venerdì 12 Settembre 2025

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SOLDATI, NEL MIRINO EBISEP E I VERTICI SNA. CHE SI DIFENDONO. E LA POLEMICA RESTA ACCESA

Da mesi, ormai, lo storico associato del Sindacato nazionale agenti e agente plurimandatario a Brescia lancia accuse a suo dire certe e provate sull’operato di chi dirige lo Sna e non solo. I vertici alzano le barriere e replicano. Il risultato è la sospensione di Soldati per 12 mesi, decisa dal collegio dei probiviri. Ma è davvero finita qui? 

 

Da sinistra, Roberto Soldati e Claudio Demozzi, ripresi quando tra i due i rapporti erano idilliaci

Una polemica feroce, che ormai si trascina da mesi e che sicuramente è destinata a non spegnersi. È quella che si sta consumando all’interno del Sindacato nazionale agenti tra i vertici di via Lanzone (con in testa il presidente Claudio Demozzi) e un suo storico associato, uno di quelli che fino a poco tempo fa ha sempre difeso a spada tratta il sindacato: Roberto Soldati, agente plurimandatario a Brescia, ex delegato per il sindacato ai rapporti con l’Antitrust e le istituzioni ed ex membro dell’esecutivo dello stesso sindacato (eletto con la lista Demozzi al congresso del gennaio 2012).

Una polemica accesissima, che ha portato all’inizio di questo mese a un provvedimento di sospensione dallo Sna, a opera del collegio dei probiviri, nei confronti dello stesso Soldati.

Ma come si è arrivati a questa decisione? La vicenda è assai complessa e allo stesso tempo spigolosa e parte da alcune considerazioni fatte da Soldati alla fine dello scorso anno, in merito ad alcuni aspetti legati all’Ebisep, l’ente bilaterale settore privato collegato al Ccnl Sna – Fesica – Confsal, presieduto da Elena Dragoni, che è anche il vicepresidente vicario dello Sna.

Soldati aveva posto delle domande chiedendo se corrispondesse «al vero che siano presenti tra gli attuali componenti del consiglio direttivo in quota Sna, pur non essendo iscritti al Rui, Sergio Giovanardi (ex Fonage) e un certo Pietro Ferdinando Marano», invitando gli agenti ad approfondire l’argomento.

Sia Ebisep, sia il presidente dello Sna, Demozzi, avevano risposto attraverso delle lettere di chiarimento alle questioni denunciate. Fatto sta che i dubbi sollevati da Soldati hanno spinto numerose sezioni provinciali Sna a riunirsi per dibattere il tema Ebisep.

Il collegio dei probiviri dello Sna (presidente Danilo Battaglia, vicepresidente Antonio Camani, membri Raffaele Cariglia, Andrea Ferrari e Annarosa Molinari) si era occupato della vicenda dopo le richieste di deferimento da parte degli stessi Pietro Ferdinando Marano (iscritto nella sezione E del Rui dal 2009) e Sergio Giovanardi (oggi non più iscritto nel Rui) all’indirizzo di Soldati.

Tralasciando lo scambio di corrispondenze tra quest’ultimo e lo stesso collegio (tra richieste, spiegazioni, memorie e altro), si arriva così a fine maggio scorso quando ancora Soldati, in una chat, solleva un’altra questione, evidenziando come «dal settembre 2017» Demozzi sia «socio accomandante dell’agenzia Dragoni Ass.ni di Dragoni Elena & C. Sas di Stradella (Pavia)», precisando come «sia ben chiaro, della propria vita ognuno di noi può fare ciò che vuole senza doverne necessariamente rendere conto, ci mancherebbe», ma rimarcando quella che per lui sarebbe un’anomalia.

«In un ambito associativo come il nostro, non è “anomalo” che, all’insaputa di tutti, due soci in affari siano anche contemporaneamente presidente e vice presidente vicario nonché presidente remunerato Ebisep (30.000 euro annui lordi) e componente remunerato del consiglio direttivo Ebisep (20.000 euro annui lordi)? Considerando che, con esclusione della presidenza Sna, tutti gli altri incarichi non sono elettivi, ma di nomina presidenziale, la circostanza non è, oltre che molto poco elegante, anche un po’ eccessiva?», chiede Soldati.

