Il presidente dello Sna ha postato questo pomeriggio un video nel quale ha voluto togliersi più che un sassolino dalla scarpa su varie questioni: UnipolSai, Allianz, gruppi agenti, misure delle compagnie a sostegno delle agenzie alle prese con l’emergenza coronavirus e linea politica. Un Demozzi inedito…
Un Claudio Demozzi oltremodo serioso, che ha lasciato trasparire una certa tensione e anche un certo nervosismo, al punto che (e questa è una notizia visto che il suo forte è andare a braccio..) ha letto un testo. E già questo la dice lunga sul suo stato d’animo, sulla tensione accumulata in questi giorni di emergenza coronavirus, di agenzie in difficoltà, che nelle ultime settimane si chiedono cosa riserverà il futuro.
Insomma un Demozzi quasi inedito quello che questo pomeriggio ha postato un video-messaggio (nella foto sopra) indirizzato alla categoria. O forse sarebbe più giusto parlare di un video-sfogo.
Il presidente dello Sna ha deciso di togliersi più di un sassolino dalla scarpa, interpretando probabilmente il pensiero di tanti agenti che in questo momento stanno soffrendo a causa dell’emergenza coronavirus. Ecco che cosa ha detto.
«LO SNA HA PIENO E AUTONOMO TITOLO A RAPPRESENTARE GLI INTERESSI DEGLI AGENTI IN OGNI SEDE, COMPRESE LE RELAZIONI SINDACALI E INDUSTRIALI» – Demozzi fa subito riferimento a quanto avvenuto negli ultimi giorni, con il confronto mediatico ed epistolare che ha coinvolto principalmente UnipolSai e Allianz, ma anche altre imprese, ha tenuto a precisare.
«In primis, rammento che ogni agente di assicurazioni, prima di essere mandatario di una compagnia di assicurazioni è un agente di assicurazioni di per sé, con diritti e prerogative la cui tutela è di competenza del Sindacato Nazionale Agenti che, in quanto organizzazione generalista nazionale, ha pieno e autonomo titolo per rappresentarne gli interessi in ogni sede, comprese le relazioni sindacali e industriali con tutte le imprese, nessuna esclusa», ha affermato. «Questo naturalmente, pur riconoscendo e rispettando il ruolo, importante, dei singoli gruppi aziendali agenti».
Il riferimento è alle recenti iniziative commerciali di UnipolSai, che «sono palesemente inaccettabili e intollerabili per ogni singolo agente e per l’intera categoria». Per affrontare e superare le difficoltà economiche effetto dell’epidemia Covid -19, ha sottolineato Demozzi, «nessun agente di assicurazione, indipendentemente dalla mandante, può attendere che passi l’emergenza per ricevere tutto l’aiuto di cui necessita. Ogni esercito ha bisogno di armi adeguate durante la battaglia, non dopo. Salvo che non si scelga di limitarsi a raccogliere i feriti e a fare la conta delle perdite. Questo mi risulta sia stato condiviso anche nel comitato dei gruppi aziendali. Per queste ragioni, con sincero spirito collaborativo e di sostegno all’azione dei gruppi, ma soprattutto perché la nostra unica mission rimane quella di tutelare la figura professionale dell’agente di assicurazione, il suo presente e il suo futuro, abbiamo trasmesso a qualche Gaa nostre note circa le gravi criticità presenti in alcune iniziative delle imprese». Come nel caso della Campagna UnipolSai. «E per le stesse ragioni abbiamo segnalato tali criticità alle autorità presposte, nell’interesse e per salvaguardare i nostri clienti e le nostre imprese-agenziali».
LA QUESTIONE ALLIANZ – «Non siamo stati da meno nel denunciare pubblicamente le gravi criticità contenute nell’iniziativa messa in atto da Allianz a proposito dell’incasso diretto dei premi e della messa a catalogo di polizze che ci è permesso offrire esclusivamente in formato digitale ed esclusivamente con pagamento del premio diretto alla compagnia». Per Demozzi si tratta di azioni che vanno nella direzione «della disintermediazione agenziale, che appare evidente e che non può essere interpretata diversamente specie in presenza di soluzioni alternative facilmente percorribili che potrebbero essere messe a disposizione degli agenti, con un minimo sforzo, e che manterrebbero un sistema agente-centrico. Il Pos in mobilità, il pagamento on line, ad esempio, potrebbero essere indirizzati al conto agenziale anziché a quello dell’impresa. Perché la compagnia preferisce la seconda soluzione? Perché intende indirizzarci verso la postdatazione delle provvigioni? Verso l’inversione del flusso finanziario che attualmente caratterizza noi agenti? Purtroppo non tutti i Gruppi Agenti sono nelle condizioni di opporsi ad iniziative, e non parlo solamente di queste due che ho appena citato, che spingono sull’acceleratore della disintermediazione agenziale».
