venerdì 17 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

SETTORE ASSICURATIVO: «C’E’ IL RISCHIO CHE VENGA COLONIZZATO DA PLAYER STRANIERI»

È quanto afferma Simone Ranucci Brandimarte, presidente e fondatore di Italian Insurtech Association: «Generare sinergie tra la filiera assicurativa e i produttori di innovazione, ossia le start up, è il solo modo per il mercato insurtech italiano di resistere alla concorrenza estera», dice.

 

Simone Ranucci Brandimarte

Gli investimenti in Italia nel settore insurtech? «Sono abbondantemente insufficienti per contrastare la competizione di grandi fondi e player assicurativi internazionali, che guardano con sempre maggior interesse al mercato italiano». È quanto emerge da una recente analisi di Italian Insurtech Association (Iia), dopo la chiusura del primo semestre del 2021, in cui si è visto «un record di investimenti in tutto il settore del fintech, rispetto al primato del 2019, con una raccolta di capitale pari a 10,4 miliardi».

Gli investimenti nell’insurtech a livello europeo nei primi mesi del 2021, ha fatto notare Iia, sono ammontati a 1,8 miliardi con 34 round superiori ai 2 milioni, di cui solo 0,4 milioni di euro in Italia. «Un divario che non è più tra Europa e resto del mondo, com’era fino a 6 mesi fa, ma tra Italia e Europa/resto del mondo», ha osservato l’associazione. In Italia «non solo il settore dell’insurtech vede minori investimenti, ma si scontra più in generale con la scarsa capacità di digitalizzare il settore assicurativo nel suo complesso». E di fronte a grossi round di raccolta nei mercati europei fuori dal nostro Paese «cresce notevolmente il rischio che il settore assicurativo venga colonizzato da player stranieri».

Per Simone Ranucci Brandimarte, presidente e fondatore di Italian Insurtech Association, «il rischio di una colonizzazione del mercato, un avvenimento che da tempo l’associazione sta annunciando, è quanto mai realistico a fronte di investimenti da parte del settore assicurativo in Italia nel digitale di 50 milioni contro i 550 milioni nel mondo. L’Italia è purtroppo un Paese dove si investe poco in innovazione, neanche un miliardo viene allocato in startup. Generare sinergie tra la filiera assicurativa e i produttori di innovazione, ossia le start up, è il solo modo per il mercato insurtech italiano di resistere alla concorrenza straniera. Dobbiamo favorire la creazione di competenze digitali in questo settore, attraverso corsi di base gratuiti e realizzando un progetto di rinascimento digitale che sia inclusivo e diffuso su tutta la filiera». (fs)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA