L’associazione solidale con la serrata di oggi. Il presidente: «Anche noi abbiamo chiesto la traslazione dell’applicazione delle nuove normative, sapendo peraltro del ricorso al Tar. L’Ivass, però, non solo non ci ha ascoltato, ma nemmeno ci ha risposto…».

L’Associazione di categoria brokers di assicurazione e riassicurazione (Acb), attraverso una nota diramata oggi, ha fatto sapere di condividere le motivazioni che hanno determinato, da parte del Sindacato nazionale agenti, la proclamazione di un sciopero per la giornata di oggi. «La situazione di mercato che si è venuta a creare a seguito delle interpretazioni normative emanate dall’Ivass», recita la nota, «crea preoccupazioni per il futuro della categoria; di conseguenza Acb conferma la propria solidarietà all’azione intrapresa dallo Sna e si augura che si possa procedere all’apertura di un tavolo congiunto con l’Ivass per trovare le migliori soluzioni che rispettino le aspettative degli assicurati e degli attori del mercato».
Del resto la posizione di Acb era emersa in maniera chiara anche durante il recente convegno on line organizzato dalla stessa associazione qualche giorno fa, sul tema delle collaborazioni e aggregazioni fra intermediari.
In quella circostanza, Luigi Viganotti, presidente di Acb, non aveva nascosto le proprie perplessità sull’applicazione delle nuove norme (in particolare il Regolamento Ivass 45/2020 e il Provvedimento Ivass 97/2020, entrambi entrati in vigore lo scorso 31 marzo). «Stiamo vivendo questo momento con una fortissima preoccupazione», aveva affermato Viganotti, «perché la confusione che si è creata nell’interpretazione delle nuove norme è evidente. Ci sono problemi non solo dal punto di vista organizzativo, in quanto le nuove norme comportano una organizzazione diversa della società di intermediazione e della sua attività quotidiana, ma soprattutto legati al fatto che molti intermediari non sanno come devono agire e quale comportamento adottare».
Viganotti è stato molto critico con l’istituto di vigilanza soprattutto in merito al fatto che l’intermediario debba segnalare le collaborazioni alla compagnie di assicurazione con le quali opera. «Bisogna chiarire una cosa», ha precisato. «Questo riguarda solo e unicamente il Regolamento Ivass 45/2020, cioè il Regolamento Pog. Quello che è accaduto, invece, è che le compagnie di assicurazione hanno inviato “a tappeto” una miriade di comunicazioni a tutte le società di brokeraggio imponendo, a partire dal primo di aprile 2021, una diversa modalità di comportamento, senza quindi fare assolutamente nessun tipo di distinzione. Pena il ritiro della lettera di collaborazione. Questo ha creato una preoccupazione notevole. Si ha la sensazione che le ultime Faq dell’Ivass abbiano trasformato le compagnie da “controllate” a “controllori”…».
C’è poi la questione legata al significato di consulenza. «Attraverso le recenti Faq, l’istituto di vigilanza ha fatto riferimento a questo aspetto interpretando la consulenza secondo un concetto proprio che a nostro avviso travisa quella che è invece la consulenza prevista dalla Idd, cioe l’advice, che è un’altra cosa, una consulenza personalizzata. Mi viene da chiedere: che cosa scrivo nel nuovo allegato 3? Faccio consulenza o no? Faccio solo demands & needs?».
E c’è anche un terzo aspetto: la registrazione dei colloqui con il cliente. Per Viganotti, «l’Ivass ha interpretato in modo diverso la questione rispetto alla realtà. Noi sapevamo che la registrazione doveva essere effettuata solo in presenza di una vendita a distanza, ma secondo le direttive dell’istituto di vigilanza non sembrerebbe così».
Sulle nuove normative il presidente di Acb ha tirato le orecchie all’istituto di vigilanza: «Anche noi, come lo Sna, abbiamo chiesto la traslazione dell’applicazione delle nuove normative, sapendo peraltro del ricorso al Tar. L’Ivass, però, non solo non ci ha ascoltato, ma nemmeno ci ha risposto…».
Fabio Sgroi
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