Ma non finisce qui, perché lo storico socio Sna tira in ballo un’altra questione: «Dall’ottobre 2018, circa un anno dopo l’inizio delle loro attività, i due “soci” (il riferimento è a Demozzi e Dragoni, ndr) hanno anche rilevato il portafoglio della storica agenzia Allianz di Stradella, Pavia, della Sig.ra Maria Grazia Daprà, revocata dalla compagnia dopo circa 30 anni di mandato. A seguito di questa traumatica vicenda, lei ha dovuto professionalmente rigenerarsi ed attualmente continua l’attività come E per altre agenzie (quindi nei fatti la revoca era pretestuosa). Ovviamente ha in corso una battaglia per cercare di riappropriarsi gli storici clienti. Ogni giorno si scontra però con appropriate scontistiche concesse da Allianz all’agenzia dei “soci”». Soldati bolla questa situazione come «imbarazzante e non gradevole, contraria anche a storici principi Sna», parlando di  «una gestione della nostra associazione un po’ troppo personalistica da parte dei “soci”», che, peraltro, «evidentemente non ancora appagati, si sono anche auto candidati per incarichi nel Fondo Pensione».

Tutte accuse, in merito alle quali Soldati ritiene di avere tutte le prove, che hanno portato Demozzi a scrivere una lettera (lo scorso 3 giugno) ai componenti dell’esecutivo nazionale Sna, ai coordinatori regionali, ai presidenti provinciali, al presidente del Comitato Gaa e al presidente del collegio dei probiviri, attraverso la quale, «lasciando ai competenti organi sindacali e giudiziali le eventuali iniziative che conseguono o conseguiranno alle comunicazioni di Soldati», ha voluto fare alcune precisazioni.

«L’aver assunto una piccola quota (10%, senza amministrazione né rappresentanza) nella società della collega Dragoni, al fine di consentirle la costituzione della pluralità dei soci necessaria ad ottenere il mandato agenziale in forma societaria», ha precisato Demozzi, «non è un modo per diventare “soci d’affari”, in quanto ognuno di noi gestisce la propria agenzia, ma semplicemente un modo per prestare disponibilità e collaborazione nei rapporti tra colleghi; non si comprende poi in verità quale sarebbe mai l’illegittimità o l’inopportunità che Soldati lamenta in merito alla suddetta circostanza. La libera collaborazione tra agenti è uno dei risultati più importanti ottenuti dalla nostra categoria negli ultimi decenni. Personalmente collaboro con altre agenzie e promuovo, ad ogni occasione, questa forma di partnership tra i colleghi».

Il presidente dello Sna, poi, ha fatto notare come tra le agenzie che collaborano con la società Dragoni Assicurazioni sas figuri «anche la Soldati & Partners sas».

Per quanto riguarda i compensi di Ebisep, «si tratta di erogazioni deliberate dai competenti organismi dell’Ente, in piena trasparenza. Tengo a chiarire, in ogni caso, che le considero del tutto legittime e che per me ed Elena Dragoni servono anche per consentire di far fronte ai rimborsi delle spese che, per nostra decisione, non richiediamo ad Ebisep». Infine, sulla questione relativa alla subagente Daprà: «Trovo davvero gravemente diffamatoria l’affermazione secondo la quale, addirittura, io e la collega Dragoni avremmo approfittato dei nostri ruoli per fagocitare portafogli di “agenzie storiche” e per commettere altre simili ingiustizie», ha sottolineato Demozzi. Un’accusa definita «ridicola, considerando che la revoca disposta dalla compagnia nei confronti della ex-collega Daprà nulla aveva a che vedere con i nostri ruoli, è oltretutto antitetica rispetto alle circostanze di fatto accadute, giacché la collega Dragoni ha anche tentato di far proseguire la gestione alla Daprà, come sub-agente, nonostante la ferma opposizione della compagnia mandante».

Pochi giorni dopo questa missiva, i canali ufficiali dello Sna hanno dato notizia della decisione (5 giugno scorso) del collegio dei probiviri di sospendere Soldati per 12 mesi dallo Sna. Venerdì scorso, durante il comitato centrale dello Sna, che si è svolto in modalità on line, Demozzi è ritornato sull’argomento con riferimenti più o meno velati. E’ finita qui? Forse.

Fabio Sgroi

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