È quanto emerso dall’ultimo Stress Test dell’Eiopa.
Sono stati resi noti i risultati dell’ultimo Stress Test (che aveva l’obiettivo di “valutare i profili di vulnerabilità e resilienza del settore assicurativo al realizzarsi di scenari avversi, al fine di alimentare le riflessioni sulle misure preventive e le azioni correttive che possono essere intraprese per mitigare le eventuali vulnerabilità”) condotto dall’Eiopa (l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), in collaborazione con le autorità nazionali di vigilanza,
L’esercizio, svolto con riferimento alla situazione al 31 dicembre 2020, ha coinvolto 44 assicuratori europei (43 gruppi e un’impresa, appartenenti a 20 Stati membri), in rappresentanza all’incirca del 75% degli attivi del mercato europeo.
L’esercizio ha valutato l’impatto degli shock istantanei sul bilancio di solvibilità delle entità assicurative e, per la prima volta, sulla loro posizione di liquidità. Lo scenario ha previsto, per la parte finanziaria, “un abbassamento dei tassi di interesse con un concorrente marcato deterioramento dei mercati azionari, immobiliari e di credito unitamente a shock di natura assicurativa (maggior frequenza di riscatti, innalzamento temporaneo della mortalità nei portafogli vita, aumento di frequenza e severità dei sinistri nel comparto danni)”.
Il verificarsi dello scenario avverso ipotizzato provocherebbe una “riduzione significativa della posizione patrimoniale del settore assicurativo europeo, che comunque a livello aggregato rimarrebbe “solvibile”, con un indice di solvibilità superiore al 100%”.
Per l’Italia hanno partecipato all’esercizio europeo i 4 gruppi coinvolti nel 2018, che rappresentano più dell’80% del mercato italiano: Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo Vita, Poste Vita e Unipol Gruppo. Al pari dei precedenti esercizi, l’Ivass ha esteso lo stress test ad altri 8 assicuratori nazionali, con attivi superiori ai 2 miliardi di euro, al fine di “valutare in maniera più completa la resilienza del sistema assicurativo nazionale”.
I risultati dell’esercizio per il complesso dei 12 assicuratori italiani sono stati “in linea con quelli del campione europeo e indicano che il mercato italiano rimarrebbe solvibile anche in presenza di shock particolarmente severi”. In particolare, “senza l’attivazione di reactive management actions (Rma), l’indice di solvibilità italiano aggregato diminuirebbe di 127 punti percentuali, passando dal 228% al 101%. Con l’attivazione delle Rma l’indice medio di solvibilità si ridurrebbe in misura inferiore passando dal 228% al 116%”. (fs)
© RIPRODUZIONE RISERVATA