Mentre crescono nel mondo i timori legati al cyber risk, nel nostro Paese fanno ancora paura l’interruzione di attività e della filiera produttiva, le catastrofi naturali e la mancata crescita economica. I risultati dell’Allianz Risk Barometer 2015.
I rischi informatici scalano la classifica globale dei rischi più temuti dalle aziende ed entrano nei primi 5 posti. Il fenomeno è in rapido aumento e le imprese non sembrano preparate ad affrontare i pericoli del cyber crime. È quanto evidenzia il 4° rapporto annuale Allianz Risk Barometer 2015.
L’indagine, che è stata condotta tra oltre 500 risk manager e dirigenti sia del Gruppo Allianz, sia di altre multinazionali in 47 paesi, inclusa l’Italia, mostra come i tradizionali rischi industriali come l’interruzione delle attività e della filiera produttiva (46% degli intervistati), le calamità naturali (30%), e incendi ed esplosioni (27%) continuino a preoccupare le imprese, ma sono i rischi informatici (17%) e quelli geopolitici (11%) che registrano i maggiori tassi di crescita.
Il cyber risk, in particolare, è cresciuto molto e per la prima volta, è entrato nella Top 5 dei peggiori rischi per le aziende nella graduatoria globale: nel 2014 si trovava all’8° posto e nel 2013 soltanto al 15°. In Germania, Regno Unito e Stati Uniti, i rischi informatici si collocano nelle prime tre posizioni in classifica, mentre sono sottostimati in Italia, dove non compaiono tra i primi 10 rischi.
«I rischi informatici sono molto complessi», osserva Giorgio Bidoli (nella foto), ceo di Allianz Global Corporate & Specialty Italia. «I diversi soggetti coinvolti, come gli esperti di sicurezza IT e i manager di sicurezza operativa, devono condividere le competenze per identificare e valutare le situazioni di pericolo. Il numero crescente e sempre più sofisticato di minacce informatiche fa sì che sia impossibile, per qualsiasi organizzazione, garantire una protezione completa dal cyber-risk. In tali circostanze, un efficace trasferimento dei rischi è un’arma importante per ogni risk manager. Inoltre, il “fattore umano” non deve essere sottovalutato, poiché i dipendenti possono provocare danni alla sicurezza IT, inavvertitamente o anche deliberatamente».
Secondo il rapporto Allianz Risk Barometer 2015, anche i rischi geopolitici sono temuti dalle aziende e adesso occupano la nona posizione. Questa tipologia di rischio appare tra i primi 10 nella regione Emea e in Brasile, ed è considerato uno dei tre rischi peggiori in Russia e in Ucraina. Inoltre, è la seconda causa principale di interruzione della filiera produttiva (53%) dopo le calamità naturali.
Le implicazioni più gravi, però, derivano dalla business interruption. Per il terzo anno consecutivo, secondo l’indagine Allianz, l’interruzione delle attività e della filiera produttiva è considerata il pericolo principale con quasi la metà (46%) degli intervistati che lo valutano come uno dei tre maggiori rischi per le aziende (+3%), le cui cause principali sono individuate in incendi/esplosioni (43%) e catastrofi naturali (41%).
In Italia, il principale rischio temuto è legato all’interruzione dell’attività e della filiera produttiva, seguito al secondo posto dalle catastrofi naturali e al terzo, in discesa rispetto al 2014, la mancata crescita economica. (fs)
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