Gli ultimi dati resi noti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti parlano di 263 sinistri, di cui 102 causati a seguito di urti e incagli. Dieci i morti.
Da un lato una diminuzione, superiore al 40% rispetto al 2017, di morti e dispersi registrati tra i diportisti, e un calo delle navi da diporto disperse (-64% circa); dall’altro lato un aumento, seppur contenuto, del numero dei sinistri e dei feriti. Sono i dati più evidenti, inerenti questi aspetti, emersi nell’ultima pubblicazione Il Diporto Nautico in Italia Anno 2018, a cura del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I numeri relativi ai sinistri occorsi in mare aperto al naviglio da diporto nel 2018 sono stati elaborati in base ai dati forniti dalle Capitanerie di Porto.
Entrando nel dettaglio, i sinistri avvenuti nelle acque italiane e in quelle internazionali (nei casi in cui sia intervenuta l’autorità italiana) sono stati in totale 263 (237 nel 2017), causati a seguito di urti e incagli (102), collisioni (47), naufragi e affondamenti (36), incendi ed esplosioni (16), avarie al motore (9), capovolgimenti (4) e varie (49). Si tratta di sinistri che hanno causato 22 perdite di unità, 10 morti e 60 feriti.
Il quadro dei sinistri occorsi in mare aperto nel 2018 per compartimento marittimo mostra al primo posto Salerno (52), seguita da Olbia (31), Cagliari (14), Monfalcone e Portoferraio (13) e Gaeta (12). (fs)
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