Qualche settimana fa, l’associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni è stata ricevuta in audizione dalla commissione Affari Sociali della Camera e ha evidenziato alcuni punti ritenuti fondamentali per lo sviluppo e il miglioramento dei programmi di assistenza sanitaria integrativa.
Come riorganizzare la sanità integrativa? Aiba, l’Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni, ha fornito il proprio contributo in occasione dell’indagine conoscitiva in materia di fondi integrativi del Servizio sanitario nazionale. In particolare, qualche settimana fa una delegazione di Aiba, guidata dal presidente Luca Franzi, è stata ricevuta in audizione dalla commissione Affari Sociali della Camera, al fine di valutare una riorganizzazione della sanità integrativa.
L’associazione ha evidenziato alcuni punti (LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE), ritenuti fondamentali per lo sviluppo e il miglioramento dei programmi di assistenza sanitaria integrativa.
Innanzitutto la creazione di un secondo pilastro di assistenza sanitaria «complementare, uniforme e accessibile» a tutti i cittadini italiani, all’interno del quale prevedere «l’abbattimento della divisione tra fondi collettivi e fondi individuali, rendendo omogenee le regole di ingresso e superando la distinzione e la limitazione tra prestazioni integrative e sostitutive».
Per Aiba occorrerebbe realizzare «un sistema fiscale incentivante all’ingresso nella sanità integrativa e identico sia per accessi collettivi che individuali» e confermare «l’importanza della partecipazione al settore delle imprese di assicurazione, nella considerazione che esse rappresentano un mondo rigidamente regolamentato mentre altre forme di erogazione e distribuzione sono oggi prive di una seria ed efficace regolamentazione, a partire dal mondo delle società di mutuo soccorso. Ciò è indispensabile per garantire a tutti gli assistiti la certezza e l’adeguatezza della prestazione non sempre oggi garantita al di fuori della gestione assicurata».
Ne scaturisce, quindi, «la necessità di una sostanziale revisione delle norme da applicarsi ai vari partecipanti, per consentire a tutti di attenersi a un piano regolamentare unico e coerente, a differenza di quanto avviene oggi». Secondo l’associazione dei broker, inoltre, «per migliorare il coefficiente di trasparenza bisogna rendere accessibile e consultabile l’anagrafe dei fondi gestita dal Ministero della Salute».
Infine, restando nell’ambito della situazione attuale e con particolare riguardo a fondi, casse e mutue che operano in modo collettivo ai sensi dell’articolo 51 comma 2 lett. a) del T.U.I.R., «la sollecitazione alla massima determinazione dei soggetti erogatori di un miglioramento della qualità dei servizi e di una progettazione di prodotto sostenibile e innovativa, nell’ambito di un controllo che spetti totalmente all’Ivass».
Fabio Sgroi
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