Rispetto all’anno precedente cala il numero delle adesioni; in aumento quello delle posizioni in essere. Cresce anche il numero degli iscritti. E i rendimenti…
Il trend delle adesioni alle forme pensionistiche complementari alla fine del 2020 ha confermato la crescita graduale già osservata negli ultimi anni, anche se a un ritmo decrescente, dal momento che al termine dello scorso anno vi sono state 486.552 nuove adesioni, circa 100.000 adesioni in meno rispetto al 2019.
Il numero delle posizioni in essere, cioè i rapporti di partecipazione complessivamente aperti presso le forme pensionistiche, ha raggiunto alla fine del 2020 i 9,3 milioni, in aumento del 2,5% rispetto all’anno precedente.
Il numero di iscritti (depurando quello delle posizioni dalle adesioni plurime) alla fine del 2020 è risultato pari a 8,4 milioni di soggetti (+2,2% sul 2019). Sempre nel 2020 la quota di iscritti che risultano non aver versato contributi (ha interessato i Pip in misura maggiore rispetto alle altre forme) è stata pari a oltre 2,2 milioni di soggetti.
Entrando nel dettaglio, gli iscritti ai fondi pensione aperti hanno registrato l’aumento maggiore (1.590.319, +4,9%), seguiti dagli iscritti ai fondi negoziali (3.184.463, +2,9%).
I contributi complessivi versati alle forme pensionistiche sono cresciuti del 2,2% rispetto al 2019 a 16,5 miliardi. In particolare, l’incremento è dovuto soprattutto ai fondi pensione aperti, i cui flussi in entrata sono cresciuti di quasi il 6%, e ai fondi negoziali(+2,9%), che hanno registrato l’incremento maggiore in termini assoluti, mentre per le altre tipologie di forma pensionistica gli incrementi sono stati piuttosto contenuti.
Nel 2020, i rendimenti medi delle forme previdenziali hanno beneficiato di un primo periodo caratterizzato da andamenti positivi dei mercati finanziari e successivamente da una breve, ma sensibile, correzione dei corsi dei titoli azionari a seguito del diffondersi della pandemia. A fronte della rivalutazione del Tfr, pari nel 2020 all’1,2%, il rendimento medio delle diverse linee dei fondi negoziali è risultato pari al 3,1%, quello dei fondi aperti del 2,9%, quello delle gestioni separate dei Pip dell’1,4% e sostanzialmente pari a zero quello dei fondi unit-linked dei Pip.
Le risorse destinate alle prestazioni hanno raggiunto circa 198 miliardi, corrispondente al 12% del Pil nominale e al 4,1% del risparmio finanziario delle famiglie, in aumento del 6,7% rispetto al volume relativo alla fine del 2019. (fs)
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