sabato 06 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

SPAMPINATO: «GLI AGENTI ASSIMOCO? ECCO DI COSA HANNO BISOGNO. E ALLA COMPAGNIA CHIEDO COLLABORAZIONE»

Il nuovo presidente del Gruppo aziendale agenti Assimoco – Assimoco Vita rilascia la prima intervista da quando ha assunto la carica (ottobre scorso) e spiega lo stato attuale delle agenzie Assimoco, impegnate a bilanciare il proprio portafoglio e a renderlo meno dipendente dall’auto. E del rapporto con la mandante dice…

 

Giuseppe Spampinato

È presidente del Gruppo aziendale agenti Assimoco – Assimoco Vita (Gaaassim) da quasi tre mesi e mezzo: dall’ultimo congresso elettivo che si è tenuto a Bari. Giuseppe Spampinato, 50 anni, agente Assimoco a Catania da 15, conosce benissimo la realtà presso cui lavora. Nel precedente direttivo targato Giovanni Garro (presidente per circa 8 anni) era membro delle commissioni auto e commerciale. E in precedenza è stato anche vice presidente.

Con Garro ha un rapporto che va al di là del lavoro: «Raccolgo il suo testimone in maniera molto amichevole. Giovanni è rimasto nel direttivo e sono sicuro che mi darà una mano. La mia è una eredità pesante perché ha lavorato bene…», dice Spampinato del suo predecessore.

In questa intervista racconta la sua nuova esperienza alla guida del gruppo, in un momento particolare per gli agenti, sollecitati da un profondo cambiamento che sta attraversando anche il mondo dell’intermediazione assicurativa in generale.

Domanda. Con quale spirito ha assunto questo incarico? 

Risposta. Sinceramente in prima battuta non avevo maturato l’idea di dover diventare presidente del gruppo agenti anche se me l’avevano chiesto molti colleghi. Vista l’indisponibilità a proseguire da parte del presidente uscente Garro ho accettato la sfida. Lo spirito è quello di cercare di portare avanti le istanze di un gruppo agenti piccolo come è il Gaaassim, costituito da un centinaio di iscritti, che però ha a che fare con una compagnia motivata e decisa nella sua politica e quindi il ruolo della rappresentanza diventa secondo me fondamentale per far sentire la nostra voce.

D. Quali obiettivi vi siete dati dopo il congresso di Bari?

R. In linea di massima mantenere e migliorare quelli che sono i punti di incontro con la mandante, quindi scambio dati, scambio documentazione, sinergia attraverso le commissioni ai fini di una elaborazione di eventuali nuovi prodotti e delle tariffe. La mozione finale è votata a un obiettivo di miglioramento dei rapporti con la compagnia e, visto che quello attuale è un mercato in evoluzione, è chiaro che il nostro auspicio è quello che la compagnia si evolva nel senso giusto; anche noi agenti dobbiamo fare la nostra parte, per quanto possibile. Negli ultimi anni i bilanci sono stati positivi, c’è stato un lavoro a monte che ha portato a un miglioramento della situazione. Da parte nostra vogliamo continuare a cooperare con la mandante attraverso un dialogo continuo e che oggi è proficuo. In passato abbiamo vissuto momenti difficili, prima dell’arrivo del direttore generale Ruggero Frecchiami, ma oggi le cose sono diverse.

D. Oggi di cosa hanno bisogno le agenzie Assimoco, secondo lei?

R. Hanno bisogno di essere coadiuvate ancor di più dalla compagnia, con meno decisioni “imposte”. Oggi è necessario un confronto, anche per capire che tipo di prodotti cercano i nostri clienti e quindi costruirli sulle loro esigenze, piuttosto che su quelle di agenti e compagnia. Prodotti che possano renderci differenti sul mercato. Dico questo perché è chiaro che noi non possiamo lottare con la concorrenza, vista la dimensione ridotta….

D. Quindi chiedete nuove soluzioni assicurative?

R. La compagnia, recentemente, ha lanciato AgricolTU Assimoco Sistema, dedicata al mondo dell’agricoltura, che ha sostituito la vecchia Agripiù Ed. 09 / 2015. Adesso si sta discutendo di tariffa auto, stiamo cercando di rendere il prodotto auto sempre più completo a livello di garanzie complementari e che possano rispecchiare le esigenze del nostro cliente tipico, che non è assimilabile a quello di una impresa medio grande.

L’ultimo congresso elettivo del Gaaassim a Bari a ottobre scorso. Il primo da sinistra è il neo presidente Giuseppe Spampinato. Accanto a lui Ruggero Frecchiami, direttore generale di Assimoco

D. A proposito di auto: quanto pesa nel portafoglio delle agenzie?

R. Siamo intorno al 65%-70%. Negli ultimi anni abbiamo cercato di abbassare la media e di essere meno dipendenti da questo settore, senza per questo demonizzarlo. Si è cercato di crescere nel non auto valorizzando un certo tipo di prodotti che prima erano visti con meno attenzione. Devo dire che Assimoco già di suo ha un portafoglio più sbilanciato nei rami non auto che nell’auto, quindi anche le agenzie stanno cercando di percorrere questa strada.

D. Quanto è il portafoglio medio delle agenzie Assimoco?

R. Circa 900.000 euro. Si tratta di agenzie molto fidelizzate, che tendono a instaurate un buon rapporto con la mandante. È chiaro che l’obiettivo, però, è quello di rappresentare per il cliente un valore aggiunto, altrimenti si finisce col disperdersi nella concorrenza e le dimensioni ci sovrastano. Il mondo della cooperazione è il nostro core business, anche se non è il solo, e quindi dobbiamo cercare di rispondere alle esigenze di questo mercato di riferimento per essere diversi.

D. C’è collaborazione fra le commissioni tecniche del Gaaassim e la mandante?

R. Sì, anche perché noi siamo il braccio operativo della compagnia sul territorio. Dagli uffici attuariali possono uscire prodotti e tariffe particolari, ma poi alla fine siamo noi che dobbiamo confrontarci con il cliente. Diciamo che eventuali criticità vengono risolte nell’ambito delle riunioni, abbastanza frequenti per la verità, delle commissioni.

D. I sistemi informatici di compagnia vi soddisfano?

R. Guardi, Assimoco è una compagnia di piccola dimensione, ma dal punto di vista informatico non c’è nulla da dire. Siamo soddisfatti. Colleghi di compagnie ben più grandi e blasonate della nostra invidiano il nostro modo di lavorare in termini di emissione della polizza, immissione documentale e velocità di esecuzione. Da questo punto di vista Assimoco è sempre stata una compagnia all’avanguardia. Certo, tutto è migliorabile, ma da parte degli agenti, ribadisco, c’è ben poco da lamentarsi.

D. Assimoco lavora molto con il mondo bancario (Bcc). C’è sinergia fra le agenzie e le filiali bancarie? O le percepite come un competitor interno?

R. No, le banche non sono nostre competitor, però collaboriamo poco. E allo stesso tempo agenzie e filiali si scontrano poco. C’è sinergia, invece, fra le agenzie e le unioni provinciali di Confcooperative. Esiste un progetto, che sempre più si sta sviluppando all’interno di Assimoco, per mettere in contatto le unioni provinciali con le agenzie di riferimento di zona proprio per sviluppare il target di Confcooperative.

La sede di Assimoco a Segrate (Milano)

D. Come intende impostare il rapporto con la mandante?

R. Dal punto di vista caratteriale, rispetto al mio predecessore, sono forse più immediato e forse un po’ più deciso su alcuni argomenti. Io credo che, in un confronto, debba esserci il rispetto reciproco e si debbano considerare le esigenze delle due parti, perché la compagnia fa la compagnia e gli agenti fanno gli agenti. La compagnia sa che noi agenti ne capiamo e che se sollecitati sappiamo dire la nostra. Non ci sarà un signorsì e neppure un signornò per partito preso.

D. Quale messaggio si sente di dare, in questo momento, alla mandante?

R. Più che un messaggio è una sola parola: collaborazione. Mi auguro che la compagnia collabori con noi e viceversa, riconoscendo i reciproci ruoli. Se una compagnia come Assimoco esce fuori da questo tipo di sinergia con gli agenti, proprio per la sua stessa dimensione può trovarsi male. Se, al contrario, tra le due componenti, agenziale e direzionale, questa sinergia si rafforza sempre di più ne traiamo vantaggio tutti, dagli azionisti agli agenti.

D. E agli iscritti al Gaaassim cosa dice?

R. Continuate a lavorare e a impegnarvi come avete sempre fatto nell’ultimo periodo, ricercando quindi un maggior bilanciamento del portafoglio, un orizzonte più ampio delle prospettive lavorative, mantenendo l’ottimismo e aiutandoci a vicenda.

Fabio Sgroi

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