L’attuale piano industriale prevede investimenti in It superiori ai 200 milioni di euro, un importo superiore del 25% rispetto a quanto stanziato nel piano precedente.
La telematica al servizio del cliente e della compagnia e l’utilizzo dei dati per sviluppare soluzioni con «forti» impatti sul business. L’obiettivo che il gruppo Unipol si è dato attraverso il piano strategico 2019 – 2021 è chiaro. E intende centrarlo mettendo sul piatto qualcosa come una somma di importo superiore ai 200 milioni di euro di investimenti It (di cui oltre 50 milioni di euro sono relativi alla digitalizzazione, all’ottimizzazione dei processi e all’evoluzione dei sistemi “core”). Si tratta di una cifra superiore del 25% rispetto a quanto previsto nel piano precedente.
Tecnologia e automazione per semplificare il suo modello operativo. Il gruppo bolognese punta, in arco piano, all’automatizzazione dei suoi 100 processi più importanti.
Dunque, una spinta ulteriore che va a corroborare quanto fatto fra il 2016 e il 2018, quando il gruppo ha ottenuto benefici cumulati per circa 55 milioni di euro grazie all’uso della telematica auto, ha elaborato un nuovo processo di vendita in mobilità disponibile su tutta la rete agenziale, liquidato circa il 46% dei sinistri auto con il supporto della telematica, consolidata la leadership in Europa nella telematica con oltre 4 milioni di scatole nere (dato di fine 2019).
Unipol, in sede di presentazione del nuovo piano 2019 – 2021, ha elencato quelli che sono i benefici sia per il cliente, sia per la compagnia, puntando sulla telematica.
Per il cliente: tariffa a chilometro con risparmi fino al 30%; assistenza ai clienti in real time in caso di incidente; geo-localizzazione del veicolo e informazioni relative al viaggio; ritrovamento del veicolo in caso di furto; implementazione di nuovi servizi (casa, salute, agricoltura, animali), migliore conoscenza dei reali bisogni del cliente attraverso l’analisi di big data e l’utilizzo dei dati per lo sviluppo di offerte dedicate.
Per la compagnia: sofisticazione tariffaria grazie alla dimensione dei rischi in portafoglio; «elevata» competitività delle tariffe in presenza di UniBox; «elevato» tasso di retention della clientela; riduzione del costo sinistri attraverso la diminuzione del numero di frodi, il miglioramento del “claims mix” (danni a cose vs. danni a persone) e l’incremento della velocità di liquidazione.
Proprio come centro di competenza del gruppo, Unipol ha costituito recentemente la società Leithà, dedicata specificatamente all’innovazione. Va ad aggiungersi ad AlfaEvolution Technology, società provider telematico di UnipolSai e delle altre società del gruppo, che gestisce tutte le black box e soprattutto la proprietà dei dati.
Sui dati Unipol ha investito molto e continuerà a farlo in futuro. A oggi, a tal proposito, ci sono circa cento professionisti con competenze in ambito dati che lavorano per il gruppo bolognese. Gli impatti sul business, ha sottolineato Unipol, si vedono visto che, per esempio, sono circa 6 i milioni all’anno risparmiati per maggiori frodi identificate rispetto ai livelli medi.
Altro impatto riguarda il 20% circa dei clienti identificati ad alto valore e segmentati a cui indirizzare comunicazioni e proposte commerciali personalizzate.
Fabio Sgroi
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