Da gennaio 2019 a gennaio 2020 la compagnia ha avviato più di 300 rapporti con agenti, broker e subagenti e oggi sono in tutto oltre 1.600. In aumento anche l’Nps.

Nell’ambito della strategia distributiva di MetLife (compagnia attiva a livello mondiale nelle assicurazioni vita ed employee benefit e che in Italia è specializzata in prodotti protection) il canale degli intermediari rappresenta ancora una delle aree di sviluppo per gli anni futuri.
Secondo quanto reso noto dalla compagnia guidata nel nostro Paese dal general manager Maurizio Taglietti, all’inizio del 2020 è stato rafforzato il presidio sul territorio con una significativa crescita del numero di collaborazioni: il totale del numero dei produttori, tra broker, agenti e subagenti, è passato da 1.300 di inizio 2019 a oltre 1.600 a gennaio di quest’anno.
E la quinta edizione della survey annuale condotta dalla compagnia sulla rete di intermediari indipendenti (agenti plurimandatari, broker e subagenti) ha rivelato anche un ulteriore balzo del Net promoter score (l’indice di apprezzamento nei confronti della compagnia) che ha toccato il punteggio di +48, crescendo di oltre 8 punti base rispetto al 2019.
La survey ha evidenziato, fra l’altro, l’alto livello di fidelizzazione che MetLife è riuscita a costruire nel corso degli anni con i propri partner distributivi: gli intermediari che collaborano con MetLife da prima del 2010, infatti, hanno mostrato un Net promoter score di quasi 10 punti superiore alla media (+58,6) ed in crescita rispetto al 2019. (fs)
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