Il presidente dell’Ivass, nell’intervento di stamattina in occasione della presentazione (in modalità digitale) della relazione sull’attività svolta dall’istituto di vigilanza nel 2019, ha parlato anche della tenuta del sistema assicurativo.
«La profonda crisi economica che stiamo attraversando si è innestata nel nostro Paese su tassi di sviluppo già particolarmente contenuti. Il settore assicurativo deve contribuire, oltre che ad attenuare l’impatto della crisi, a riportare l’economia su tassi di crescita più elevati». Lo ha detto stamattina Daniele Franco, presidente dell’Ivass, in occasione della presentazione (in modalità digitale) della relazione sull’attività svolta dall’istituto di vigilanza nel 2019.
Il settore assicurativo, ha affermato, può fornire un contributo «sia nella sua funzione di investitore istituzionale, sia offrendo a imprese e famiglie un ampio e competitivo sistema di protezioni, tanto più efficace quanto più sinergico con l’intervento pubblico».
Gli ambiti, per il presidente dell’Ivass, sono molteplici: le infrastrutture, la transizione verso la green economy e la digitalizzazione, la copertura dei rischi che minacciano il patrimonio naturale e culturale e il tessuto produttivo del nostro Paese. «Un’azione combinata e trasparente potrebbe permettere di distribuire in modo più razionale i rischi, velocizzare le azioni di ripristino e sostegno e rendere più gestibili le politiche sociali».
I NUMERI DEL 2019 – La raccolta premi complessiva è stata pari a oltre 140 miliardi di euro (+4% rispetto al 2018), raggiungendo il 7,8% del Pil. Franco ha parlato di una industria assicurativa «in buona salute».
Nel comparto vita i premi sono cresciuti del 4%: la forte espansione (9,7%) dei prodotti del ramo I (assicurazioni sulla durata della vita umana) ha più che compensato la diminuzione, per il secondo anno consecutivo, di quelli del ramo III (contratti in cui il rischio di investimento è trasferito sugli assicurati, unit linked, -6,6%).
La produzione dei rami danni ha registrato un aumento del 3,2%, trainata dai rami infortuni e malattia (comparto salute) e incendio e altri danni su beni (property), cresciuti rispettivamente del 7,5% e del 4,5%; è risultata invece in calo di quasi un punto percentuale la raccolta nella Rc auto. Nel 2019 gli indicatori di redditività e solvibilità hanno registrato miglioramenti. Il Roe è risultato di poco superiore al 12%; in forte crescita rispetto al 6,4% del 2018 e superiore anche ai risultati del biennio precedente. L’ammontare dei fondi propri detenuti in media dalle imprese assicurative italiane è stato pari a circa 2,4 volte il requisito minimo di capitale.
RECESSIONE DA PANDEMIA – La recessione indotta dalla pandemia ha modificato questo scenario, ha osservato Franco. «Le rilevanti tensioni sui mercati finanziari, l’incertezza sugli sviluppi della situazione economica e finanziaria hanno sin da subito consigliato estrema attenzione», dal momento che la posizione di solvibilità delle compagnie di assicurazione ha registrato a fine marzo «una flessione media di 25 punti percentuali rispetto a fine dicembre (dal 235% al 210%)».
Da metà marzo scorso, l’Ivass ha integrato i flussi segnaletici di vigilanza avviando un monitoraggio periodico (settimanale per i principali operatori) della situazione di solvibilità. Recentemente il monitoraggio è stato esteso anche alla posizione di liquidità.
In particolare, ha ricordato Franco, «sono stati effettuati interventi nei confronti delle imprese che, nel corso del monitoraggio, hanno evidenziato valori del coefficiente di solvibilità inferiori alla soglia del 130%. Nel contesto attuale, connotato da elevata volatilità, è fondamentale che i mezzi propri delle imprese rimangano adeguati ai rischi assunti, anche in situazioni di tensione dei mercati».
In linea con le indicazioni che venivano dalle autorità di vigilanza a livello europeo, l’Ivass ha raccomandato alle imprese e ai gruppi di adottare «estrema prudenza» nella distribuzione dei dividendi e nella corresponsione della componente variabile della remunerazione agli esponenti aziendali. «Grazie a questa raccomandazione», ha fatto sapere Franco, «le imprese e i gruppi assicurativi possono contare su ulteriori risorse patrimoniali: non sono stati distribuiti, ovvero sono stati rinviati o sospesi, dividendi per circa 4,4 miliardi di euro».
La pandemia, ha aggiunto il presidente dell’Ivass, «avrà verosimilmente effetti significativi anche sull’andamento della gestione tecnica delle compagnie, in conseguenza della crescita delle richieste da parte degli assicurati che potrebbe manifestarsi in alcune linee di attività, quali i rimborsi per la cancellazione di viaggi, l’escussione delle garanzie nei rami credito e cauzione, le prestazioni connesse con polizze malattia e assistenza».
In prospettiva, questa emergenza sanitaria sta facendo e farà emergere «nuove sfide, sia per l’industria, sia per l’assetto regolamentare e un’attenta analisi delle lezioni della crisi deve guidarci nell’individuare gli interventi utili a far crescere il ruolo economico e sociale del sistema assicurativo, valorizzando la sua funzione di investitore istituzionale qualificato e la sua capacità di offrire a imprese, famiglie e individui un sistema di protezioni ampio e competitivo», ha detto Franco.
Fabio Sgroi
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