Il presidente Donato Lucchetta sulle rassicurazioni di Carlo Ferraresi, a cui il Cda ha attribuito le deleghe operative: «Apprezzo la chiarezza e l’indiscutibile, finalmente chiara e non interpretabile, presa di posizione circa la centralità della rete agenziale quale caposaldo della struttura distributiva di Cattolica».
Non solo i rappresentanti dei dipendenti. Adesso anche gli agenti fanno sentire la loro voce in merito alle vicende che hanno investito il vertice di Cattolica, con il siluramento di Alberto Minali, ormai ex amministratore delegato del gruppo.
In una lettera indirizzata a Paolo Bedoni, presidente del consiglio di amministrazione di Cattolica, e per copia conoscenza a Carlo Ferraresi, direttore generale con deleghe, il Gruppo aziendale agenti Cattolica (la missiva è firmata dal presidente Donato Lucchetta) ha inteso manifestare «il totale rispetto della scelta operata a grandissima maggioranza» da parte del board di Cattolica.
«Plaudo alla tempestività, concretezza e qualità del contenuto del comunicato, estremamente chiaro e senza fronzoli del direttore generale Ferraresi, che ricevute le deleghe operative della società ha richiamato i principi e i valori fondanti, ineludibili, della nostra compagnia, a cui tutti noi ci ispiriamo e in forza dei quali operiamo», scrive Lucchetta.
«Registro con grandissimo apprezzamento la sua chiarezza e l’indiscutibile, finalmente chiara e non interpretabile, presa di posizione circa la centralità della rete agenziale quale caposaldo della struttura distributiva di Cattolica», aggiunge. «Da queste basi possiamo ripartire e affermare che la rete agenti Cattolica, fatta da uomini e donne, legati ai valori fondanti quali solidarietà e cooperazione, forti dell’insediamento radicato sul territorio, che intraprendono a proprio rischio l’attività distributiva, per scelta, con Cattolica, possono nuovamente riprendere ad affrontare, per vincerle, le sfide ambiziose che il piano industriale ancora riserva».
Lucchetta conclude: «La rete agenti Cattolica, tra le più fidelizzate al brand rappresentato, ma non per questo disattenta alle opportunità che il mercato delle imprese assicurative offre, auspica che il nuovo corso della società prosegua senza esasperazioni nel progetto di progressivo e veloce programma di rinnovamento delle dinamiche e dei processi distributivi previsti dal piano, evitando pro futuro eccessive fughe in avanti, rappresentate da operazioni, magari all’insegna del rinnovamento, di evoluta finanza speculativa».
Fabio Sgroi
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