La quota di mercato degli agenti scende in un anno dal 76% al 74,5%, ma sale rispetto al trimestre precedente.
Meglio rispetto al trimestre precedente, peggio rispetto a fine giugno dell’anno scorso. Il canale agenziale resta la principale forma di intermediazione in termini di market share se si analizza la raccolta danni nel secondo trimestre 2019, per quanto riguarda le imprese italiane e le rappresentanze di imprese extra Ue. La percentuale, in particolare è del 74,5%, in diminuzione rispetto a quanto rilevato alla fine del secondo trimestre del 2018 (76%). Alla fine del primo trimestre 2019, invece, questa percentuale era pari al 73,9%.
In particolare, i rami nei quali il canale agenziale risulta più sviluppato sono Rc veicoli marittimi (94,4%), Rc auto (85,1%), altri danni ai beni (82,7%), Rc generale (81,1%) e cauzione (79,3%). Volumi di business molto ridotti per gli agenti si riscontrano invece nei rami corpi veicoli aerei (6,9%), Rc aeromobili (12,3%) e corpi veicoli marittimi (21,4%) nei quali è molto forte la presenza dei broker con quote di mercato rispettivamente pari a 89,2%, 85,4% e 78,6%.
Sono proprio i broker a rappresentare il secondo canale di distribuzione dei premi danni con una quota pari all’8,4% (in calo rispetto al trimestre precedente). Oltre a quelli già menzionati, i rami in cui l’intermediazione dei broker è molto rilevante sono il ramo malattia (16,9%), cauzione (17,8%), credito (21,8%), corpi veicoli ferroviari (22,4%) e merci trasportate con una quota superiore al 40%.
L’Ania, nella proposizione di questi dati, evidenzia che la quota di mercato dei broker è sottostimata, in quanto non considera una parte di premi (stimata per il totale danni, nel 2018, in 23,4 punti percentuali) che questi intermediari raccolgono, ma che presentano alle agenzie e non direttamente alle imprese. Assumendo che questa incidenza sia applicabile anche per il secondo trimestre 2019, la quota degli agenti per il totale settore danni scenderebbe a 51,1% mentre quella dei broker salirebbe al 31,8%.
Gli sportelli bancari, con una quota di mercato del 7,7% (6,5% nel secondo trimestre 2018), sono stati maggiormente coinvolti nella commercializzazione dei premi nei rami perdite pecuniarie (52,5%) e credito (25,6%). Rivestono un ruolo importante (e in crescita) anche nei rami malattia (16,5%), infortuni (15,4%), tutela legale (11,6%) e incendio (10,6%).
La vendita diretta nel suo complesso (direzione, vendita telefonica e internet) a fine giugno 2019 ha registrato un’incidenza del 9,1% (era 8,9% la quota rilevata alla fine di giugno 2018) ed è così suddivisa: agenzie in economia 4,7% (4,3% nello stesso periodo del 2018) e internet 3,4% (3,5% nel 2018). Quest’ultima percentuale comprende la quota relativa ai premi veicolati attraverso i preventivatori on line stabile e pari all’1,5%.
In particolare, nel settore Auto questa quota è pari al 2,8%, mentre più bassa e pari allo 0,2% è quella relativa agli altri rami danni. I rami in cui, anche se marginalmente, si fa ricorso da parte degli assicurati all’utilizzo di preventivatori on line sono l’assistenza (2%), la tutela legale (1,5%), gli infortuni (0,5%) e le perdite pecuniarie (0,2%).
Relativamente alle rappresentanze di imprese Ue, i principali canali di distribuzione sono stati i broker e gli agenti con una quota rispettivamente pari a 42,5% e a 43,1%. In particolare, nel settore auto è quello agenziale il canale distributivo più utilizzato dalle imprese, con una quota del 60,9%, mentre negli altri rami danni è risultato essere quello dei broker (49,9%). Gli sportelli bancari risultano essere il terzo canale di vendita con una quota del 7,9% (5% nel settore auto e 8,7% nei restanti rami). Risulta nel complesso pari a 5,4% la quota della vendita diretta.
Fabio Sgroi
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