Non solo problematiche legate ai contratti assicurativi (polizze dormienti in testa), ma anche ipotesi di reato integrate da condotte illecite genericamente riferite a falsificazione della documentazione assicurativa posta in essere da soggetti non dipendenti del gruppo.
Nel corso del 2020, le cause civili passive pendenti nei confronti della capogruppo Poste Vita hanno riguardato principalmente problematiche direttamente o indirettamente legate ai contratti assicurativi.
In particolare, la maggior parte delle vertenze hanno riguardato problematiche inerenti alle cosiddette “polizze dormienti”, mentre il restante contenzioso, in linea generale, ha toccato questioni relative al mancato pagamento di polizze per incompletezza della pratica di liquidazione, conflitti tra beneficiari in ambito successorio, con problematiche relative alle liquidazioni.
Il gruppo Poste Vita ha segnalato, inoltre, l’incremento di procedure concorsuali in capo a datori di lavoro per omesso versamento di contributi volontari e obbligatori (Tfr) in favore di aderenti al Piano individuale pensionistico Postaprevidenza Valore e in relazione ai quali, Poste Vita, si è costituita al fine di procedere con il recupero delle relative somme, supportandone i relativi costi.
Infine è stato evidenziato un numero crescente di procedure esecutive che hanno visto coinvolta Poste Vita quale soggetto terzo pignorato anche in relazione a somme dovute agli assicurati.
I procedimenti di natura penale attivati dalla capogruppo Poste Vita hanno invece riguardato, in linea di massima, ipotesi di reato integrate da condotte illecite genericamente riferite a falsificazione della documentazione assicurativa posta in essere da terzi e in ogni caso da soggetti non dipendenti della compagnia.
A questo proposito, Poste Vita ha segnalato alcuni casi di frode avvenuti nel 2019 e nel 2020 relativi a liquidazioni di polizze vita corredate da documentazione falsificata e inviate direttamente alla compagnia, in conseguenza delle quali sono stati disposti pagamenti delle prestazioni assicurative a soggetti che si sono rivelati non legittimati per un valore complessivo di 2,3 milioni di euro. La compagnia, a fine marzo scorso, ha provveduto a riattivare una buona parte delle posizioni in questione per un valore pari complessivamente a 1,3 milioni di euro.
Un altro filone fraudolento segnalato dalla compagnia è stato riscontrato nell’area del palermitano, venuto alla luce a seguito di alcuni accertamenti da parte della Questura di Palermo su diverse richieste di liquidazione di polizze Tcm a fronte di sinistri tutti contraddistinti da elementi di sospetto ricorrenti. La compagnia, in questo caso, si è attivata con il deposito di una denuncia.
Per quanto concerne le vertenze avviate nei confronti della controllata Poste Assicura, queste hanno riguardato principalmente contestazioni inerenti la liquidazione delle prestazioni assicurative relative nella maggior parte dei casi a polizze casa, infortuni e condominio e riguardanti la motivazione di non operatività della garanzia assicurativa e di richieste economiche superiori al valore stimato del danno subito e ai sinistri di dubbia genuinità.
Le posizioni di natura penale hanno riguardato, in linea di massima, ipotesi di reato integrate da condotte illecite genericamente riferite a falsificazione della documentazione assicurativa posta in essere da terzi e in ogni caso da soggetti non dipendenti della compagnia.
Sono stati evidenziati, inoltre, alcuni sinistri seriali su polizze infortuni e casa-capofamiglia, per i quali la compagnia, rinvenendo elementi di frode, si è già attivata con specifiche iniziative. Proprio in questo ambito i segnala un recente filone fraudolento di sospetti falsi sinistri riscontrato nelle zone di Locri, Matera e Barcellona Pozzo di Gotto per i quali la compagnia si è attivata procedendo con il deposito di una denuncia querela all’autorità giudiziaria. (fs)
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