A dirlo è Daniele Franco, presidente dell’Ivass, che rimarca il «ricco bagaglio professionale e di conoscenza dei bisogni assicurativi della clientela» di cui sono depositari gli intermediari “fisici”. C’è però da individuare soluzioni, anche organizzative, per accrescere la loro capacità operativa e la forza di innovazione…
«Lo sviluppo e il radicamento dell’industria assicurativa? Passa anche per la qualità e l’efficacia delle reti distributive». Ne è convinto Daniele Franco, presidente dell’Ivass, che nel suo recente intervento in occasione della presentazione dell’attività dell’istituto di vigilanza relativa al 2019 ha voluto sottolineare come in Europa prevalga tuttora un modello distributivo basato sul contatto personale e sul rapporto fiduciario.
Non solo. Franco ha aggiunto che «il valore della relazione personale viene riconosciuto anche nei sistemi distributivi basati su piattaforme digitali».
La logica multicanale e il ruolo «sempre più crescente» delle reti bancarie «non fanno venire meno l’importanza di agenti e broker, depositari di un ricco bagaglio professionale e di conoscenza dei bisogni assicurativi della clientela», ha affermato Franco. «Vanno però individuate soluzioni, anche organizzative, per accrescere la capacità operativa e la forza di innovazione degli oltre 33.000 tra agenti e broker iscritti nelle sezioni A e B del Registro unico degli intermediari (perlopiù micro-imprese, il 70% circa delle quali ditte individuali), anche al fine di favorire un migliore utilizzo delle tecnologie digitali a supporto dello sviluppo delle relazioni con la clientela», ha precisato il presidente dell’Ivass.
Fabio Sgroi
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