mercoledì 05 Novembre 2025

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SOLVIBILITA’. L’IVASS SCRIVE A CATTOLICA: «LA VOSTRA SITUAZIONE SI E’ INDEBOLITA». E CHIEDE UN AUMENTO DI CAPITALE DI 500 MILIONI DI EURO

L’Authority al Cda del gruppo veronese: «Entro fine luglio un piano che descriva le azioni intraprese e sospensione della corresponsione della componente variabile della remunerazione a favore degli esponenti aziendali». La posizione di Cattolica.

 

In una nota diramata oggi, Cattolica Assicurazioni ha informato il mercato di aver ricevuto, lo scorso 27 maggio, una lettera inviata dall’Ivass riguardante l’andamento della situazione di solvibilità del gruppo veronese.

Nella missiva, si legge nella nota di Cattolica, «vengono presi in esame i monitoraggi settimanali sul Solvency Ratio del gruppo Cattolica e delle singole società del gruppo, che l’Ivass ha iniziato a richiedere a partire dalla metà del mese di marzo scorso; in particolare, vengono citati gli esiti dell’8 e 15 maggio. Questi rappresentano una stima pro-forma del Solvency Ratio ottenuta partendo dall’ultimo dato consuntivo trimestrale utilizzando variabili finanziarie aggiornate».

Nella lettera viene evidenziata la situazione di solvibilità «indebolita» del gruppo, della capogruppo e di alcune controllate a seguito «al deterioramento dei mercati finanziari conseguente alla diffusione della pandemia da Covid-19 che ha causato l’allargamento degli spread (in particolare sui titoli italiani), l’ulteriore calo dei tassi risk free e un marcato calo dei mercati azionari». In particolare, è stato evidenziato che due società controllate, Bcc Vita e Vera Vita, hanno presentato una stima di Solvency Ratio «inferiore al minimo regolamentare, di cui la prima sotto il livello del Mcr (“Minimum Capital Requirement”)». Inoltre, è riportato che i Solvency Ratio del gruppo, della capogruppo e di altre due società controllate (ramo danni), «pur rimanendo sempre sopra i minimi regolamentari, hanno riportato dei valori al di sotto delle soglie interne di Risk Appetite Framework». A questo proposito, l’Ivass reputa che queste soglie «andrebbero calibrate usando stress test severi per tener conto dell’elevata volatilità di alcune variabili finanziarie nonché di altri fattori di rischio». Nel documento viene anche evidenziata l’asset allocation del gruppo e di alcune controllate, ponendo risalto «sull’esposizione verso obbligazioni di minore qualità (titoli con rating BBB- o inferiore, o privi di rating)».

A seguito di queste considerazioni, l’Ivass ha rilevato «la necessità di interventi di patrimonializzazione che si attende vengano perseguiti mediante l’utilizzo integrale della delega proposta alla prossima assemblea straordinaria dei soci convocata per il 26/27 giugno, pari a un aumento di capitale di 500 milioni di euro da effettuarsi entro l’inizio dell’autunno».

L’Ivass ha inoltre chiesto che venga presentato, entro fine luglio, un piano a livello di gruppo che descriva le azioni intraprese con riferimento anche alle controllate, riguardanti in particolare il monitoraggio della posizione di solvibilità, di liquidità, oltre a un’analisi della scelta dei limiti di Risk Appetite Framework. Infine, l’Ivass ha chiesto al consiglio di amministrazione di Cattolica di «sospendere la corresponsione della componente variabile della remunerazione a favore degli esponenti aziendali».

LA POSIZIONE DI CATTOLICA – La nota dell’Ivass è stata sottoposta all’esame del Cda di Cattolica, che si è riunito ieri in serata. Il board «ha preso doverosamente atto delle indicazioni», dando mandato al management «di preparare un piano nei tempi richiesti, al fine di rafforzare la solvibilità del gruppo».

Il Cda ha precisato che «ha sempre perseguito e sempre perseguirà la solidità patrimoniale a difesa e beneficio degli assicurati sia della società stessa, sia delle società controllate». E ha aggiunto che:

– «Nei Cda della capogruppo erano già stati trattati i temi riguardanti la posizione di capitale. Nel corso del consiglio del 22 maggio erano state illustrate alcune misure atte al rafforzamento della posizione di capitale del gruppo. In particolare, era stata descritta la possibilità di effettuare un aumento di capitale di 200 milioni di euro  abbinato all’emissione di un analogo ammontare di strumento subordinato Tier 1 (con contestuale richiamo di parte di uno strumento Tier 2); tali azioni, abbinate ad alcune minori (tra cui l’aumento della copertura riassicurativa catastrofale), avrebbero portato il raggiungimento di un’adeguata patrimonializzazione, permettendo di finalizzare le attività di M&A previste entro il termine del 2021. Il Cda aveva richiesto al management di studiare fattibilità e tempistiche di tali misure;

– Sono già state definite delle misure di rafforzamento patrimoniale per Bcc Vita che presentava la situazione di solvibilità più critica. In data 22 maggio in un consiglio straordinario della stessa compagnia, è stato approvato un piano di rafforzamento di capitale atto a riportare il Solvency Ratio in area 160% anche mediante un’adeguata ricapitalizzazione. La capogruppo, anche in qualità di direzione e coordinamento, ha altresì approvato tale misura impegnandosi a darne celere esecuzione;

– Anche nel caso di Vera Vita è stato tenuto un Cda straordinario che ha dato mandato al management di individuare le misure necessarie entro la fine di giugno 2020;

– Al fine di tutelare gli interessi degli assicurati di tutte le società del perimetro, il gruppo Cattolica ha perseguito negli ultimi quattro anni una politica di diversificazione nella propria asset allocation anche con una progressiva riduzione dell’esposizione ai titoli governativi italiani, il peso dei quali è passato dal 73% del 2016 all’attuale 55%. L’esposizione ai titoli corporate rimane contenuta (18%, ben sotto la media del settore), come è marginale quella all’azionario (0,5%);

– Come da precedenti comunicati stampa, il Cda della capogruppo aveva deliberato la proposta di non distribuire gli utili di esercizio. Tale scelta era stata deliberata anche nei Cda delle controllate oggetto di analisi. Si ricorda che il Solvency Ratio del gruppo Cattolica, calcolato con Standard Formula con Gsp, è stato costantemente pari ad almeno il 160% fino alla fine del 2019, scendendo sotto tale livello solo durante questa fase di alta volatilità dei mercati finanziari conseguente alla diffusione della pandemia. A tale proposito si dà conto che nell’ultimo monitoraggio (22 maggio), il Solvency Ratio del gruppo Cattolica è pari al 122% (vs. 147% del 31 marzo), mentre quello della capogruppo è al 130%».

Fabio Sgroi

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