Dal rapporto “Safety & Shipping Review 2022” di Allianz Global Corporate & Specialty SE (Agcs) emerge che lo scorso anno ci sono state 54 perdite totali di navi a livello mondiale, rispetto alle 65 dell’anno precedente. In dieci anni, il calo è stato del 57% (127 nel 2012), mentre nei primi anni Novanta la flotta mondiale perdeva più di 200 navi all’anno.
L’anno scorso il settore dell’industria marittima internazionale (che rappresenta circa il 90% del commercio mondiale) ha mantenuto il suo trend positivo in materia di sicurezza a lungo termine, ma il conflitto ucraino, il crescente numero di problematiche dai costi importanti che coinvolgono le grandi navi, le sfide per gli equipaggi e la congestione dei porti derivante proprio dall’incremento del trasporto marittimo, insieme alla gestione degli obiettivi di decarbonizzazione, «non lasciano spazio alla tranquillità». È quanto emerge dal Safety & Shipping Review 2022, lo studio annuale di Allianz Global Corporate & Specialty SE (Agcs) che analizza le perdite e i sinistri (incidenti) di navigazione segnalati per navi oltre le 100 tonnellate lorde.
Nel 2021 sono state riportate 54 perdite totali di navi a livello mondiale, rispetto alle 65 dell’anno precedente. In dieci anni, il calo è stato del 57% (127 nel 2012), mentre durante i primi anni Novanta la flotta mondiale perdeva più di 200 navi all’anno.
C’è da sottolineare il fatto che oggi esistono circa 130.000 navi nella flotta mondiale rispetto alle circa 80.000 di 30 anni fa. Questo progresso «riflette la maggiore attenzione alle misure di protezione attraverso programmi di formazione e sicurezza, il miglioramento del design delle navi, la tecnologia e la regolamentazione».
Secondo il rapporto di Agcs si sono verificate quasi 900 perdite totali negli ultimi dieci anni (892). La regione marittima della Cina meridionale, Indocina, Indonesia e Filippine è la zona dove se ne registrano di più, con una su cinque nel 2021 (12) e una su quattro nell’ultimo decennio (225), «conseguenza dell’alta concentrazione di commercio in quelle aree, porti congestionati, flotte più vecchie e condizioni meteorologiche estreme». A livello mondiale, le navi da carico (27) rappresentano la metà delle navi perse nell’ultimo anno e il 40% nell’ultimo decennio. Il naufragio (affondamento/sommersione) è stata la causa principale delle perdite totali nell’ultimo anno, pari al 60% (32).
Mentre le perdite totali sono diminuite nell’ultimo anno, il numero di incidenti di navigazione segnalati è aumentato e le isole britanniche ne hanno registrato la maggior parte (668 su 3.000). I danni ai macchinari hanno rappresentato più di un incidente su tre a livello globale (1.311), seguiti da collisioni (222) e incendi (178), con un aumento del numero di questi ultimi di quasi il 10%. (fs)
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