lunedì 08 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

ANTITRUST: NESSUNA ISTRUTTORIA SULL’ACQUISIZIONE DI DEUTSCHE BANK FINANCIAL ADVISORS DA PARTE DI ZURICH INSURANCE COMPANY

L’Authority ha ritenuto che l’operazione «non sia idonea a determinare alterazioni significative nella struttura concorrenziale dei mercati interessati».

 

L’Antitrust ha deliberato di non avviare alcuna istruttoria in merito all’operazione di acquisizione di DB Financial Advisors di Deutsche Bank da parte di Zurich Insurance Company Ltd.

Il ramo di azienda di Deutsche Bank interessato all’operazione opera attraverso oltre 1.000 consulenti finanziari e oltre 130 centri di investimento in tutta Italia, con un focus sulle regioni del nord e del centro. In particolare offre il servizio di consulenza in materia di investimenti e distribuisce e colloca prodotti di investimento, assicurativi e di previdenza complementare, sia di Deutsche Bank spa, sia di terzi, a circa 150.000 clienti (privati e imprese). Il ramo di azienda offre anche servizi bancari, come servizi di deposito, di conto corrente e servizi di custodia.

L’operazione sarà realizzata attraverso la costituzione di una nuova società in forma di società per azioni interamente controllata da Zurich Insurance Company, per la quale verrà anche richiesta apposita autorizzazione alla Banca d’Italia per lo svolgimento dell’attività bancaria. L’operazione è finalizzata al rafforzamento di Zurich Insurance Company sul territorio italiano attraverso il potenziamento della rete di distribuzione esistente e l’ampliamento dell’offerta di servizi e prodotti alla clientela.

Le parti hanno inoltre sottoscritto un patto di non concorrenza, in base al quale Deutsche Bank si impegna, con riferimento al territorio italiano e per un periodo di 24 mesi, a non offrire il servizio di consulenza in materia di investimenti e servizi di distribuzione e collocamento dei prodotti di investimento attualmente offerti tramite il ramo di azienda oggetto di acquisizione da parte di Zurich Insurance Company.

L’operazione, ha fatto presente l’Antitrust, riguarda il settore della prestazione di servizi di consulenza in materia di investimenti, quello del risparmio gestito (distribuzione e collocamento di prodotti di investimento) e quello della distribuzione di prodotti assicurativi e di previdenza integrativa.

Entrando più nel dettaglio, i mercati del prodotto nei quali opera il ramo d’azienda in via di acquisizione sono: mercato del servizio di consulenza in materia di investimenti; distribuzione di fondi comuni di investimento mobiliare; distribuzione di servizi di gestione su base individuale di patrimoni mobiliari e in fondi; distribuzione di prodotti della previdenza complementare; distribuzione di polizze assicurative per i rami vita; raccolta bancaria; risparmio amministrato.

Rispetto a questi mercati, l’Antitrust ha preliminarmente considerato che il Gruppo Zurich in Italia è attivo solo nel mercato della distribuzione di prodotti della previdenza complementare e in quello della distribuzione di polizze assicurative per i rami vita, e che il ramo di azienda di Deutsche Bank già attualmente distribuisce quasi esclusivamente prodotti del Gruppo Zurich. «Pertanto, anche su tali mercati la quota detenuta dal Gruppo Zurich non si modificherà sostanzialmente a seguito della presente operazione», ha sottolineato l’Antitrust.

Con particolare riferimento al mercato della distribuzione di polizze assicurative per i rami vita, «l’operazione in esame non determinerà un incremento apprezzabile della quota di mercato di Zurich in quanto tale società acquisirà la proprietà di una rete distributiva, quella del ramo di azienda di Deutsche Bank, che già attualmente colloca quasi esclusivamente prodotti assicurativi del Gruppo Zurich. In ogni caso, secondo i dati forniti dalle parti, la quota detenuta dal Gruppo Zurich a livello provinciale sarà ovunque inferiore al 5% tranne che nelle province di Cremona, Cuneo e Siena, dove si attesterà tra il 5% e il 10% e solo nella provincia di Milano supererà il 10%-15%».

L’Antitrust (come anche l’Ivass in precedenza), quindi, ha ritenuto che l’operazione «non sia idonea a determinare alterazioni significative nella struttura concorrenziale dei mercati interessati».

Fabio Sgroi

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