L’obiettivo è fare in modo che gli agenti non adottino gli strumenti messi a disposizione dalle mandanti per il pagamento diretto dei premi, spiegano da via Lanzone.
Il Sindacato nazionale agenti insiste affinché gli agenti non adottino gli strumenti messi a disposizione dalle mandanti per il pagamento diretto dei premi, che disintermediano i flussi finanziari. Claudio Demozzi, presidente dello Sna, nel corso dell’ultimo comitato centrale è ritornato sull’argomento, elencando i progetti su cui sta lavorando il sindacato di via Lanzone.
«Come esecutivo nazionale stiamo realizzando il progetto Snapay, affinchè gli iscritti possano presto disporre di strumenti analoghi, a costi contenuti o “politici”, alternativi a quelli delle compagnie, di pagamento dei premi a distanza (sul conto agenziale)», ha affermato Demozzi. «Così il Kda, il progetto di informatizzazione di base degli agenti, sarà integrato con strumenti di firma elettronica avanzata e di archiviazione digitale, alternativi a quelli delle compagnie. Ci stiamo lavorando e credo di poter dire in tutta tranquillità che siamo a buon punto».
Inoltre, lo Sna sta pensando «a un fondo di garanzia collettivo, Snafidi, o strumento analogo, per favorire l’emissione da parte del sistema bancario delle fidejussioni ex Art. 117 Cap e liberare così la categoria dall’uso improprio delle ispezioni amministrative sul conto separato agenziale da parte di alcune mandanti», ha aggiunto il presidente dello Sna. «Stiamo approfondendo la conoscenza dei modelli agenziali condivisi, come network, consorzi, studi agenziali associati, con il progetto Snanet messo sul tavolo dell’esecutivo qualche mese fa».
Infine, Demozzi ha reso noto che l’esecutivo nazionale sta lavorando anche al progetto Snadirect di vendita a distanza, «per gli agenti e il personale di agenzia, attraverso l’utilizzo di tecnologie proprie».
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA