lunedì 13 Ottobre 2025

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I SERVIZI DI WELFARE OFFERTI? PER DUE ITALIANI SU TRE SONO NEGATIVI

È quanto emerge da una ricerca di Ipsos presentata al Welfare Italia Forum 2018.
 
Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos, durante l’ultimo Welfare Italia Forum 2018

Quasi due italiani su tre giudicano negativamente i servizi di welfare, ma sulla sanità le valutazioni positive prevalgono su quelle negative; il 46% è preoccupato di ammalarsi in futuro, il 36% teme per l’inadeguatezza della pensione; il 54% vuole mantenere tutti i servizi di welfare gratuiti o a basso costo solo per chi è in condizioni di povertà; solo il 22% degli italiani ha un’assicurazione sanitaria (e il 61% non intende farla), mentre il 30% ha un piano pensionistico integrativo. Sono le evidenze più significative della ricerca Gli italiani: bisogni, aspettative e scelte di welfare, realizzata da Ipsos su un campione rappresentativo della popolazione italiana e presentata a Roma la settimana scorsa, in occasione del Welfare Italia Forum 2018, iniziativa del gruppo Unipol giunta alla nona edizione, collocata nell’ambito del programma Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali.

Secondo quanto si legge in una nota di Unipol e relativa proprio alla ricerca di Ipsos, «i giudizi degli italiani sui servizi di welfare sono prevalentemente negativi (valutati in modo pessimo o scarso dal 61% della popolazione – con punte del 75% nel centro Italia – e in modo ottimo o buono dal 33%, percentuale che sale al 39% nel nord ovest). La sanità è il settore del welfare considerato più importante, su cui ci si aspetta un investimento da parte dello Stato per potenziare i servizi ai cittadini. Emerge anche la consapevolezza che il sistema sanitario andrà incontro a difficoltà crescenti per l’invecchiamento della popolazione e per le risorse economiche pubbliche sempre più limitate. Nonostante ciò, gli italiani non mostrano un atteggiamento attivo sia in termini di coperture complementari sia di informazione e approfondimento del tema».

Gli italiani, in sostanza, percepiscono «la necessità di riformare il sistema di welfare e di riallocare le risorse pubbliche in modo più efficiente. Su cosa sia più importante, si dividono in due gruppi: il 48% ritiene che i servizi debbano essere sempre garantiti a tutte le fasce di reddito, anche accettando un aumento delle tasse e una perdita di efficienza, mentre il 32% vorrebbe servizi più efficienti e con più libertà di scelta, anche a costo di pagarli e non poterli rendere accessibili a tutti».

Nel complesso, però, circa l’80% degli italiani «è d’accordo sul fatto che il sistema sanitario di assistenza gratuita o a costi bassi sia sostenibile nel lungo periodo solo se si eliminano gli sprechi e i costi eccessivi della politica».

Tra i vari settori del welfare, la sanità è considerato quello più importante, l’unico a raccogliere più giudizi positivi (48%) che negativi (47%): il 68% degli italiani vorrebbe che nei prossimi anni lo Stato spendesse di più rispetto a oggi in sanità, ma soltanto il 15% è convinto che lo farà. Le preoccupazioni personali per il futuro sono molteplici e riguardano soprattutto una possibile condizione di malattia o non autosufficienza (46%), l’inadeguatezza della pensione (36%), la difficoltà far fronte alle spese (30%) e la mancanza di una prospettiva lavorativa (29%). (fs)

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