Secondo le ultime rilevazioni dell’Ivass, il premio medio Rc auto di 415 euro è così suddiviso: 52 euro di imposte, 34 euro di contributo al Servizio sanitario nazionale e 329 euro di premio netto (di cui 8 sono destinati al Fondo garanzia vittime della strada).
L’ultima indagine Iper (quarto trimestre 2018) dell’Ivass relativa all’andamento dei prezzi effettivi per la garanzia Rc auto ha evidenziato come il premio medio pagato sia pari a 415 euro.
L’indagine ha analizzato anche la composizione del premio fra premio netto o imponibile (include il premio puro destinato alla copertura del rischio, le provvigioni di acquisizione, le spese di gestione e l’eventuale profitto dell’impresa), imposte (il tributo provinciale determinato secondo un’aliquota fissata annualmente dalle province in misura compresa tra il 9% e il 16%) e contributo per il Servizio sanitario nazionale (si determina sul premio imponibile nella misura del 10,5%).
Inoltre, le compagnie versano annualmente un contributo al Fondo garanzia vittime della strada determinato, mediante Decreto, dal Ministero dello Sviluppo Economico e pari, attualmente, al 2,5% del premio netto o imponibile. Questo contributo incide quindi, in modo indiretto, sul premio pagato.
Fatta questa premessa, è emerso che i 415 euro del premio pagato si suddividono in 52 euro di imposte, 34 di contributo al Servizio sanitario nazionale e 329 euro di premio netto (di cui 8 sono destinati al Fondo garanzia vittime della strada).
L’effetto combinato della diminuzione del premio e dell’aumento delle aliquote ha determinato un incremento del peso percentuale della fiscalità sul premio pagato (da 12,1% del 2013 al 12,5% del 2018).

L’aliquota di imposta media sulla Rc auto, stabile rispetto al 2017, è pari al 15,7%: le province posizionate sull’aliquota massima sono 97 (su 107). L’aliquota minima (9%) è applicata ad Aosta, Trento e Bolzano; le aliquote intermedie si riscontrano nelle province del Friuli Venezia Giulia, a Sondrio, Avellino e Oristano. L’analisi storica dell’aliquota d’imposta evidenzia, a partire dal 2011, un progressivo spostamento delle province dall’aliquota intermedia verso l’aliquota massima.
Fabio Sgroi
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