«GRUPPI AGENTI CHE RICHIEDONO STRUMENTI DI DISINTERMEDIAZIONE…» – Purtroppo, ha dichiarato Demozzi con rammarico, «dobbiamo prendere atto con meraviglia e dispiacere che addirittura qualche gruppo agenti avrebbe condiviso se non addirittura richiesto simili strumenti di disintermediazione pur sapendo che gli stessi strumenti potrebbero essere impostati diversamente, come già detto, in un sistema agente-centrico. Nel merito siamo, perciò, su posizioni diverse».
«LO SNA NON PUO’ ESSERE IMBAVAGLIATO» – Il presidente dello Sna è stato chiaro, lanciando quasi una sfida: «Laddove necessario, rappresenteremo, pertanto, gli interessi dei nostri associati e della categoria agenziale come riterremo più opportuno». Poi ha precisato: «Non ci faremo certo imbavagliare, o frenare, da un ipotetico interesse superiore di un sistema relazionale che non pone al centro gli agenti, ma tende a relegarli a mero supporto di una distribuzione alternativa spinta a tappe forzate approfittando di un periodo emergenziale, che non ha precedenti e che dovrebbe indurre, anche nei cuori dei super-manager delle nostre mandanti, a ben diverse strategie di sostegno e supporto alle nostre agenzie».
A CHI DICE DI PRENDERSELA CON IL GOVERNO E LE AUTORITA’ – «Qualcuno si è spinto fino ad affermare che in questo delicato momento dovremmo alleggerire il carico, la contrapposizione verso le compagnie e prendercela con le autorità ed il Governo. Come se fosse colpa del Governo se chi amministra le imprese decide di non concedere aiuti a fondo perduto», ha detto Demozzi. «Come se toccasse al Governo convincere i nostri interlocutori professionali, le nostre dirette controparti o quelli che alcuni amano definire i nostri partner, cioè le compagnie con le quali abbiamo in corso un rapporto agenziale, a supportarci, aiutarci in questo difficilissimo momento di crisi emergenziale. Quanto alle istanze al Governo, all’Ania e all’Ivass, alla politica, compito questo esclusivo dello Sna, lo abbiamo già fatto sin dai primi giorni della crisi, forti del sostegno della categoria. Se una compagnia non concede nulla, a titolo di aiuti a fondo perduto, agli agenti, dobbiamo indirizzare le nostre istanze, le nostre lamentele e perché no anche le nostre considerazioni a chi amministra quella compagnia, affinchè, se possibile, cambi idea e si faccia sostenitore delle nostre richieste».
«QUALCUNO SPOSTA L’ATTENZIONE SU ALTRI CAMPI DI BATTAGLIA» – «Perché qualcuno cerca di spostare l’attenzione su altri campi di battaglia?», si è chiesto il presidente dello Sna nel suo video messaggio. «Perché non si ha il coraggio di dire ai colleghi come stanno realmente le cose e cioè che questa o quella compagnia non intende erogare contributi, almeno per il momento, agli Agenti? Perché non abbiamo la forza, tutti, di arrabbiarci per questo e di far arrivare forte e chiaro il nostro stato d’animo a chi ha la responsabilità di queste scelte scellerate?».
«NO A OGNI TENTATIVO DI DISINTERMEDIAZIONE AGENZIALE» – Lo Sna «ostacolerà ogni tentativo di disintermediazione agenziale. Siamo contrari al pagamento diretto dei premi all’impresa, alla conseguente inversione del flusso finanziario verso le agenzie, che messi insieme alla promozione di strumenti di contatto diretto tra compagnia e cliente indebolisce, smonta il sistema agente-centrico attualmente imperante per tentare di costruirne uno nuovo, nel quale il ruolo agenziale viene chiaramente sminuito. Possiamo disporre di strumenti del tutto simili a quelli che le imprese ci propongono o ci impongono in alcuni casi, a costo quasi insignificante», ha affermato Demozzi. «Pochi euro valgono più della nostra estromissione dal mercato, dalla relazione privilegiata diretta con i nostri clienti».
Lo sfogo, forse più verso la categoria che rappresenta e le scelte di quest’ultima lontane dai dettami del sindacato, che verso le mandanti, si è concluso così: «Finché avrò l’onore di rappresentare questo sindacato, questa sarà la nostra linea politica».
Fabio Sgroi
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