Il nodo è il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti siglato dallo Sna e definito di «dubbia legittimità» da Confcommercio.
Lo Sna e la Confcommercio sono ai ferri corti. Motivo? Il Contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti di agenzia siglato dal sindacato di via Lanzone. Con una comunicazione del 18 dicembre scorso, Confcommercio ha messo in guardia gli aderenti definendo l’accordo sottoscritto dallo Sna di «dubbia legittimità», con l’invito a non dare applicazione all’intesa.
Confcommercio, in sostanza, sottolinea che l’accordo «è stato stipulato in via autonoma da parte di Sna e che il nuovo Statuto Confcommercio (art. 10, IV comma) stabilisce che “i contratti/accordi nazionali siano negoziati con l’assistenza degli uffici Confederali e sottoscritti congiuntamente alla Confederazione su conforme parere del Consiglio Confederale”. In pratica, il Ccnl in esame non ha acquisito il parere degli organi confederali e non è stato sottoscritto dalla Confcommercio.
Una presa di posizione che ha sorpreso il sindacato presieduto da Claudio Demozzi. «Non ci faremo intimorire e non permetteremo a Confcommercio di effettuare scelte politiche per conto di Sna», ha affermato Demozzi dalle pagine di Snachannel. «Ricordo a tutti che la nostra adesione a Confcommercio è sempre stata a livello di partnership politica, non certo a carattere formale. La pretesa di Confcommercio crea una distanza incolmabile tra le due associazioni».
La problematica sarà discussa nel corso del prossimo esecutivo nazionale dello Sna. (fs)
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