Ieri, a Roma, la presentazione del rapporto annuale 2017 del Centro studi intermediazione assicurativa. Il bilancio del rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe.
«Il Cesia? Oggi, al completamento del secondo anno di attività, non è più un progetto, ma una scommessa vinta». Ha esordito così Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe (compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari assicurativi), ieri pomeriggio, in occasione della presentazione del rapporto annuale 2017 del Centro studi intermediazione assicurativa, costituito proprio per iniziativa di Cgpa Europe. Al Parco dei Principi di Roma si sono dati appuntamento agenti, broker, legali e istituzioni del mercato assicurativo, per fare un bilancio dell’attività svolta.
«Quando alla fine del 2015 Cgpa Europe ha progettato il Cesia l’ambizione era elevata», ha ricordato Sapigni: «Attraverso la prevenzione dei rischi di Rc professionale, il centro studi intendeva contribuire all’evoluzione dell’attività di intermediazione assicurativa, soprattutto in termini di qualità della distribuzione. La natura sperimentale del Cesia, d’altra parte, rendeva questa ambizione una scommessa: si trattava della prima istituzione italiana dedicata esclusivamente allo studio dei rischi della Rc professionale degli intermediari assicurativi. Oggi posso affermare con orgoglio che il Cesia ha vinto la scommessa. Il lavoro delle due aree in cui si articola il centro studi (laboratorio degli intermediari e comitato scientifico) ha contribuito a fare cultura e generato un confronto produttivo sulla evoluzione del rischio di Rc nella normativa, nella giurisprudenza e nella prassi gestionale dell’intermediazione. Il Cesia è diventato un punto di riferimento in chi ha a cuore lo sviluppo della cultura assicurativa in Italia. I protagonisti del Cesia, cioè gli intermediari, hanno ben compreso il ruolo del centro studi, un “agorà” che abbiamo messo a disposizione per mettere a fattor comune le loro esperienze, le conoscenze, le competenze e i dubbi, per far sì che si possano prevenire i rischi».

E veniamo all’attività del 2017. «L’annual report del 2016 aveva analizzato le aree sensibili per il rischio e la normativa; il rapporto annuale 2017 entra nelle evidenze della prassi», ha rimarcato Sapigni, con una «presentazione di casi che si sono effettivamente verificati nell’attività di intermediazione con i sinistri denunciati, i profili di responsabilità in capo agli intermediari e le pronunce dei giudici. Un insieme di informazioni dalle quali gli intermediari potranno estrarre le indicazioni utili per la prevenzione».
Il tema centrale, dunque, resta l’evoluzione del rischio di Rc, con particolare riferimento alle evoluzioni della dottrina e alle recenti pronunce della magistratura. Nel corso del 2017 il Cesia si è concentrato in particolare sullo studio e sulla discussione di due temi cui ha dedicato i suoi seminari: la collaborazione tra gli interemediari e la nuova regolamentazione sulla privacy e sulla tutela dei dati personali.
Alla presentazione di ieri, la cui introduzione ai lavori è stata affidata a Silvia Lumediluna (responsabile commerciale di Cgpa Europe) sono intervenuti Massimo Michaud, coordinatore del Cesia e Sara Landini, docente di diritto privato e di diritto delle assicurazioni all’Università di Firenze e componente del comitato scientifico del Cesia.
C’è stato spazio anche per una tavola rotonda, moderata dall’avvocato Alessandro Calzavara, a cui hanno partecipato: Giovanna Volpe Putzolu, professore emerito di diritto delle assicurazioni all’Università di Roma La Sapienza e presidente del comitato scientifico del Cesia (ha parlato di Idd), Paola D’Ovidio, magistrato presso il Massimario della Corte di Cassazione, Patrizia Pompei, presidente della quinta sezione civile del Tribunale di Firenze e lo stesso Sapigni. Fra le altre cose si è discusso anche di claims made.
Sui lavori di Roma e sull’attività del Cesia nel 2017 Tuttointermediari.it ritornerà nei prossimi giorni con articoli di approfondimento.
Fabio Sgroi
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