Il consigliere dell’Ivass: «La personalizzazione dell’offerta, richiesta dalla Idd, è un’occasione storica per dare servizi di qualità e su misura al tradizionale cliente assicurativo e per orientarlo in una rigogliosa selva di offerte di investimento».
«Agenti e broker possono dare un grande contributo non solo sul lato danni, ma anche sul vita, stante la spesso artificiosa distinzione tra coperture (si pensi a quelle sulla salute) che sono in una zona di confine tra vita e danni». È quanto sostiene Riccardo Cesari, consigliere dell’Ivass, che ha riconosciuto come, negli ultimi anni, ci siano stati segnali di ripresa dell’intermediazione di agenti e broker in questo comparto. Ma, secondo Cesari, si può fare di più.
«Occorre, credo, fare una riflessione sulla possibilità di mettere pienamente a frutto anche in quest’ambito un patrimonio di conoscenze e di relazioni di clientela, e in ultima analisi di fiducia, che collocano il comparto assicurativo al di sopra di altri, tra cui quello bancario», ha affermato intervenendo all’ultima assemblea dell’Aiba. «In un mercato in cui il lato della domanda manifesta ancora gravi lacune conoscitive e di elementare alfabetizzazione finanziaria e assicurativa, la rete distributiva può dare un grande contributo anche sul lato vita».
Il consigliere dell’Ivass, in sostanza, parla di una proficua opportunità per l’intermediazione tradizionale: «La personalizzazione dell’offerta, richiesta dalla direttiva Idd, è un’occasione storica per dare servizi di qualità e su misura al tradizionale cliente assicurativo e per orientarlo in una rigogliosa selva di offerte d’investimento in cui l’interesse del cliente rischia di essere poco visibile, le opzioni di investimento troppo vincolate e i costi effettivi poco trasparenti. Il percorso dal vita al danni che molti operatori stanno tentando può essere una proficua opportunità anche nella direzione opposta».
Fabio Sgroi
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