Per Maurizio Taglietti, general manager di MetLife in Italia, può accadere che «l’utente si focalizzi troppo su rischi considerati “minori” e minimizzi in un certo senso il ruolo consulenziale delle compagnie assicurative e dei rispettivi intermediari, anche per ragioni di convenienza economica».

Fra le nuove forme di coperture assicurative ci sono sicuramente le polizze pay per use che, dopo aver innovato il settore della Rc auto, si preparano a rivoluzionare il mondo delle coperture assicurative così come oggi lo conosciamo. Secondo diversi analisti di mercato, questa formula potrebbe avere un impatto “disruptive” sull’intero settore assicurativo e dopo aver travalicato i confini del settore automobilistico stanno iniziando il loro cammino “dirompente” anche in altri ambiti.
In particolare, dai recenti dati resi noti dall’Ivass il trend dell’insurance on demand si è fatto sentire nel settore della protezione delle persone in mobilità (assicurazioni per utilizzo delle auto in car sharing), degli animali domestici e per attività sportive come lo sci e lo snowboarding.
Su questo tema è intervenuto Maurizio Taglietti, general manager di MetLife in Italia, secondo cui «le potenzialità delle assicurazioni pay per use sono innegabili, da un punto di vista sia commerciale che “corporate”. Caratteristica peculiare di questa tipologia di coperture assicurative è infatti quella di adattarsi alla perfezione ai bisogni dei clienti. Si attivano solo quando se ne ha realmente bisogno (qualche giorno prima di partire per un viaggio), coprono una limitata tipologia di rischi (ad esempio gli infortuni causati dall’attività sciistica) e “accorciano la filiera”, attivando un rapporto diretto tra compagnia assicurativa e assicurato. Questo ultimo aspetto, in particolare, potrebbe avere ricadute positive anche in chiave di reputation, sull’opinione che gli utenti maturano rispetto alle compagnie assicurative. Un consumatore che sceglie consapevolmente e in autonomia la propria polizza, dopo avere magari confrontato più prodotti, risulta tendenzialmente più soddisfatto e non rischia di avere “sorprese” nel momento in cui ha effettivamente bisogno dell’intervento della compagnia assicurativa».
C’è però un rovescio della medaglia, sostiene Taglietti, che va considerato. Quello cioè che «l’utente si focalizzi troppo su rischi considerati “minori” e minimizzi in un certo senso il ruolo consulenziale delle compagnie assicurative e dei rispettivi intermediari, anche per ragioni di convenienza economica. Acquistare una copertura limitata al solo momento del bisogno percepito può sembrare più conveniente dal punto di vista della spesa nell’immediato, ma non sempre corrisponde ad una valutazione corretta del rischio. Le statistiche sono lì a ricordarci che gli infortuni domestici creano molti più problemi “al portafoglio” rispetto a quelli legati ai viaggi e alla mobilità in generale. Un incidente casalingo che ci costringe a lunghi periodi di inattività lavorativa genera mancati guadagni, spese mediche elevate, bilanci familiari sotto stress, il ricorso a collaboratori domestici ecc».
In sostanza, sottolinea Taglietti, «in uno scenario che muta con la velocità dell’innovazione tecnologica – e che genera un consumatore veloce e frenetico, a tratti superficiale – credo che una fra le nuove (e urgenti) sfide per le compagnie sia quella di diffondere una cultura assicurativa mirata sulla percezione dei rischi considerati “più seri” ed economicamente rilevanti. Oltre al tema degli infortuni, una famiglia oggi può incontrare grandi difficoltà nel riprogrammare un nuovo equilibrio finanziario non solo a causa di una malattia o di un decesso familiare, ma anche per un licenziamento improvviso che avviene in una fase delicata economicamente, come, ad esempio, quando si è acceso un mutuo per acquistare casa. Nel nostro ambito, chi si rapporta col cliente deve sentirsi investito di questa nuova responsabilità: quella di cioè di aiutare con energia le persone a immaginare nei dettagli le diverse ipotesi di futuro legate a stili di vita, obiettivi e priorità personali e collettive». (fs)
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