mercoledì 10 Settembre 2025

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INDAGINE SUI COMPARATORI: L’IVASS RISCONTRA DIVERSI PROFILI DI CRITICITA’ PER I CONSUMATORI

L’istituto di vigilanza ha reso noti i risultati dell’indagine avviata alla fine del 2013 e solleva dubbi su conflitti di interesse, criteri utilizzati per la comparazione, abbinamento di coperture accessorie alla Rc auto, consenso privacy, trasparenza delle informazioni sui siti e persino sui messaggi pubblicitari. Gli operatori avranno tempo fino al 31 gennaio 2015 per adeguarsi alle misure imposte dall’Ivass.

 

Sono numerosi e svariati i profili di criticità per i consumatori emersi dalle verifiche effettuate dall’Ivass, che oggi ha reso noti i risultati della indagine sui siti comparativi nel mercato assicurativo italiano. Una indagine finalizzata, appunto, a verificare il livello di correttezza e trasparenza delle informazioni e delle quotazioni fornite dai siti di comparazione. In particolare, le criticità sottolineate dall’Ivass riguardano:

Conflitti di interesse –  I siti comparano solo (o prevalentemente) le imprese con cui hanno stipulato accordi di partnership e da cui percepiscono provvigioni. E di tale conflitto di interesse non viene data chiara informativa.

Copertura di mercato e indicazione del numero di imprese comparate – L’indicazione della “copertura di mercato”, intesa come quota delle imprese comparate rispetto al totale, è assente; in più viene pubblicizzato un numero di imprese comparate (in genere 18) spesso superiore a quello effettivo.

Criteri di comparazione – La comparazione si basa esclusivamente sul prezzo; non sono oggetto di comparazione i contenuti della polizza (massimali, franchigie, rivalse, esclusioni…); ciò determina il rischio che al cliente non sia offerto un prodotto adeguato rispetto alle proprie esigenze assicurative e inoltre che sia effettuata una comparazione di prodotti disomogenei. È stata poi rilevata una variabilità ingiustificata degli output di comparazione (instabilità numerica) e l’assenza di motivazioni in caso di mancanza di quotazione di alcune imprese.  Infine, l’assenza di quotazioni per alcuni profili particolarmente sfavorevoli (età, zona territoriale) lascia ritenere che vi possano essere politiche di selezione dei rischi, forse anche concordate con le imprese partner.

Abbinamento delle coperture accessorie alla rc auto – È emerso il forzato abbinamento di garanzie accessorie, anche in assenza di richiesta del consumatore, come probabile conseguenza delle politiche remunerative (i siti percepiscono provvigioni maggiori in caso di abbinamento); per eliminare le coperture il consumatore deve usare il meccanismo di deselezione (opt out).

Messaggi pubblicitari – Sono presenti messaggi pubblicitari del tipo “risparmia fino a 500 euro” o “compara i migliori prodotti o le migliori imprese”, che non risultano fondati su elementi verificabili o non forniscono indicazione sui criteri di valutazione.

Consenso privacy e altre liberatorie – È stata rilevata l’acquisizione automatica mediante unico click di una pluralità di consensi per il trattamento dei dati rilevanti per la privacy, per l’utilizzo degli stessi per finalità pubblicitarie o commerciali e per presa visione dell’informativa precontrattuale prevista dalla normativa assicurativa; ciò indebolisce il livello di consapevolezza del consumatori sui consensi resi.

Trasparenza delle informazioni sui siti – Le informazioni relative al sito, al suo ruolo e all’attività svolta non sono facilmente reperibili e non adeguatamente evidenziate. Non risulta di immediata percezione la natura commerciale dell’attività svolta e l’assetto proprietario del sito; non sono indicate le modalità per presentare reclami.

L’INDAGINE –  L’indagine ha preso spunto dalla forte diffusione della comparazione on line di prodotti assicurativi nel settore Rc auto (circa 12,9 milioni di preventivi effettuati nel 2013 attraverso 6 siti operanti in Italia e in particolare Chiarezza.it, Comparameglio.it, Facile.it, Segugio.it, 6Sicuro.it e Supermoney.it). Ivass ha tenuto conto delle indicazioni contenute nel Report on Good Practices on Comparison Websites pubblicato dall’Autorità Europea di Vigilanza delle Assicurazioni e dei Fondi Pensioni (Eiopa)nel gennaio 2014, per promuovere a livello europeo l’adozione da parte dei siti comparativi di condotte che garantiscano la correttezza della comparazione e la trasparenza delle informazioni rese al pubblico. L’indagine è stata condotta attraverso «una preliminare ricognizione sul web dei siti operanti in Italia; accessi ai siti da parte di funzionari Ivass che si sono finti cittadini interessati all’acquisto di una polizza Rc auto; richieste di dati e informazioni aggiuntive ai soggetti coinvolti; incontri con i gestori dei siti e con le imprese assicurative oggetto di prevalente comparazione, nonché con alcune associazioni di categoria di intermediari e con alcune compagnie che operano attraverso i canali tradizionali».

IVASSLE MISURE IMPOSTE DALL’IVASS – A conclusione dell’indagine, l’Ivass ha evidenziato diversi elementi di criticità in termini di trasparenza e correttezza, con un gap significativo rispetto alle Good Practices individuate a livello europeo. L’istituto di vigilanza ha chiesto di rimuovere le criticità rilevate intervenendo sugli intermediari assicurativi che gestiscono i siti comparativi oggetto della indagine «chiedendo di adottare specifiche misure correttive entro il 31 gennaio 2015».

Nel dettaglio, i principali interventi richiesti riguardano:

– L’indicazione in home page dell’elenco delle imprese di assicurazione con cui sussistono accordi di partnership ai fini della comparazione e indicare chiaramente che il servizio di comparazione è soggetto a remunerazione da parte di tali imprese;

– L’indicazione nell’output di comparazione, per ciascuna polizza, delle provvigioni corrisposte dall’impresa in caso di conclusione del contratto;

– L’indicazione chiara della quota di mercato comparata;

– Garantire che il numero delle imprese pubblicizzate ai fini del confronto corrisponda a quello delle imprese effettivamente comparate. In caso di mancata quotazione di una o più imprese, ne deve essere data spiegazione e le quotazioni mancanti vanno comunque fornite in un momento successivo al consumatore;

– L’adozione di un processo di rilevazione delle esigenze assicurative del cliente e di quotazione tale da esporre un ranking in cui siano presenti solo prodotti rispondenti alle esigenze manifestate dal cliente;

– Non basare la comparazione solo sul prezzo, ma anche sulle caratteristiche “chiave” della polizza, presentando queste ultime secondo uno standard uniforme, in modo da agevolare il confronto tra le diverse offerte;

– Evitare forme di abbinamento forzato delle coperture accessorie alla Rc auto e meccanismi di opt out a carico del consumatore;

– La modifica della procedura di raccolta del consenso privacy e di altre “liberatorie”;

– La revisione dei messaggi pubblicitari in linea con la normativa vigente in materia di pubblicità ingannevole.

Fabio Sgroi

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