuità, in sostanza, senza particolari stravolgimenti. Anzi, laddove possibile arricchendo e andando a completare l’offerta.
È trascorso un anno dall’operazione di acquisizione e il recente roadshow di fine settembre scorso (quattro tappe in tutto), dal titolo Noi siamo Allianz Viva, ha rappresentato l’occasione giusta per fare un bilancio.
«Questi 12 mesi sono stati intensi per gli agenti, ma anche per noi», ha ricordato Agostino Ferrara, amministratore delegato di Allianz Viva. «Un anno fa firmavamo il closing e ci preparavamo a un’integrazione definita, da alcuni, “anomala”. Secondo noi la modalità di integrare una compagnia così diversa come Aviva Italia all’interno del mondo Allianz è stata particolarmente creativa e anche un po’ geniale. L’obiettivo è stato ed è quello di trovare il meglio da entrambe le parti; da qui la decisione di tenere “separata” l’attività della rete e della compagnia dal resto delle entità presenti nel gruppo Allianz». E la più grande soddisfazione per compagnia e agenti, ha continuato Ferrara, «è che l’anno scorso avevamo prospettato una strategia di integrazione che facesse leva su “continuità e sviluppo”. Ebbene, stiamo proseguendo in questa direzione insieme. Non posso che essere contento di ciò».
RELAZIONE COMPAGNIA – AGENTI – In Aviva il rapporto tra mandante e agenti era di piena collaborazione. I vertici di Allianz Viva non l’hanno modificato. E lo stesso AD ha spiegato perché. «A marzo del 2021, quando abbiamo cominciato questo percorso, abbiamo chiesto a Pierangelo Colombo, presidente del Gruppo Agenti Aviva (oggi Gruppo Agenti Allianz Viva, ndr) quali fossero i punti fermi di Aviva da non modificare. La risposta è stata: “il modello di servizio e l’attenzione verso la rete”. Lo abbiamo ascoltato. Ritengo oggi che una delle unicità di Allianz Viva sia la capacità degli assuntori in particolare, ma anche della direzione commerciale, di avere un rapporto personale con tutta la rete agenziale. Non solo abbiamo mantenuto lo stesso modello di servizio verso la rete, ma abbiamo valorizzato tutte quelle professionalità che erano presenti in Aviva Italia e che oggi con me guidano questa compagnia. Sono loro i veri artefici del successo», ha sottolineato Ferrara.

È stata mantenuta anche la strategia di prodotto. «Non abbiamo cambiato i prodotti di Aviva, definiti dagli agenti i loro punti di forza. Anzi li abbiamo integrati e li integreremo sempre di più. Il vero obiettivo è contare su tutte quelle eccellenze che hanno fatto crescere e che hanno decretato il successo di Aviva in Italia. Oggi gli agenti hanno a disposizione un marchio potentissimo come quello di Allianz e stiamo cercando di far conoscere e veicolare anche quello di Allianz Viva. Questo ha portato, anche in coerenza con le nostre aspettative, a un miglioramento della profittabilità che è un aspetto fondamentale per garantire la continuità di questa avventura».
MOTOR E NON MOTOR – L’amministratore delegato di Allianz Viva ha parlato anche di business, rimarcando come sia prioritario lo sviluppo del non motor. «In questo settore gli agenti hanno fatto benissimo l’anno scorso e ci aspettiamo molto anche nel 2022. Certo, il contesto non è semplice vista l’inflazione, l’incertezza dei mercati finanziari e l’instabilità geopolitica. Compagnia e agenti devono impegnarsi insieme per cercare di trovare le migliori soluzioni per i clienti per aiutarli in questa fase».
E il motor? Per Ferrara «senza dubbio è un mercato difficilissimo da prevedere. I premi continuano a decrescere, la frequenza sale, il costo medio dei sinistri aumenta e la concorrenza è agguerrita. Una delle leve fondamentali è sicuramente la canalizzazione dei sinistri. Su questo punto abbiamo investito tanto, ora tocca agli agenti».
MATRIX – Naturalmente, come in tutte le operazioni di acquisizione, non sono solo rose e fiori. Il cambio di sistema informatico quasi sempre porta a delle problematiche. «L’integrazione della ex rete Aviva con Matrix, l’ecosistema digitale sviluppato da Allianz per la propria rete, non è stata e non è semplice. Del resto non c’è un cambio di sistema informatico che non sia fonte di sofferenza per una rete. Personalmente ne ho vissuti tanti, come anche gli agenti ex Aviva, ma posso affermare che le cose sono andate comunque bene», ha affermato Ferrara. «Insieme alla rappresentanza degli agenti abbiamo seguito un approccio particolarmente delicato. Sul motor la questione è ancora aperta (utilizzo sia di Matrix, sia di Pass), mentre sul non motor la situazione è direi chiusa e molto positiva. Matrix è importante perché consente di affrontare in modo molto più consapevole la sfida del futuro. Mi riferisco al fatto che rende possibile alcune operazioni che rispondono ai nuovi bisogni e abitudini dei consumatori. Penso per esempio all’Otp, esteso anche alle persone giuridiche, e alla possibilità (a breve) di far pagare il premio al cliente con il Virtual Pos in agenzia».
Fabio Sgroi
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