Chiusa la fase negoziale di un accordo «difficile», la cui sottoscrizione non è stata «fluida e serena», le due rappresentanze agenziali tirano le somme e guardano avanti.
Il congresso ordinario di Milano ha messo la parola fine a una fase negoziale che durava da quasi un anno e mezzo. Il Gruppo agenti La Fondiaria (Galf) e Milano Assicurazioni gruppo agenti professionisti (Magap) hanno votato sì (a larga maggioranza) al nuovo Patto 2.0.
tuttointermediari.it ha incontrato i due presidenti, Francesco Bovio per il Magap e Paola Minini per il Galf, pochi minuti dopo la conclusione dell’evento di Milano di martedì scorso. Il loro compito non si è certo esaurito con l’adesione all’accordo di UnipolSai. Con la stessa determinazione seguiranno gli sviluppi e gli impatti, impegnandosi soprattutto a realizzare quanto contenuto nella mozione finale. Ecco come hanno risposto alle domande di tuttointermediari.it. (Nella foto accanto, da sinistra, Francesco Bovio e Paola Minini durante il congresso di martedì scorso a Milano)
Domanda. Con il congresso ordinario di Milano si è chiuso un percorso durato quasi un anno e mezzo legato alla fase negoziale relativa al Patto 2.0 di UnipolSai. Come escono Galf e Magap?
Bovio. Usciamo con una esperienza nuova, una trattativa lunghissima che ha visto, per noi di Galf e di Magap, un focus particolare sulla relazione con la mandante e naturalmente anche sui contenuti economici e normativi dell’accordo. Si è trattato di un periodo determinante per due gruppi che stanno ricercando la migliore integrazione possibile nel mondo UnipolSai. Questo anno e mezzo non è stato per niente facile. Ci siamo resi conto che queste due culture che si incontrano, quella Unipol e quella di Milano Fondiaria, non sono facilmente integrabili. Da parte nostra c’è stato ogni sforzo e oggi siamo arrivati alla sottoscrizione di un Patto 2.0, che purtroppo non è stata fluida e serena come l’immaginavamo perché il nostro collettivo ha ancora diversi punti sui quali non ritiene di essere perfettamente integrato a un sistema che ha delle regole “sorde”. La firma del nuovo Patto 2.0, è arrivata grazie a una scelta razionale, imprenditoriale e di una ulteriore apertura da parte degli organi dirigenti e di una assemblea molto matura. Ci auguriamo che, da qui in avanti, questa nostra ulteriore scelta e questo sforzo siano ben ripagati dagli eventi che accadranno in futuro e soprattutto che la compagnia riesca a dare la giusta profondità a questa lettura.
Minini. I gruppi, da un certo punto di vista, ne sono usciti fortemente rafforzati e ciò rappresenta per noi un grande risultato: in questo percorso, che è stato difficile, la grossa preoccupazione era la tutela della nostra specificità. Nell’applicazione di questo Patto è la cosa che ci preoccupa di più e su questo, come riportato nella mozione, vigileremo attentamente.
D. La scelta di lasciare aperta l’assemblea di Torino (foto a destra) ha prodotto comunque qualcosa, quantomeno un chiarimento da parte della compagnia in merito ai dubbi sollevati dagli iscritti. Al congresso ordinario di Milano avete manifestato una certa insoddisfazione, pur nella consapevolezza di aver prodotto il massimo sforzo.
Minini. La decisione di lasciare aperta l’assemblea di Torino era inevitabile visto quello che era successo al congresso: in particolare erano emersi dei punti sui quali c’era stata una mancanza di chiarezza, o meglio, la chiarezza c’era stata in un senso, ma poi ci sono state interpretazioni diverse in una fase successiva. Ciò ci ha lasciato veramente sconcertati proprio perché non siamo abituati a gestire questo tipo di trattative in questo modo. Certo è stata una fase negoziale lunga, difficile e complessa, prolungata nel tempo, con una accelerazione alla fine che ha impedito di valutare certi elementi e la fretta, come al solito, non è una buona consigliera. I punti andavano assolutamente chiariti, abbiamo avuto delle risposte da parte della compagnia e quindi una soddisfazione pienamente politica a quelle che sono state le nostre richieste, anche nei contenuti. Certo i risultati potevano essere sicuramente più brillanti, ma va bene così. Resta aperto, invece, il tema della rappresentanza, che è delicato e che dovremo andare a gestire nei prossimi mesi.
