Il rappresentante generale per l’Italia fa il punto sui numeri della compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari. E spiega quali sono i nuovi rischi da cui agenti e broker devono guardarsi…

«Aspiriamo a diventare, anche in Italia, la compagnia di Rc professionale degli intermediari assicurativi attraverso una strategia che punta su una vera e propria partnership con gli assicurati». Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe, non usa giri di parole per fissare quello che è l’obiettivo principale della compagnia.
Si tratta di un mercato, quello della Rc professionale degli intermediari assicurativi, in mano a pochi, anzi a pochissimi. E dunque si punta sempre di più a differenziarsi. Come? Focalizzandosi su formazione e prevenzione e sulla sottoscrizione di accordi di collaborazione. Avendo dalla propria parte un fattore non di poco conto: l’indipendenza. È su questi aspetti che si è concentrata l’attività di Cgpa Europe nel nostro Paese: un percorso ben definito, sin da quando Cgpa Europe S.A. è stata autorizzata a operare in Italia in regime di stabilimento. Era il 21 novembre 2012. Nel frattempo la compagnia è cresciuta e non intende fermarsi. Sapigni, in questa intervista concessa a Tuttointermediari.it, parla non solo dei numeri e dell’attività della compagnia, ma anche dei nuovi rischi che riguardano il mondo dell’intermediazione assicurativa professionale.
Domanda. Che anno è stato quello che si è appena concluso per Cgpa Europe? Quanto ha influito sull’attività della compagnia l’emergenza sanitaria?
Risposta. A oggi, dal punto di vista del business della raccolta premi, non abbiamo riscontrato nessuna incidenza, anche in considerazione del fatto che il premio dell’annualità 2021 viene determinato sulla base del dato relativo al 2020. Ne deriva pertanto che un quadro più chiaro che possa consentire di capire se c’è stata una riduzione dei premi o degli introiti si potrà avere nel 2022, alla luce degli incassi del 2021. Questi ultimi sono la vera incognita, non avendo ancora una percezione definita delle conseguenze del Covid-19 sull’economia del Paese.
 D. Qualche dato relativo al bilancio?
D. Qualche dato relativo al bilancio?
R. Il gruppo Cgpa (che è costituito dalla casa madre, attiva in Francia, e da altre società, fra cui Cgpa Europe, presente in Italia, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Germania e Lussemburgo) fattura oltre 45 milioni di euro di premi annui. La controllata Cgpa Europe, nel corso dell’esercizio 2020, anno di grandissima espansione, ha quasi raddoppiato il fatturato a livello europeo rispetto all’anno precedente. A fine 2019 la ripartizione dei premi vedeva l’Italia, che è stato il primo Paese europeo in cui Cgpa ha iniziato a operare, al primo posto con oltre il 50%. Nel 2020 si è registrata una forte crescita in Irlanda e Regno Unito e un potenziale di sviluppo sempre più accentuato in Germania e Spagna.
D. I sinistri legati alla Rc professionale degli intermediari. Come è andato il 2020?
R. Dal lato prettamente tecnico è stato un anno positivo, in cui il numero dei sinistri è rimasto più o meno invariato. Ciò ha avuto anche dei risvolti ottimi in termini di combined.
D. Il mancato assolvimento dell’obbligo di informazione e consulenza nei confronti dei clienti da parte degli intermediari assicurativi e gli errori amministrativi restano i due motivi che generano la maggioranza delle richieste di risarcimento?
R. Sì, anche se si sta confermando la tendenza che è in atto da qualche anno e cioè si sta andando verso un bilanciamento delle due tipologie di sinistro. Nel dettaglio si sta riducendo la percentuale legata agli errori amministrativi e sta aumentando quella riferita al mancato consiglio.
D. Come mai?
R. L’intermediario assicurativo è un professionista e come per tutti i professionisti (dal medico al notaio, dall’ingegnere al commercialista) sempre più il cliente chiede conto dell’attività da lui svolta. In tutti i principali paesi europei in cui siamo presenti, quelli più avanzati industrialmente e dal punto di vista dello sviluppo assicurativo, la tendenza, peraltro consolidata, è questa: il cliente vuole essere soddisfatto e se non lo è si pone delle domande sull’operato del professionista che lo segue. È un fenomeno che non ci preoccupa: Cgpa Europe, infatti, è convinta di disporre degli strumenti per continuare a difendere gli interessi e la reputazione dei suoi assicurati.
