«Si tratta di impianti che non rispondono ad alcuna vigilanza, che non hanno obbligo di redigere bilanci, che non hanno riserve tecniche, men che meno fondi di garanzia», evidenzia in una nota l’associazione dei consumatori.

Konsumer Italia, associazione dei consumatori presieduta da Fabrizio Premuti, attraverso una nota è intervenuta su un tema delicato come quello della sanità integrativa, puntando l’indice sul mondo delle mutue.
«Siamo fermamente convinti che la sanità non sia un benefit nè è un premio. È un diritto che lo Stato deve garantire a tutti. Nello stesso tempo accettiamo le ipotesi di integratività su cui possono concorrere i privati», sottolinea Konsumer. «Le compagnie di assicurazione, più di ogni altro privato, proprio grazie a quella rigidità di vigilanza, ci assicurano l’esistenza di una prestazione all’esigenza di intervento. Purtroppo alcuni fattori determinano prestazioni integrative disomogenee favorite da un’offerta differenziata che nell’immaginario collettivo viene scambiata da copertura assicurativa pur non essendolo, certamente favorita anche da costi eccessivamente elevati del comparto assicurativo».
Poi l’affondo sul mondo delle mutue. «Denunciamo da tempo il proliferare di mutue sanitarie, impianti che non rispondono ad alcuna vigilanza, che non hanno obbligo di redigere bilanci, che non hanno riserve tecniche, men che meno fondi di garanzia. Sono milioni i cittadini italiani che si rivolgono a queste forme di sanità integrativa e sconvolge il fatto che milioni neanche sappiano di averle, perché comprese in alcuni contratti di lavoro, nella parte integrativa, come benefit al lavoratore da parte dell’azienda che così può contare su un favorevole trattamento fiscale».
Konsumer ricorda come anche l’Ivass, nell’ultima relazione del suo presidente, abbia fatto riferimento a questo aspetto. «Il cittadino scambia questa forma contrattuale per assicurazione, ma assicurazione non è», continua la nota dell’associazione dei consumatori. «Di certo è una grana grossa quanto un terremoto, con effetti ancora maggiori, perché influisce direttamente sulla salute, sul fatto che il consumatore crede di aver diritto ma non sempre quel diritto è garantito. Di certo sono garantiti i lauti compensi spettanti ai consigli di amministrazione e la qualità di socio al sottoscrittore, ma la prestazione sanitaria è assicurata solo dopo che è stata erogata e pagata dalla mutua, non prima. Anzi stanno crescendo vertiginosamente i casi in cui le prestazioni sono autorizzate dalle mutue e subito dopo l’erogazione disconosciute, lasciando così il socio alle prese con pagamenti a volte insostenibili per le proprie tasche. E’ una bomba ad orologeria ormai innescata a cui, tranne l’allarme di Ivass ed i ripetuti nostri appelli anche pubblici (documentabili da almeno 5 anni), tutti sembrano fare orecchie da mercante. Tranne 4-5 mutue storiche, o particolarmente previdenti, questo “mercato” non è in grado di assolvere ad una crisi reale in cui un numero, neanche troppo alto, dei propri soci dovesse chiedere prestazioni sanitarie».
Per Konsumer «è necessario intervenire con grande sollecitudine a normare il settore mutualistico prima di tutto con la creazione di un fondo di garanzia, poi con l’introduzione di una vigilanza reale sulle condizioni patrimoniali delle mutue, con l’obbligo di pubblicazione dei bilanci e la trasparenza sui compensi». (fs)
© RIPRODUZIONE RISERVATA