mercoledì 05 Novembre 2025

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L’AGENTE E’ SOLITAMENTE RESPONSABILE DEGLI ATTI DEL SUO ADDETTO?

La compagnia Cgpa Europe, specializzata nella Rc professionale degli intermediari, analizza un altro caso giudiziario avvenuto in Spagna.

 

L’agente è solitamente responsabile degli atti del suo addetto? Cgpa Europe, compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari assicurativi, in uno dei suoi ultimi osservatori riporta un caso avvenuto in Spagna e relativo a un contenzioso la cui sentenza fa discutere.

IL CASO – L’addetto di un agente emette tre polizze. Al verificarsi di un sinistro, l’assicurato intestatario di questi tre contratti si rivolge all’agente che eroga l’indennizzo. L’assicurato avanza contemporaneamente la stessa richiesta alla com­pagnia assicurativa ottenendo un altro indennizzo, non essendo quest’ultima a conoscenza del pagamento effet­tuato dall’agente. Resasi conto poco dopo del doppio inden­nizzo per il sinistro, la compagnia concentra le sue inda­gini in particolare sull’agenzia, scoprendo che l’addetto dell’agente ha falsificato le tre polizze in questione. L’assi­curatore, sostenendo che l’agente è responsabile degli atti del suo addetto, adisce il tribunale chiedendo il rimborso dell’indennizzo indebitamente erogato.

SENTENZA – La Corte suprema (sentenza di dicembre 2014) ritiene che l’agente sia effettivamente responsabile delle conseguenze civili di questo atto, ma che anche l’assicuratore sia, a sua volta, responsabile della colpa del suo agente. La responsabilità viene quindi suddi­visa a metà tra l’assicuratore e l’agente, per cui la compa­gnia può esigere solo il 50% dell’importo richiesto inizial­mente.

«I giudici spagnoli hanno ritenuto che l’agente non può essere considerato l’unico responsabile degli atti commessi dal suo addetto e hanno proceduto quindi a un’equa ripartizione della responsabilità con l’assi­curatore», ha commentato Cgpa Europe. «In questo caso si sottolinea quindi la respon­sabilità della compagnia assicurativa e il mandato che la lega all’agente, escludendo l’idea di una responsabi­lità esclusiva di quest’ultimo».

Fabio Sgroi

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