La stima è del broker e comparatore Facile.it, che fa una panoramica su cosa coprono e come funzionano questi prodotti.
Mettere a punto polizze sempre più avanzate per proteggere i privati dai rischi connessi all’uso di internet. È uno dei filoni su cui si stanno muovendo le compagnie italiane, creando in questo modo un un mercato potenziale che, secondo le stime del broker e comparatore Facile.it, in Italia potrebbe valere più di 100 milioni di euro l’anno.
«In Italia le polizze contro i cyber risk vengono generalmente proposte come garanzie accessorie all’interno di pacchetti assicurativi legati alla casa con un costo che varia mediamente tra i 24 e i 40 euro l’anno», ha spiegato Lodovico Agnoli, responsabile new business di Facile.it. «Si tratta di coperture ancora poco diffuse nel nostro Paese ma che potrebbero crescere significativamente nei prossimi anni, non solo in virtù di una maggiore consapevolezza dei rischi legati al web, ma anche perché alcune compagnie stanno iniziando a proporre queste assicurazioni come prodotti indipendenti e non più connessi all’abitazione».
Facile.it ha fatto una panoramica su cosa coprono e come funzionano queste polizze. Vediamo.
Nei casi in cui l’intestatario della polizza, o uno dei membri della sua famiglia, sia vittima di cyber bullismo, diffusione illecita di materiale personale, diffamazione o minacce on line, l’assicurazione interviene assistendo il cliente nei processi in sede civile e penale o in via stragiudiziale al fine di ottenere la rimozione dei contenuti lesivi pubblicati e per richiedere l’eventuale risarcimento danni. Se l’azione intrapresa «non porta a risultati concreti in tempi rapidi», alcune compagnie supportano l’assicurato con un team di esperti che «si attiverà per inondare la rete con nuovi contenuti volti a disperdere e minimizzare la visibilità dei materiali lesivi pubblicati, mettendo in atto il cosiddetto flooding».
Alcune polizze contemplano anche la tutela in caso di cyber stalking; «attenzione però perché può capitare che queste coperture siano valide solo se a commettere l’illecito è una persona esterna al nucleo familiare; se invece lo stalker o il cyber criminale è un membro stretto della famiglia, ma anche un ex marito o un ex fidanzato, allora la polizza potrebbe non intervenire».
Oltre alla copertura delle spese legali alcune polizze offrono anche un supporto di natura medica, andando a sostenere, nei limiti del massimale, le eventuali spese per cure psicologiche laddove la vittima manifesti disturbo post traumatico da stress. Le polizze cyber risk tutelano solo le vittime di azioni illecite on line; «se è l’assicurato a commettere un atto doloso, la copertura non è valida. Attenzione però perché non serve necessariamente un’azione dolosa per perdere la copertura: la polizza potrebbe non essere valida anche se la controversia nasce da materiali o informazioni diffusi on line volontariamente dall’assicurato stesso. In casi di vittime minorenni, inoltre, l’assicurazione potrebbe non essere valida se la compagnia dovesse ravvisare una negligenza da parte dei genitori».
Nella maggioranza dei casi, fa presente Facile.it, le polizze per i rischi del web non tutelano se le controversie in atto sono con personaggi pubblici o del mondo dello spettacolo. «Se questo vuol dire che i personaggi famosi devono tutelarsi in maniera diversa, bisogna anche che aspiranti troll, leoni da tastiera ed haters facciano attenzione, perché, nel caso in cui si scaglino contro il Vip di turno con eccessiva acrimonia o veemenza, saranno loro e non la compagnia a dover far fronte ai costi di eventuali azioni legali intentategli dal personaggio famoso».
Le polizze cyber risk spesso offrono strumenti sviluppati per prevenire e ridurre al minimo i rischi on line; si tratta di programmi specifici che proteggono l’assicurato, per esempio, da virus e malware, da attacchi informatici da parte di hacker, dal phishing e dall’intercettazione dei tasti premuti sulla tastiera. Alcune compagnie assicurative si spingono oltre e, attraverso «l’uso di programmi estremamente sofisticati, analizzano il web, e in particolar modo il dark web, con l’obiettivo di individuare eventuali usi fraudolenti dei dati personali dell’assicurato, avvisandolo in caso di possibili situazioni a rischio».
Le compagnie mettono a disposizione dell’assicurato software specifici per il recupero dei dati persi e, «qualora non sufficienti, coprono i costi di riparazione presso un centro specializzato. Le polizze, invece, non tutelano l’assicurato se nel device sono stati volontariamente installati software pirata che hanno causato il danno».
Uno dei rischi più frequenti in rete è legato agli acquisti on line; in questo caso la polizza cyber risk «offre un supporto nella risoluzione di controversie relative a inadempienze contrattuali. Attenzione però alla lista di beni che non sono coperti, perché in alcuni casi è molto lunga: tra le categorie di prodotti normalmente esclusi ci sono, tra gli altri, oggetti preziosi, oggetti intangibili con valore monetario (per esempio azioni, obbligazioni o titoli) e prodotti digitali scaricati on line. Sono escluse, anche, le controversie legate ad aste on line e all’acquisto on line di prodotti usati. È bene considerare, infine, che in alcuni casi la polizza è valida solo se il valore dell’oggetto acquistato è superiore ad un certo importo, normalmente tra i 200 e i 400 euro». (fs)
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