Il presidente dello Sna, a proposito dell’atteggiamento delle imprese per supportare le reti nell’emergenza sanitaria: «Il pagamento anticipato dei rappel già maturati, la postdatazione dell’addebito delle rate di rivalsa comunque dovute e l’anticipo dei rappel futuri non possono essere intesi quali contributi».
«I ristori economici da parte delle imprese nostre mandanti? Sappiamo bene come i contributi elargiti dalle compagnie siano stati, in realtà, delle semplici operazioni di cassa». Claudio Demozzi, presidente dello Sna, in occasione del suo intervento agli Stati Generali degli agenti di qualche settimana fa, ha detto la sua sua criticando l’operato delle compagnie per supportare le reti agenziali nell’emergenza sanitaria.
«Abbiamo più volte contestato alle imprese e all’Ania come il pagamento anticipato dei rappel già maturati, la postdatazione dell’addebito delle rate di rivalsa comunque dovute, l’anticipo (salvo conguaglio) dei rappel futuri, non possano essere intesi quali contributi, perché contributi non sono. La debolezza della contrattazione aziendale (che compete ai gruppi agenti) su questo fronte, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti», ha affermato.
Il presidente del sindacato nazionale agenti ha rimarcato che il calo degli incassi per l’intero mercato si riverbera sulle provvigioni, «sebbene i costi agenziali, nella migliore delle ipotesi, rimangano gli stessi», ha aggiunto. «A oggi, la categoria sopravvive (anche) a questa tempesta, ma le compagnie, che hanno pubblicizzato i loro interventi milionari a favore delle reti agenziali, abbiano il coraggio di ammettere che gli agenti stanno resistendo, facendo leva unicamente sulle loro forze. Abbiano la lealtà di confessare che non hanno investito nulla, che non hanno scommesso un euro sulla resilienza delle reti agenziali», ha tuonato.
Fabio Sgroi
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