D. Quali sono le altre principali tipologie di sinistro?
R. Ce ne è una che vorrei segnalare e che può avere una magnitudo importante: il fatto doloso del collaboratore. Abbiamo qualche caso di subagenti che truffano i clienti facendo credere loro di stipulare polizze vita, intascando premi anche importanti. Si tratta in verità di casi rari, però quando avvengono sono abbastanza importanti in termini di quantum. C’è anche da dire che l’entrata in vigore, nel 2005, del Codice delle Assicurazioni e della successiva normativa secondaria hanno consentito e consentono all’agente di controllare meglio la sua rete.
 D. In futuro intravvede nuovi rischi per l’intermediario, anche alla luce del Covid-19?
D. In futuro intravvede nuovi rischi per l’intermediario, anche alla luce del Covid-19?
R. Intanto sempre più spesso verrà chiesto conto all’intermediario della bontà, della coerenza, della correttezza e dell’adeguatezza del proprio operato. Ciò significa che questo dovrà essere sempre più pronto a rispondere alle esigenze del cliente, che saranno sempre più attente. Per quanto riguarda i rischi legati al Covid stiamo facendo un monitoraggio delle richieste risarcitorie che pervengono ai nostri assicurati in tutto il territorio europeo e che riguardano il presunto difetto di consulenza e di consiglio, derivanti dal fatto che la maggior parte dei prodotti assicurativi non ha coperto le conseguenze della pandemia. Fino a questo momento, in Italia, non ci è pervenuta alcuna richiesta in questo senso, mentre ne abbiamo ricevute alcune sia in Francia, sia nel Regno Unito.
D. Nello specifico che tipo di richieste sono?
R. Si tratta di generiche messe in mora di clienti che non sono stati indennizzati dal loro assicuratore e che, di conseguenza, si rivolgono all’intermediario colpevole, a loro dire, di non averli informati che il prodotto assicurativo non avrebbe coperto la pandemia. La maggior parte di queste denunce di sinistro si riferiscono a polizze di business interruption, cioè quando un’attività si ferma e l’azienda non può né produrre, né vendere. In tutta Europa la gran parte di queste coperture viene sottoscritta abbinata alla garanzia danni diretti. Nel caso della pandemia non c’è nessun danno diretto all’impresa e quindi manca il presupposto per l’indennizzabilità del danno indiretto. Nei Paesi in cui le polizze business interruption sono molto più diffuse che in Italia (Gran Bretagna e Francia) è in corso un acceso dibattito, nonché una serie di procedimenti giudiziari volti a sancire l’effettiva operatività o meno dei contratti assicurativi in caso di pandemia. È interessante il caso di un ristoratore francese che aveva sottoscritto un prodotto che prevedeva l’indennizzo del danno indiretto anche in caso di “fermo amministrativo”: il lock down è stato considerato tale.
D. Quale è la posizione di Cgpa Europe su questo aspetto?
R. Perché prendersela con l’intermediario se non ci sono prodotti disponibili per assicurarsi contro la pandemia? Un conto è se ci sono e non sono stati proposti, un conto è la mancanza di offerta. Peraltro, in Italia, la polizza che copre la business interruption è pochissimo diffusa. In più siamo certi al 100% che l’imprenditore l’avrebbe sottoscritta?
D. Da quando è sbarcata in Italia, alla fine del 2012, Cgpa Europe si è impegnata molto nella prevenzione e nella formazione degli intermediari. Avete la percezione che in questi ultimi anni sia cresciuta la loro sensibilità e la consapevolezza verso i rischi di Rc professionale?
