Il Report 2020 del Cesia evidenzia come la norma contenuta nella direttiva europea non apporti nulla di nuovo ai principi di comportamento degli intermediari. Al contrario, si moltiplicano gli adempimenti necessari per poter dimostrare la conformità.
La Product Oversight and Governance (cioè i requisiti organizzativi in materia di governo e controllo del prodotto in capo ai produttori e ai distributori che realizzano qualsiasi tipologia di prodotto assicurativo da vendere ai clienti), come riportato da Tuttointermediari.it in un articolo pubblicato la settimana scorsa, è stato uno dei temi affrontati dal Cesia (Centro studi intermediazione assicurativa) nel corso dell’attività svolta nel 2020. Individuati i punti principali che, secondo lo stesso Cesia, caratterizzano questa parte della direttiva europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi, si è cercato di giungere ad alcune conclusioni.
Secondo quanto riportato nel Report 2020 del Centro studi, i piani su cui la Pog agisce sono «diversi». Su quello del prodotto, «aumenta la responsabilità della compagnia. Senza introdurre l’autorizzazione preventiva alla commercializzazione come negli Stati Uniti, l’Europa intende comunque responsabilizzare maggiormente i produttori». Sul piano della relazione, invece, «si rafforza la necessità dell’intermediario di esplorare ancora di più le esigenze della clientela». Proprio in questo ambito, «crescono le responsabilità dell’intermediario soprattutto qualora decida di offrire contrattualmente una consulenza (scelta tra intermediazione con o senza consulenza) che, peraltro, può assumere diverse forme a responsabilità crescente: semplice, evoluta (prodotti finanziari) o imparziale».
Il Cesia ha fatto notare che se per quanto attiene ai principi di comportamento degli intermediari «non cambia molto rispetto al passato», al contrario gli adempimenti «necessari per poter dimostrare la conformità si moltiplicano». Si tratta, in pratica, «di verificare l’appartenenza del cliente al target market, mantenere una documentazione puntuale che dimostri il rispetto dei “demands and needs”, non procedere alla stipula in caso di rifiuto da parte di cliente di fornire informazioni (si pensi al potenziale conflitto con l’obbligo a contrarre nella Rc auto), assicurare i flussi informativi verso il produttore, rivedere periodicamente la coerenza del prodotto in linea con l’evolversi della situazione del cliente. Ottemperare ai nuovi compiti richiede rilevanti modifiche organizzative».
E i rapporti fra intermediari e compagnie? Per il Cesia «si evolvono», nel senso che «serve maggiore concertazione, maggiore strutturazione dei processi e cresce la responsabilità delle compagnie nel controllo della rete distributiva. In particolare, viene assegnata alle compagnie, con la redazione della relazione sulla distribuzione cui partecipa la funzione compliance, un ruolo che potrebbe apparire come una supplenza nei controlli. Visto che è difficile poter controllare direttamente gli oltre 250.000 intermediari iscritti ai registri, i controlli rafforzati delle imprese potrebbero mitigare il problema».
Inoltre, «se la Pog estende l’applicazione dei principi della Mifid all’assicurazione ed è adatta ai prodotti vita con finalità di investimento, si sposa meno bene con i prodotti danni. È probabile, comunque, che la sua applicazione consenta di raggiungere l’obiettivo di eliminare i prodotti “tossici” per il cliente», ha sottolineato il Cesia.
Fabio Sgroi
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