ANAPA SUL FONDO PENSIONE AGENTI: «SIAMO SICURI CHE VADA DAVVERO TUTTO BENE?»

26 Giugno 2018

L’associazione presieduta da Cirasola evidenzia «le tante lettere di protesta ricevute da molti colleghi attivi e in particolare da quelli già in pensione che lamentano sussidi “da elemosina”». E all’ultima assemblea dei delegati del Fondo ha chiesto di devolvere l’attivo a favore dei pensionati e, in particolar modo, alle vedove e ai vedovi che godono della pensione di reversibilità.

  

Anapa Rete ImpresAgenzia torna ad accendere un faro sulla situazione del Fondo pensione agenti. Attraverso una nota indirizzata, fra l’altro, ai presidenti dei gruppi aziendali agenti e agli agenti anche non iscritti all’associazione, Anapa pone una domanda e cioè se, «dopo la cura di lacrime e sangue», vada «davvero tutto bene».

L’associazione ricorda come da una parte ci sia stata l’approvazione del bilancio (aprile scorso), con l’evidenza da parte del consiglio di amministrazione del Fondo di «un avanzo di gestione di 26 milioni di euro e un avanzo tecnico di 90 milioni», ma dall’altra sottolinea «le tante lettere di protesta che Anapa Rete ImpresAgenzia riceve da molti colleghi attivi e in particolare da quelli già in pensione che lamentano sussidi “da elemosina” (clicca QUI per leggere un caso riportato sul sito di Anapa)».

Per questa ragione l’associazione presieduta da Vincenzo Cirasola nell’ultima assemblea dei delegati, attraverso i suoi rappresentanti, ha chiesto «con decisione al consiglio di amministrazione del Fondo, dove siede in modo paritetico anche l’Ania (la quale a tutt’oggi, grazie allo Sna, non ha tirato fuori 1 euro dei 25 milioni offerti) di devolvere l’attivo proprio a favore dei pensionati e, in particolar modo, alle vedove e ai vedovi che godono della pensione di reversibilità».

Secondo quanto comunicato da Anapa, la proposta «è stata condivisa anche da altri delegati anche in quota Sna».  Adesso l’associazione degli agenti si augura «che il consiglio di amministrazione del Fondo si attivi tempestivamente presso Ania e Covip». Durante l’assemblea dei delegati è stata anche richiesta «una maggiore trasparenza di informazione».

LE DOMANDE DI ANAPA – Per esempio, sempre secondo Anapa, la categoria degli agenti avrebbe bisogno di ricevere risposte «chiare e univoche» ad alcune domande. Eccole, riportate testualmente:

  1. Perché il nuovo CdA si è rifiutato di inviare ad Anapa il “famoso dossier” di 75 pagine redatto dal commissario straordinario prima di terminare l’incarico?
  2. Perché, dopo la cura di «lacrime e sangue» che la categoria (pensionati e prossimi al pensionamento, nonché eredi) ha subìto per salvare il Fpa, che faceva acqua da tutte le parti proprio a causa dei “numeri promessi” dai precedenti amministratori, si persegue in questa comunicazione dai toni propagandistici, tra l’altro basata su ipotesi che già in passato non sono state rispettate?
  3. Perché nessuno racconta che grazie allo Sna, che ha detto NO a tutte le ipotesi di risanamento proposte dal commissario, la categoria ha dovuto rinunciare al contributo una tantum dell’Ania di 20 milioni (elevabile a 25 milioni, grazie alla mediazione del senatore Cassano) + 100 euro all’anno per ogni agente, pari a oltre 1,5 milioni di euro vita natural durante, unicamente per mantenere la «prestazione definita»?

    La sede del Fondo pensione agenti a Roma
  4. Perché nessuno degli attuali amministratori di Fonage spiega che la tanto decantata «prestazione definita», in base al piano di risanamento che il commissario straordinario ha fatto approvare alla Covip, dovrà in futuro essere verificata anno per anno sulla base delle risultanze del bilancio tecnico e all’aggiornamento dei calcoli attuariali, per evitare il rischio di un altro buco prospettico?
  5. Perché vengono esaltate le inique modifiche statutarie post risanamento, che consentono anche ai nuovi iscritti di accedere alle prestazioni definite del fondo «senza versare gli arretrati» (di cui ha beneficiato anche il presidente dello Sna, tra i 100 “fortunati” nuovi iscritti), e l’over rispetto al tasso tecnico di mantenimento, frutto della gestione appena conclusa (peraltro in un contesto di mercato estremamente favorevole) che non è detto che si ripeta il prossimo anno? 

Anapa ha specificato che nel caso in cui non dovesse ricevere risposte a questi cinque quesiti, le stesse domande saranno inviate al Fondo «ogni mese fino a quando non avremo un soddisfacente riscontro, per rendere giustizia ai tanti che, dopo una lunga vita di duro lavoro e di grandi sacrifici, si ritrovano costretti a tirare avanti con un sussidio non certamente adeguato a quelli che sono stati gli sforzi per garantirsi una serena pensione».

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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