R. Non solo le attività di prevenzione e formazione fanno parte della nostra strategia e del nostro modello di operare, ma è una richiesta crescente che ci arriva da parte dei nostri clienti, gruppi aziendali agenti e broker. Peraltro si stanno sviluppando attività di partnership con alcuni gruppi agenti che ci hanno chiesto di collaborare con loro alla messa a punto di specifici programmi formativi e di prevenzione presentati e condivisi con la mandante. Per quanto riguarda la formazione, nel 2019 hanno partecipato alle nostre sessioni oltre 2.000 intermediari (soprattutto agenti). Nel 2020 il numero è diminuito perché non è stato possibile effettuare le sessioni formative in presenza, anche se abbiamo comunque organizzato una serie di sessioni a distanza. Anche in collaborazione con alcune imprese mandanti (UnipolSai, Amissima, Cattolica). Questo è un elemento che ci differenzia dai nostri competitor. Dare un valore aggiunto per essere scelti dai nostri assicurati vuol dire anche essere di supporto alla loro attività e anche all’attività della mandante, che vuole avere delle reti il più possibile professionali e orientate alla consulenza. Rispondo quindi alla sua domanda in modo affermativo e aggiungo che è aumentata la consapevolezza nei nostri clienti di essere adeguatamente tutelati. Questo per me è un grande risultato.
D. Il vostro piano formativo proseguirà anche nel 2021? Come si articolerà?
R. Vista la perdurante emergenza sanitaria abbiamo previsto di svolgere l’attività formativa in modalità a distanza almeno per tutto il primo semestre 2021. La formazione riguarderà i gruppi agenti nostri clienti e, come accaduto l’anno scorso, anche quelli che non sono assicurati con noi.
 D. Proseguirete nell’intento di raggiungere anche nel 2021 accordi di collaborazione con i gruppi agenti? Oggi quanti sono e quali sono i gruppi con cui collaborate?
D. Proseguirete nell’intento di raggiungere anche nel 2021 accordi di collaborazione con i gruppi agenti? Oggi quanti sono e quali sono i gruppi con cui collaborate?
R. La risposta alla prima domanda è ovviamente sì. Le rappresentanze agenziali con cui collaboriamo sono queste: Agenti UnipolSai Associati, Gruppo agenti Generali Italia, Associazione agenti imprenditori Servizi Assicurativi (ex Anagina), Gruppo agenti assicurativi Amissima, Gruppo agenti Sara, Gruppo agenti Zurich, Gruppo agenti professionisti Cattolica, Gruppo agenti Milano Allianz, Gruppo agenti Italiana Assicurazioni, Unat – Gruppo agenti – Generali Italia, Unione nazionale intermediari Tua, Gruppo intermediari assicurativi Italiana Assicurazioni, Gruppo aziendale agenti Lloyd Italico, ex Gruppo agenti Fata Assicurazioni, Gruppo agenti Assimoco. Abbiamo partnership anche con l’Associazione agenzie societarie UnipolSai, con varie managing general agency e diversi coverholder.
D. Quanto conta il fatto di essere una compagnia indipendente?
R. Secondo me è un valore aggiunto che sempre di più il mercato sta valorizzando e comprendendo. La mia opinione è chiara: non si può essere assicurati dallo stesso soggetto per conto del quale si svolge l’attività di intermediazione. E questa è una consapevolezza che sta prendendo sempre di più piede, soprattutto nei broker: avere un assicuratore che faccia gli interessi e difenda l’assicurato, senza conflitti di interesse…
D. Per concludere, quali sono gli obiettivi di Cgpa Europe per il 2021?
R. Vogliamo crescere, è nel nostro Dna. Aspiriamo a diventare, anche in Italia, la compagnia di Rc professionale degli intermediari assicurativi attraverso una strategia che punta su una vera e propria partnership con gli assicurati. Siamo un assicuratore unico sul mercato europeo, in quanto fondata e gestita da intermediari di assicurazione, che ha come obiettivo mettere a fattor comune e a disposizione dei nostri clienti le esperienze maturate nei diversi Paesi europei, così da individuare le soluzioni più appropriate a tutela del patrimonio, dell’immagine e della reputazione dei nostri assicurati. Una partnership che sia veramente di prossimità, che vuol dire fare attività di formazione, di prevenzione, di confronto e anche di relazione interpersonale. Il nostro è un settore dove la fiducia è una chiave di volta, ci si fida di un assicuratore se si ha fiducia. E questa si costruisce anche e non solo con un prodotto adeguato, con una gestione di sinistri proattiva e con una serie di attività e iniziative fatte insieme ai nostri clienti (come il Cesia, Centro studi intermediazione assicurativa, e l’Osservatorio europeo degli intermediari assicurativi).
Fabio Sgroi
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