Il Sindacato nazionale agenti, nei giorni scorsi, aveva inviato una lettera alla compagnia con la quale stigmatizzava la cessazione del rapporto con 29 agenzie e le relative modalità di comunicazione. La compagnia ribatte:«La maggior parte delle chiusure condivise con le agenzie, molte delle quali addirittura proposte dagli stessi agenti».

Botta e risposta fra il Sindacato nazionale agenti e Cattolica Assicurazioni sulla questione revoche agenti.
I fatti. Lo scorso 15 gennaio il sindacato di via Lanzone invia una lettera a firma del suo presidente, Claudio Demozzi, all’indirizzo di Alberto Minali, amministratore delegato di Cattolica (e per copia conoscenza all’Ania e ai presidenti dei gruppi aziendali agenti di Cattolica). La missiva fa riferimento alla cessazione del rapporto agenziale, da parte della compagnia, «con ben 29 agenzie in gestione libera» e in alcuni casi, scrive lo Sna, «si è trattato addirittura di revoca per andamento tecnico non gradito alla compagnia».
Lo Sna evidenzia come alcuni di questi provvedimenti siano stati «notificati nel periodo pre-natalizio e questo appare obiettivamente assai poco edificante, specie per un’impresa che, almeno nel nome, si ispira, o dovrebbe ispirarsi, ad una ben precisa gerarchia di valori». Il sindacato ritiene che «l’accelerazione da voi (rivolgendosi a Cattolica, ndr) impressa all’apparente strategia di ridimensionamento del canale agenziale meriti certamente l’attenzione delle istituzioni per i possibili, gravi effetti sulla distribuzione assicurativa, sulla concorrenza e sul futuro di numerose micro-aziende agenziali con le relative perdite in termini occupazionali».
Demozzi, pertanto, ha invitato Cattolica a «cessare immediatamente ogni eventuale azione/pressione nei confronti degli agenti che liberamente non intendano sottoscrivere accordi di contitolarità del trattamento dei dati dei clienti, ritenendo di loro maggiore interesse rivestire il ruolo di titolare autonomo; bloccare immediatamente ogni provvedimento di cessazione unilaterale di rapporti agenziali ad nutum o con motivazione infondata o per giusta causa strumentale (inesistente); valutare il tempestivo reintegro degli agenti revocati; quantificare, comunicare e liquidare prontamente e comunque entro i termini dell’A.N.A. 2003 (Accordo Nazionale Agenti-Imprese) le indennità spettanti agli agenti cessati non reintegrati».

LA REPLICA DI CATTOLICA – Poco fa Cattolica, con una nota, ha voluto chiarire la questione e allo stesso tempo replicare alla missiva di Demozzi. La compagnia ha precisato che «la maggior parte delle chiusure avvenute nel corso degli ultimi mesi sono state operazioni condivise con le agenzie, molte delle quali addirittura proposte dagli stessi agenti. L’operazione di razionalizzazione della nostra presenza sul territorio, che essendo finalizzata al recupero di redditività non comporta necessariamente la cessazione dell’attività di un’agenzia, quanto invece il suo accorpamento con altre agenzie sul territorio, è stata dettata da una strategia di consolidamento e rafforzamento dei singoli punti vendita. Cattolica», prosegue la nota, «ritiene infatti che agenzie con economie più sostenibili, finalità già condivisa con gli agenti del Gruppo in occasione della presentazione del Piano Industriale 2018-2020, siano la premessa necessaria per un corretto e profittevole presidio del mercato. Tale finalità è stata poi ribadita nel corso della trattativa tra la Direzione Distribuzione di Cattolica e i Sindacati degli agenti che ha portato, lo scorso ottobre, alla firma del nuovo contratto integrativo sottoscritto da tutti i Gruppi Agenti».
La compagnia ha aggiunto che «l’azione di recupero di redditività e di rafforzamento della presenza agenziale continuerà secondo le linee tracciate nel Piano Industriale. La compagnia, che ha agito correttamente secondo i più basilari principi di business e meritocrazia, respinge ogni insinuazione volta a screditare la trasparenza del suo operato e pertanto si astiene dal commentare quanto scritto in merito a valori e temporalità di alcune comunicazioni perché pretestuoso e senza alcun minimo fondamento».
Fabio Sgroi
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