D. Da Torino, ma anche da Milano, è emersa una grande compattezza dei due gruppi agenti e soprattutto una identità ben definita. Come vi porrete di fronte alla mandante, ma anche verso gli altri gruppi aziendali di UnipolSai?
Bovio. Noi crediamo che il valore principale che il mondo UnipolSai dovrebbe riconoscerci, e mi riferisco agli altri gruppi e alla compagnia, è proprio questo: abbiamo una identità molto precisa e molto compatta, al di là dei numeri che rappresentiamo. Da Torino e da Milano sono arrivati messaggi chiari e inequivocabili: siamo uniti in ogni direzione, anche attraverso una dialettica complessa al nostro interno. Siamo una realtà molto compatta, speriamo che all’esterno arrivi chiaro questo messaggio, perché trovare un punto di incontro tra noi, gli altri gruppi e la compagnia è proprio quello che sia io, sia Paola (Minini, ndr) auspichiamo. Secondo noi, per far funzionare le cose dobbiamo fare sistema, però è necessario che le altre parti coinvolte in questa dialettica prendano atto che nessuno, noi per primi, può imporre la propria cultura; un punto di sintesi va trovato. Noi siamo pronti e disponibili e quest’ultimo atto di firma ne è una ulteriore prova. Adesso gli iscritti a Galf e Magap si attendono risultati e risposte, ma anche duttilità dalle altre parti coinvolte.
D. Patto 2.0: quale è l’impatto sulle agenzie aderenti a Galf e Magap?
Minini. Purtroppo i dati che ci ha fornito la compagnia sono ancora tutti da verificare, ovviamente parlo del Galf. Sul nostro gruppo l’impatto è molto pesante in termini di perdita di provvigioni per le agenzie. Almeno un quarto delle agenzie, con questo nuovo accordo, va in sofferenza…
Bovio. Per quanto riguarda il Magap i numeri sono più clementi. Non abbiamo le stesse difficoltà del Galf e al di là di pochi casi non vedo particolari criticità. Ci tengo a dire, però, che Magap e Galf sono sullo stesso piano, sono la stessa cosa, quindi sento sulla mia pelle le criticità che ha espresso Paola. Ci muoveremo solo e soltanto insieme perché questa problematica tocca me quanto Paola. In ogni caso il Patto 2.0, nelle idee della compagnia, dovrebbe espletare i propri effetti positivi nel tempo. La compagnia ci chiede di leggere questo patto in una dimensione dinamica e non statica. È una bella sfida, noi dobbiamo essere molto pragmatici, ma in partenza è sicuramente un accordo in riduzione. Auspichiamo che in futuro le agenzia possano essere messe in una condizione reddituale migliore e auspichiamo anche che, in questo viaggio, la compagnia stia molto attenta a sostenerci in quei casi che, secondo noi, avranno bisogno di un supporto particolare in questo periodo.
D. Che messaggio vi sentite di dare agli iscritti ai vostri gruppi e alla mandante?
Bovio. Agli iscritti chiediamo, e a Milano (foto sopra) l’abbiamo ottenuta, una ulteriore fiducia in questo percorso. Vogliamo dare al gruppo UnipolSai e a questa nostra integrazione un grande valore e quindi speriamo che questo accada. Agli iscritti diciamo che noi porremo sempre al centro la sostenibilità e la redditività delle agenzie. Speriamo che in UnipolSai ci vengano fornite quelle attenzioni e quegli strumenti per perseguirla.
Minini. Noi, come organi direttivi, siamo una perfetta espressione di quello che succede nel territorio e il nostro radicamento è molto forte. La mandante deve sapere che la nostra è una rappresentanza effettiva che porta la voce del territorio e che dunque va ascoltata con particolare attenzione. E come sottolineava Francesco (Bovio, ndr), la nostra è una realtà compatta. La votazione all’unanimità della mozione ne è la prova.
Fabio Sgroi
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