Sviluppare in modo sostenibile il mercato assicurativo. E’ il messaggio principale emerso dal convegno annuale dell’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni.
Un tavolo di cooperazione tra Aiba, Ania e Confindustria, con l’obiettivo di lavorare assieme alla costruzione di un sistema di gestione integrata del rischio basato sulla prevenzione (lato imprese) e protezione (lato mercato assicurativo), che evolva seguendo i cambiamenti dei rischi e dei bisogni di tutela delle imprese. È la proposta lanciata dall’Aiba, l’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni, in occasione del convegno nazionale (foto sopra) organizzato dalla stessa associazione presieduta da Luca Franzi, che si è svolto mercoledì scorso in modalità on line.
L’evento di quest’anno, intitolato Todo Cambia. I rischi del cambiamento, è stato dedicato all’evoluzione dei rischi e in particolare a quelli legati al cambiamento climatico.
Per l’occasione, Franzi ha presentato i risultati di una ricerca condotta dall’associazione su un campione di 750 Pmi italiane con l’obiettivo di indagare la percezione dei rischi e il livello di fiducia nel sistema assicurativo. Secondo l’indagine, la relazione tra impresa e assicurazioni è caratterizzata «da un livello di fiducia ancora non adeguato e la consapevolezza delle aziende circa l’esposizione ai rischi è scarsa: circa il 40% del campione si ritiene non esposto ai rischi catastrofale e pandemico, quasi il 35% non crede di essere esposto a danni da business interruption e meno del 10% vede nel climate change e nell’aumento di fenomeni metereologici intensi una possibile causa di interruzione dell’attività, nonostante il 91% dei comuni italiani sia a elevato rischio idrogeologico».
All’evento sono intervenuti Riccardo Cesari (Ivass), Maria Bianca Farina e Umberto Guidoni (Ania), Fausto Parente (Eiopa), Federico Di Palma (Confindustria). Piero Gancia, senior partner di McKinsey, ha mappato la sottoassicurazione in Italia: «dei 38 miliardi di euro di premi lordi danni, solo 21,5 miliardi arrivano dai rami “non motor”, un livello di copertura circa il 50% inferiore rispetto ad altri paesi europei, dove i meno assicurati sono proprio le famiglie e le Pmi (per esempio solo il 3% è assicurata per la business interruption). I molti cambiamenti già in corso a livello ambientale, sociale e tecnologico incrementeranno il gap assicurativo sistemico rendendo necessaria un’azione coesa di compagnie, operatori tecnologici, istituzioni e intermediari, volta a favorire la prevenzione e la cultura della gestione del rischio, sia personale che aziendale».
Antonio Grimaldi, partner di McKinsey, ha affrontato la tematica del climate change presentando alcune proiezioni sullo scenario del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla società e l’economia. «Nei prossimi trent’anni, ondate di calore, siccità e alluvioni concorreranno a una riduzione della vivibilità, della produzione aziendale e al danno di proprietà, infrastrutture, e di parte del patrimonio naturale e agricolo, con effetti importanti su diversi settori, in primis turismo e agricoltura».
Fabio Sgroi
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