Il consulente di K Partners, che si occupa di privacy e di sistemi di gestione e compliance di agenzia, interviene su titolarità dei dati, Idd, Regolamento 40 e Pog. E dà alcuni suggerimenti…
Le ultime normative che impattano sul settore assicurativo? «Ci vorranno mesi prima di assestare alcuni aspetti che riguardano anche l’attività degli intermediari assicurativi, perché attualmente siamo in una fase che definirei di assoluta interpretazione”». Non usa mezzi termini Francesco Netti, consulente di K Partners che si occupa anche di sistemi di gestione e compliance di agenzia, nonché di privacy, a proposito delle ultime norme, Idd su tutte, che stanno investendo gli agenti.

Intervenuto qualche settimana fa a un convegno organizzato dalla sezione provinciale Sna di Milano presso il Saint-Gobain Habitat Lab di Corsico (Milano), Netti ha provato a fare un po’ di chiarezza su alcuni aspetti, relativamente a come è cambiata l’attività agenziale e quindi l’operatività dopo l’entrata in vigore dei regolamenti 40 e 41 dell’Ivass, con riferimento anche alla nuova direttiva sulla distribuzione assicurativa che, ha affermato, «non è altro che l’attuazione dell’insurtech».
PRIVACY E IDENTITA’ COMMERCIALE DELL’AGENZIA – Uno dei temi più attuali è quello della privacy. «A questo proposito», ha precisato Netti, «è sempre importante inquadrare correttamente i ruoli e il primo ruolo è che l’agenzia assicurativa è titolare autonoma dei dati. Questo è un concetto che non è in discussione, in quanto si è titolari autonomi nell’istante in cui si trattano i dati di dipendenti, fornitori e clienti. E allo stesso modo si è anche responsabili del trattamento dei dati. C’è da dire che in Europa non c’è distinzione fra titolare e responsabile dei dati, mentre in Italia c’è ancora una differenza. Tutto ciò porta a un problema nel rapporto fra compagnia e agente».
Netti non ha dubbi: «In realtà siamo ancora in una fase in cui le compagnie stanno in modo autoritario decidendo le regole di gestione del cliente e in futuro i rapporti fra gli agenti e le imprese saranno sempre più conflittuali».
Cosa fare allora? Per Netti c’è una sola strada da seguire e dipende principalmente…dall’agenzia stessa. «Bisogna che l’agenzia trovi una sua identità commerciale. Innanzitutto avere un proprio database su cui fare la privacy, che sia però strutturato per essere operativo, per fare marketing autonomo, con l’obiettivo che questo meccanismo abbia una sua utilità. Occorre poi capire in questo contesto dove si vuole posizionare l’agenzia; a mio parere le agenzie con portafogli di 500.000 euro o di 1 milione di euro hanno molta difficoltà ad andare avanti. Individuare un proprio logo, una denominazione dell’agenzia, acquisire competenze di marketing, sviluppare un piano di comunicazione e analizzare i propri dati sono tutti aspetti che sicuramente possono portare un certo vantaggio. Anche le economie di scala sono importanti. Il plurimandato? Sarà una scelta fisiologica, soprattutto nel momento in cui non si riesce a vendere un prodotto per soddisfare le esigenze della clientela».
Già, il cliente. Per Netti «è necessario cominciare a orientarsi su di lui e quindi utilizzare sistemi informatici ad hoc per avere una gestione autonoma dello stesso. È importante dotarsi di sistemi autonomi di agenzia e non utilizzare le piattaforme informatiche che creano meccanismi di prospect automatici che stridono con il modo di lavorare dell’agente, che lavora più sul contatto diretto, sulla persona».
IL PANORAMA NORMATIVO DOVE L’UE «DECIDE TUTTO» E L’IDD – «Chi regolamenta il mercato è l’Unione Europea», ha sottolineato Netti, al punto che «oggi il regolamento europeo diventa già legge senza passare dallo stato membro. Il settore assicurativo? Fino a poco tempo fa era un po’ disgiunto da quello finanziario, ma le turbolenze finanziarie e le truffe hanno avviato un processo di revisione delle direttive, richiedendo un allineamento per ragionare tutti allo stesso modo. Per una migliore trasparenza informativa».
Il risultato è «una “esplosione” di regolamenti, alcuni aggiornati da provvedimenti, e norme che viaggiano “da sole”, nel senso che non sono collegate all’Ivass». Insomma, ha continuato Netti, «è un continuo aggiornamento normativo».
Il consulente di K Partners ha poi illustrato quelli che sono i tre principi comuni delle normative: quello di proporzionalità («nessuno dice all’intermediario cosa fare, nulla è definito; tutto va analizzato sulla base del rischio»), la responsabilità primaria («il capo è sempre responsabile di ogni cosa») e l’obbligo di informazione di ritorno («chi esegue deve segnalare i problemi al superiore»).
Ovviamente non sono mancati i riferimenti alla tanto discussa Idd, la nuova direttiva europea sulla distribuzione assicurativa entrata in vigore lo scorso mese di ottobre. Quale è lo scopo primario della direttiva? «Fare in modo che sia obbligatoria la profilazione delle polizze e, attraverso l’istituzione della nuova sezione F, aprire il più possibile ad altri attori l’attività di intermediazione. Sembra che si voglia creare un canale parallelo a quello dell’attività svolta da chi è iscritto alle sezioni A ed E del Rui, ma con meno regole», ha risposto Netti.
Per quanto riguarda il Regolamento 40 dell’Ivass, il consulente di K Partners ha provato a chiarire alcuni dubbi riguardo la terminologia utilizzata e che spesso lascia spazio a interpretazioni. Così ha suggerito, tra l’altro, di «iscrivere sempre nel Rui i collaboratori che operano all’interno dei locali; di archiviare sempre le comunicazioni e le istanze inviate all’Ivass, dal momento è possibile che l’istituto di vigilanza cambi i modelli senza renderlo noto; di creare un fascicolo, quando si predispongono i sistemi di controllo, con tutta la documentazione che devono firmare collaboratori e dipendenti, in modo da seguire degli standard per essere più snelli».
POG – Occhi puntati anche sul Pog (Product Oversight and Governance arrangements), cioè i requisiti organizzativi in materia di governo e controllo del prodotto in capo ai produttori e ai distributori che realizzano qualsiasi tipologia di prodotto assicurativo da vendere ai clienti. Una passaggio contenuto nella direttiva sulla distribuzione assicurativa (Idd).
«In linea ipotetica può essere contestato al distributore il ruolo di produttore», ha fatto presente Netti. È più che altro un problema di responsabilità. «Il produttore non fornisce il target market e ci sono alcuni dati che la compagnia non vuole dare agli agenti, ritenendoli un segreto industriale. È evidente che l’agente a questo punto non può definirsi distributore e quindi il Pog non dovrebbe applicarsi all’agenzia. Il ragionamento è semplice: all’agente viene impedito di avere voce in capitolo, non ha potere decisionale e dunque non può essere responsabile di un processo di coerenza, qualora venga contestata la sua professionalità e il suo modo di agire. Cosa fare? I gruppi aziendali agenti devono valutare i Pog e se evidenziano delle anomalie devono segnalarle per iscritto alla mandante, sottolineando il fatto che l’agente non risponde e non si considera distributore in quanto non ha la possibilità di operare come agente professionista. Occorre documentare al produttore titolare tutte le problematiche sul meccanismo di distribuzione. Una presa di posizione necessaria».
Fabio Sgroi
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