La Confederazione degli agenti generali di assicurazione di Generali Italia, costituita dagli ex agenti Ina Assitalia, ex Lloyd Italico e da una parte degli ex Toro, dice la sua in merito all’iniziativa del Gruppo Agenti Generali Italia di tenere chiuse le agenzie per protestare contro le disfunzioni informatiche.
Archiviata la giornata (quella di lunedì scorso) di sciopero, il Gruppo Agenti Generali Italia (Ga-Gi) si appresta ora a incontrare la mandante (oggi 21 novembre a Milano).
Allo sciopero, che è stato proclamato come forma di protesta contro le disfunzioni informatiche e non solo, hanno aderito 562 agenzie per un totale di oltre 1.200 agenti (il 92% delle agenzie iscritte al Ga-Gi).
Detto quindi che quasi la totalità degli aderenti al Ga-Gi ha sposato in pieno la causa, resta da capire quale è il pensiero degli altri agenti della galassia Generali (930, escludendo quelli iscritti al Ga-Gi che non hanno aderito allo sciopero), vale a dire gli altri quattro gruppi agenti, che secondo fonti Ga-Gi si suddividono così: 367 agenti ex Ina, 318 ex Toro-Gaat, 140 ex Toro-Unat e 147 ex Lloyd Italico).

In particolare, Tuttointermediari.it ha posto a Confagi (la Confederazione degli agenti generali di assicurazione di Generali Italia, costituita dagli ex agenti Ina Assitalia, ex Lloyd Italico e da una parte degli ex Toro, e presieduta dai co-presidenti Davide Nicolao, Antonio Canu e Mariagrazia Musto) e al Gaat (Gruppo agenti di assicurazione Toro, presidente Roberto Salvi) due domande (in questo articolo si riportano le risposte di Confagi).
Innanzitutto è stata chiesta una opinione in merito all’iniziativa del Ga-Gi e se lo sciopero può rappresentare una forma di protesta utile. «Premesso che bisognerebbe parlare di “serrata” e non di “sciopero”, a meno di volersi considerare dei subordinati o dei parasubordinati nei confronti della compagnia, riteniamo che tutte le forme di protesta si possano e si debbano portare avanti con ogni mezzo necessario. Purché tali strumenti di protesta tengano conto delle circostanze e siano ben organizzati nei tempi, nei modi e nella sostanza», sottolineano i presidenti Nicolao, Canu e Musto, in rappresentanza di Confagi. «A noi pare che l’iniziativa del Ga-Gi non abbia minimamente considerato il contesto e sia sbagliata proprio nei tempi, nei modi e nella sostanza. Il fatto poi che venga da un leader di gruppo e sindacale (Vincenzo Cirasola, presidente del Ga-Gi, nonché di Anapa, ndr) che si è sempre opposto agli scioperi e alle manifestazioni, anche quelle organizzate dal Sindacato nazionale agenti a cui apparteneva ai tempi bui di Gavazzi, mina ulteriormente la credibilità di questa tardiva chiamata alle armi».

Per Confagi, lo sciopero del Ga-Gi è arrivato «fuori tempo massimo, perché quando i nostri rappresentanti di Confagi hanno abbandonato i tavoli di lavoro bloccando il processo della cosiddetta semplificazione per imporre alla compagnia profonde modifiche e revisioni migliorative per gli agenti di sistemi e processi, i rappresentanti del Ga-Gi sono rimasti seduti a quei tavoli andando avanti nei lavori con la compagnia a dispetto di tutte le altre rappresentanze. Abbiamo ottenuto comunque modifiche e migliorie, ma con maggiore fatica a causa del rimanere ai tavoli di coloro che oggi si ergono a tribuni del popolo. Tra l’altro», proseguono Nicolao, Canu e Musto, «al netto di quella settimana nera di settembre nella quale il sistema è sembrato collassare e per la quale non abbiamo fatto alcuno sconto alla compagnia, non è vero che va sempre peggio. Come non è vero che si produce più carta. E’ vero esattamente il contrario anche se il processo è lento ed è solo all’inizio e necessita di ulteriori importanti interventi e correzioni che dobbiamo avere il coraggio, le capacità e la forza di chiedere, costruire, guidare e concertare con la compagnia lavorando duramente nei luoghi preposti e non affiggendo proclami».

Ed ecco la seconda domanda: Confagi ritiene che effettivamente i problemi informatici stiano proseguendo ancora oggi? E se si, cosa fare? La risposta di Nicolao, Canu e Musto: «La digitalizzazione è inevitabile, ha dei rischi e dei vantaggi. Se si conoscono i rischi si governano al meglio possibile, se si conoscono vantaggi si sfruttano al massimo possibile. Ma questo è più complicato e faticoso da fare rispetto al chiamare di tanto in tanto, intempestivamente e a sproposito, a piccole sommosse da salotto. Se e quando sarà necessario, sperando che mai lo sia, non ci sottrarremo mai allo scontro e alla lotta e la condurremo con lo stile e con i modi che ci caratterizzano. Fortunatamente, però, Confagi ha la forza, l’intelligenza e la voglia di affrontare in modo complesso problemi complessi. E di risolverli. Ululando di meno alla luna e lavorando di più. Talmente ci pare intempestiva e inopportuna, oltre che totalmente inutile circa i risultati, la protesta del Ga-Gi che non vorremmo celasse ben altro che non la lamentela per qualche disservizio informatico».
Infine, l’affondo finale: «Forse l’ormai la conclamata perdita della leadership nel mondo agenti di Generali Italia duole al Ga-Gi più di quanto vogliono dare a vedere come tra l’altro evidenziato in un loro editoriale».
Fabio Sgroi
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