Elena Bellizzi, titolare del servizio di vigilanza sulla condotta di mercato dell’istituto di vigilanza: «Non credo che la Pog abbia introdotto chissà quali rivoluzioni. Qui stiamo discutendo di una richiesta da parte della regolamentazione europea di rendere più strutturati e più tracciati certi processi di disegno del prodotto e di distribuzione del prodotto stesso, ma sicuramente nel solco di comportamenti che già dà sempre gli intermediari professionali pongono in essere».

Tutte le principali associazioni di categoria degli intermediari assicurativi (Acb, Aiba, Anapa e Sna) hanno espresso molte perplessità in merito alle ultime normative che riguardano il mondo della intermediazione cosiddetta professionale. Oggetto delle polemiche, in particolare, il Regolamento Ivass 45/2020 e il Provvedimento Ivass 97/2020, entrati in vigore lo scorso 31 marzo.
Sulla questione è intervenuta Elena Bellizzi, titolare del servizio di vigilanza sulla condotta di mercato dell’Ivass, che in occasione dell’ultima presentazione del Report 2020 del Cesia (Centro studi intermediazione assicurativa), qualche giorno fa, ha provato a fare un po’ di chiarezza, spiegando la visione dell’istituto di vigilanza con particolare riferimento all’approccio alla Pog. «Sono consapevole che questi provvedimenti e regolamenti stanno destando forse qualche preoccupazione circa la portata e le ricadute anche organizzative sugli intermediari, ma il messaggio che vorrei dare vuole essere incoraggiante e tranquillizzante», ha esordito Bellizzi. «La nostra struttura ha l’obiettivo di verificare che i comportamenti delle compagnie e dei distributori siano in linea con gli interessi dei clienti. La cura del cliente è nel Dna degli intermediari professionali e di questo siamo consapevoli».
La dirigente dell’Ivass ha riconosciuto come, appunto, gli intermediari professionali siano in contatto ogni giorno con la clientela sul territorio e come la fiducia sia un qualcosa che sta alla base della loro relazione con la clientela. «La Pog (Product Oversight and Governance arrangements, cioè i requisiti organizzativi in materia di governo e controllo del prodotto in capo ai produttori e ai distributori che realizzano qualsiasi tipologia di prodotto assicurativo da vendere ai clienti, ndr), da questo punto di vista, non credo abbia introdotto chissà quali rivoluzioni», ha osservato Bellizzi. «Qui stiamo discutendo di una richiesta da parte della regolamentazione europea di rendere più strutturati e più tracciati certi processi di disegno del prodotto e di distribuzione del prodotto stesso, ma sicuramente nel solco di comportamenti che già dà sempre gli intermediari professionali pongono in essere».
Bellizzi ha approfondito in particolare l’approccio dell’Ivass alla vigilanza sulla Pog del distributore, un approccio «che è sicuramente in linea con quello di Eiopa, perché per noi è importante muoverci secondo delle logiche europee», ha affermato. «Ci tengo a dire che la vigilanza che noi intendiamo attuare sul Pog dell’intermediario è proporzionale e risk – based».
Per proporzionale, ha specificato Bellizzi, si intende una vigilanza che tiene conto della tipologia dell’intermediario, delle sue dimensioni e della tipologia e complessità dei prodotti che vende.
Proprio a proposito della tipologia dell’intermediario, Bellizzi ha precisato che «innanzitutto la distinzione che abbiamo ben presente e rispetto alla quale decliniamo in maniera diversa i nostri controlli è la differenza fra intermediari professionali, cioè agenti e broker, e intermediari cosiddetti “accessori”, quindi tra chi per mestiere ha sempre scelto di fare l’intermediario assicurativo e chi invece si trova a fare questo lavoro in affiancamento a un lavoro principale che è diverso. Quest’anno abbiamo acceso un faro sugli intermediari accessori che sono numerosi e che sono collegati alla grande distribuzione e ai concessionari auto; stiamo parlando di un segmento che a nostro avviso richiede un’attenzione particolare proprio perché si tratta di operatori che di mestiere fanno un’altra cosa».
La distinzione, ha aggiunto Bellizzi, viene fatta anche fra gli intermediari professionali. «Ci attendiamo comportamenti diversi in materia di Pog a seconda che ci troviamo di fronte ad agenti monomandatari, quindi legati a un rapporto in esclusiva rispetto alla compagnia, ad agenti plurimandatari o a broker. E guardiamo con attenzione anche a banche e poste per la loro spinta di penetrazione».
L’Ivass tiene conto anche delle dimensioni dell’intermediario. «Dai grandi, va da sé, ci aspettiamo presìdi più strutturati, mentre da intermediari persone fisiche o da società di piccole e medie dimensioni non pretendiamo lo stesso», ha detto Bellizzi. «Nel caso di un agente monomandatario legato a una compagnia, per esempio, possiamo immaginare una policy Pog che possa essere più leggera. Tariamo, infine, la vigilanza sulla tipologia dei prodotti collocati e sulle modalità di distribuzione, con un occhio particolare per la distribuzione digitale».
Infine, la titolare del servizio di vigilanza sulla condotta di mercato dell’Ivass ha voluto ricordare come l’applicazione della Pog stia generando, a suo dire, una risposta positiva del sistema. «Prima che scoppiasse la pandemia, proprio per capirne di più in materia di Pog, abbiamo voluto verificare sul campo che cosa stesse accadendo conducendo delle visite (non ispezioni) presso vari gruppi assicurativi con reti diverse (bancassurance, agenti monomandatari, reti miste). Ne è venuto fuori uno spaccato molto interessante per noi. È stato importante sentire la voce non solo del produttore, quindi della compagnia, ma anche di chi il prodotto poi lo deve presentare e vendere al cliente. È emerso un quadro interessante con una best practice di una compagnia con una rete di agenti monomandatari che ha coinvolto i suoi agenti nella determinazione delle caratteristiche del prodotto, accogliendo suggerimenti su come rivedere garanzie ed esclusioni, su come semplificare il linguaggio. È proprio la modalità di interazione fra compagnia e rete che noi immaginiamo. Crediamo che questa sia un’evidenza importante perché riflette l’intento all’origine della Pog: una grandissima opportunità per poter contribuire al miglioramento dei prodotti, ascoltando la voce degli intermediari. Il tutto a beneficio degli assicurati».
Fabio Sgroi
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