È quanto annunciato da Salvatore Rossi, presidente dell’istituto di vigilanza: «Servirà per valutare i progressi fatti».
L’indagine svolta dall’Ivass presso gli intermediari assicurativi tradizionali (agenti e broker) sulla prevenzione dei rischi informatici? Avrà un seguito. Lo ha annunciato Salvatore Rossi, presidente dell’istituto di vigilanza.
Fra le attività, molte, su cui l’Ivass sta concentrando i suoi sforzi, c’è anche quello relativo al rischio di attacchi informatici, il cosiddetto cyber risk, «azioni maligne che sfruttano le vulnerabilità di un dispositivo informatico, o del codice che ne consente il funzionamento, per interromperne l’operatività, ottenere indebito accesso ai dati che custodisce o comprometterne l’integrità», l’ha definito Rossi.
Tutto il sistema finanziario, ha sottolineato, è un obiettivo «privilegiato» per gli attacchi cyber, «che siano motivati dal profitto o dall’intenzione di disturbarne l’ordinato funzionamento. La superficie aggredibile è ampia per via dell’uso intensivo di tecnologie informatiche e delle numerose interdipendenze. I danni che un attacco informatico può provocare sono grandi e sono possibili ricadute sistemiche».
L’attenzione dell’Ivass su questo fronte è alta e molte sono le attività che, anche congiuntamente con la Banca d’Italia, sta ponendo in essere per rafforzare la sicurezza informatica del sistema finanziario. «Abbiamo svolto un anno fa una indagine presso gli intermediari assicurativi tradizionali sulla prevenzione dei rischi informatici», ha ricordato Rossi. «Ne risultava che, se la consapevolezza dell’esistenza di questi rischi e della loro serietà era abbastanza diffusa, non ne erano ancora seguite in molti casi concrete misure di prevenzione e di cura. Ne abbiamo quindi suggerite alcune. L’anno prossimo rinnoveremo l’indagine per valutare i progressi fatti».
Fabio Sgroi
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