mercoledì 10 Settembre 2025

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LAZZARO: «DDL CONCORRENZA? AUMENTERA’ I COSTI PER GLI INTERMEDIARI SENZA ALCUN VALORE AGGIUNTO PER IL CLIENTE»

Il vice presidente di Anapa chiama a raccolta tutti gli intermediari per mettere a fattor comune i punti di condivisione del disegno di legge. «Per una volta lasciamo da parte gli elementi di divisione. Ne guadagneremmo tutti», dice.

 

«Se devo interpretare la norma letteralmente, non penso si possa essere in disaccordo sul principio che chi intermedia per più di un’impresa debba mettere a disposizione del consumatore tutte le offerte di cui dispone; diverso è se si ritiene che l’introduzione di questa norma risponderà alle finalità attese dal legislatore». Alessandro Lazzaro (nella foto), vice presidente di Anapa, commenta in questo modo l’articolo 3 (quello che riguarda più da vicino gli intermediari) del Ddl Concorrenza  approvato qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri.

LAZZARO Alessandro 3L’articolo fa riferimento al contratto base che, ricorda Lazzaro, «giace da mesi sui tavoli del Mise… Temo che, ancora una volta, una norma che si presta a interpretazioni ambigue aumenterà i costi per gli intermediari senza alcun valore aggiunto per il cliente. Ma davvero si pensa ancora che un cliente faccia la sua scelta quando è in agenzia o in banca o si è già connesso al sito di una compagnia telefonica e non prima?», si chiede.

Il vice presidente di Anapa, inoltre, non crede che fornire i premi offerti dalle imprese mediante collegamento internet al preventivatore consultabile sul sito internet dell’Ivass e del Ministero dello sviluppo economico sia la migliore strada per dare le giuste informazioni al cliente: «Mi pare una norma che non tiene conto del fatto che, a parte i broker, tutti gli altri intermediari iscritti al Rui, ovvero la stragrande maggioranza, hanno un mandato diretto o indiretto in base alla sezione del Registro cui sono iscritti, con un’impresa; ragion per cui hanno un accesso diretto ai sistemi informatici delle imprese con cui operano. Per quale motivo dovrebbero consultare il Preventivatore Ivass al fine di fornire corretta informazione ai clienti?  Inoltre ritengo non si sia trattato il tema spinoso dei comparatori che invece a mio avviso proprio in questa sede andava normato. Possibile che sia così difficile imporre a chi compara l’obbligo di informare di chi è la proprietà del comparatore e di quali sono i rapporti economici che questi intrattengono con le imprese che propongono? Altrimenti si rafforza la tesi secondo cui le regole si fanno, ma poi si applicano solo agli intermediari e in particolare agli agenti».

Insomma c’è il rischio che ancora una volta si faccia leva solo ed esclusivamente sul prezzo. «Più che un rischio mi pare una certezza», sottolinea Lazzaro. «In un periodo di stagnazione economica il prezzo è una componente certamente importante ma non può essere l’unica, in particolare in un ambito, come quello della Rc auto, che è caratterizzato da tante componenti, tra cui quella del servizio. Abbiamo più volte indicato alcuni elementi, a nostro avviso importanti, che non possono essere trascurati nella valutazione dell’offerta. Cito per esempio la capacità di offrire un adeguato servizio in ambito risarcimento del danno attraverso una presenza capillare sul territorio dell’impresa che presta il servizio stesso; la velocità nella liquidazione dei sinistri e, tema attuale, quello della trasparenza e dei controlli. Si è mai avuto notizia di una verifica ispettiva presso qualche filiale bancaria che commercializza Rc auto? O notizia di verifiche sulle  polizze omaggiate dalle case automobilistiche che dopo il primo anno non possono generare attestati di rischio per i clienti? E allora di quali requisiti parla il legislatore quando si riferisce alla correttezza e alla trasparenza nell’offerta peraltro ribaditi dal Ddl in questione?»

LE ALTRE MISURE DEL DDL CONCORRENZA – Per Lazzaro, «alcune misure paiono condivisibili, anche se è sempre molto difficile tentare di imporre degli sconti per legge, almeno così ci dice la storia di provvedimenti analoghi. In questo senso trovo non più attuale concentrarsi sulla sola classe di merito in quanto non è più, vuoi per gli effetti della Bersani, vuoi perchè la frequenza dei sinistri è crollata negli ultimi anni,  “il parametro principale” su cui concentrarsi, ma soltanto uno dei tanti. Temo pertanto che il mercato, di fronte a una norma impositiva, generi poi dei meccanismi che nei fatti la sterilizzano».

Su alcuni aspetti si può fare qualcosa in più. «Per esempio sul limite temporale per la presentazione della richiesta di risarcimento che altrimenti rischia di stemperare in parte il provvedimento sui testimoni», afferma Lazzaro. «Vedremo poi cosa scaturirà dal dibattito parlamentare in ambito risarcimento del danno non patrimoniale che, insieme a una necessaria riduzione del carico fiscale sulla Rc auto (invece non presente), potrebbero, da soli,  far ottenere la riduzione del costo auspicata dal legislatore. Sono due temi che ci differenziano, in negativo, dai paesi europei che poi vengono sempre presi a parametro in ambito costi. In questo caso punterei all’obbligo, per le imprese, di investire nelle infrastrutture viarie magari detassandone gli utili; penso per esempio che sarebbe importante estendere i tutor su tutto il sistema stradale italiano. Sarebbe un investimento che lo Stato non può sobbarcarsi, ma che deve coinvolgere una parte del sistema economico come sono appunto le imprese di assicurazione, mi sembrerebbe un corretto contrappeso alla riduzione del costo dei sinistri».

COME SI MUOVERA’ ANAPA – «Anapa si mobiliterà in tutte le sedi istituzionali per portare il proprio contributo costruttivo atto a migliorare il provvedimento», sottolinea Lazzaro. «Certo, se per una volta almeno tra gli intermediari si riuscisse a mettere a fattor comune i punti di condivisione più che quelli di divisione, ne guadagneremmo tutti. Noi ci stiamo».

Fabio Sgroi

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