L’incontro della settimana scorsa non ha sbloccato la situazione, condizionata dall’emergenza coronavirus.
Proseguono gli incontri fra la direzione del gruppo Unipol e le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’azienda di First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil, per gestire questa fase di emergenza legata al coronavirus.
Nell’ultimo incontro della settimana scorsa, il gruppo Unipol ha fornito questo quadro: gli autorizzati al lavoro da casa è rappresentato dal 91% dei dipendenti (3.768 con Pc aziendale e Vpn; 2.377 con connessione Vdi; 1.951 con connessione FByod); i non autorizzati al lavoro da casa sono il 9% dei dipendenti (128 non ancora autorizzati; 194 non in possesso di Pc proprio e/o connessione domestica; 247 impossibilitati a utilizzare la propria strumentazione personale; 278 non risulta abbiano compilato la survey o risposto alla successiva rilevazione); il saldo ferie al 31 marzo 2020 è superiore al numero di giorni spettanti per l’anno in corso (71% dei dipendenti); i permessi retribuiti finora erogati a carico azienda sono pari a oltre 22.000 giorni; sono state previste ulteriori ipotesi di attivazione al lavoro da casa, anche tramite una soluzione informatica che consenta l’utilizzo della barra telefonica.
«Pur in presenza di dati complessivamente positivi, permangono forti criticità e disparità che vedono maggiormente penalizzati coloro che hanno già intaccato le ferie di quest’anno e tutti i colleghi non autorizzati a lavorare da casa», hanno evidenziato le organizzazioni sindacali dei lavoratori, che chiedono di negoziare un accordo sindacale per tutti i lavoratori. (fs)
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