giovedì 02 Ottobre 2025

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ANALISI DEI RISCHI DI CONDOTTA: L’IVASS INTENDE SCANDAGLIARE TUTTI GLI ISCRITTI AL REGISTRO UNICO DEGLI INTERMEDIARI

È uno dei modelli su cui sta lavorando l’istituto di vigilanza. L’obiettivo è di «individuare indici di anomalia a livello di linea di business, canale distributivo, fino al singolo intermediario. Questo insieme informativo sarà presto integrato con l’utilizzo dei dati sugli “stretti legami” degli intermediari».

La sede dell’Ivass

Nel corso della presentazione dell’attività svolta nel 2018 dall’Ivass, il presidente Fabio Panetta si è soffermato, fra l’altro, sulla nuova direttiva riguardante la distribuzione assicurativa (Idd) e su alcuni aspetti legati a questa misura.

Una direttiva che, ha sottolineato Panetta, «ha introdotto nell’ordinamento assicurativo di tutti i paesi dell’Unione la cosidetta customer interest rule, che supera il più tradizionale approccio alla tutela incentrato sulla trasparenza informativa, per richiedere alle compagnie di dotarsi di solidi processi per la definizione di prodotti chiari e in grado di rispondere alle effettive esigenze di protezione dei clienti (la cosiddetta Product Oversight Governance – Pog) e di condividere con le reti distributive l’adozione di procedure di vendita e post-vendita corrette e professionali».

Per il presidente dell’Ivass, «le maggiori tutele previste dalla Idd incidono sui processi di creazione e distribuzione dei prodotti, sui rapporti tra compagnie, intermediari e clienti, sul piano delle responsabilità. Si impone un ripensamento della filosofia e dell’azione degli operatori e della stessa vigilanza su imprese e intermediari».

Compito dell’Ivass, quindi, è quello di vigilare sulla correttezza ed efficacia dei presidi posti in essere da imprese di assicurazione e intermediari assicurativi prima e dopo il lancio di un nuovo prodotto sul mercato. «A questo fine», ha affermato Panetta, «abbiamo da poco avviato una serie di incontri con gli operatori assicurativi che coinvolgono sia il produttore, sia i relativi distributori», allo scopo di «acquisire una visione concreta delle azioni intraprese per adattare i processi interni alla nuova normativa e nel contempo rappresentare le aspettative del supervisore. Sono stati finora coinvolti sei gruppi assicurativi; altri lo saranno a breve». Una sfida che lo stesso istituto di vigilanza ha definito «complessa», perché «l’azione di supervisione muove verso aspetti sempre più qualitativi, assai difficili da intercettare».

L’Ivass, in sostanza, intende fondare il suo approccio su tre pilastri: articolazione e adeguatezza dei sistemi di governo e sorveglianza della produzione e distribuzione dei prodotti; definizione di strumenti di analisi dei rischi di condotta basati su indicatori quantitativi, in grado di segnalare situazioni di potenziale rischiosità; disciplina di mercato.

«La lente della vigilanza», ha detto Panetta, «sarà focalizzata sulla governance e sulle funzioni chiave aziendali, primo e principale “centro di controllo” anche dell’operato della rete distributiva, con un particolare coinvolgimento della funzione di compliance, che andrà pertanto rafforzata».

L’Ivass intende anche modificare l’approccio nella vigilanza sulla condotta di mercato degli operatori del settore assicurativo, concentrandosi sulla capacità di intervenire prima che si verifichino disfunzioni. Per questo l’Ivass ha definito due modelli di analisi dei rischi di condotta, che integrano la “vista” del consumatore nell’identificare le priorità per l’attività di vigilanza.

«Il primo», ha spiegato Panetta, «scandaglia i prodotti e le pratiche liquidative; il secondo le reti di intermediari, gli oltre 230.000 iscritti al Rui, con l’obiettivo di individuare indici di anomalia a livello di linea di business, canale distributivo, fino al singolo intermediario. Questo insieme informativo sarà presto integrato con l’utilizzo dei dati sugli “stretti legami” degli intermediari».

Per conoscere e indagare i reali comportamenti in fase distributiva, «obiettivo particolarmente complesso anche in sede ispettiva», ha aggiunto Panetta, «è al vaglio la possibilità, che beneficerebbe di interventi normativi, di ricorrere a strumenti, già in uso presso autorità estere, come il mistery surfing e il mistery shopping».

Fabio Sgroi

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