martedì 09 Settembre 2025

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ACCORDO DATI E NON SOLO: L’ESEMPIO DELL’UNIONE AGENTI AXA

L’ex presidente Alessandro Lazzaro ha ripercorso, durante l’ultima assemblea generale del gruppo agenti di qualche settimana fa, le fasi che hanno portato alla sottoscrizione di una serie di accordi che rappresentano «una svolta epocale» per le agenzie.   

La definizione di alcuni istituti come gli accordi automazione, dati e digital era uno degli obiettivi principali che si è data l’Unione agenti Axa due anni fa. Si trattava di modificare l’impianto delle infrastrutture tecnologiche delle agenzie e il loro governo; insomma una «svolta epocale sia nella nostra organizzazione agenziale, sia nella politica di gestione di tale attività», come l’ha definito Alessandro Lazzaro (foto a lato), presidente dell’Uaa fino a qualche settimana fa.

Lo stesso Lazzaro, nel corso dell’ultima assemblea elettiva del gruppo agenti a Chia, ha ripercorso la fase, delicatissima, che ha portato a questi accordi sottoscritti con la mandante. «La scelta di diventare proprietari del back office e dell’infrastruttura tecnologica non è soltanto uno dei punti chiave necessari a operare secondo principi di indipendenza e di autonomia, ma un cambiamento culturale che ha generato e dovrà generare, in futuro, una maggiore consapevolezza di ogni iscritto nella gestione della propria agenzia in un contesto di mercato che vedrà la componente tecnologica come uno dei principali elementi su cui concentrare programmazione e investimenti», ha spiegato nella sua relazione. «Certamente un salto triplo in avanti per chi aveva sempre affidato la gestione della materia alla compagnia, delegando a questa anche le scelte che, inevitabilmente, poi ne condizionavano l’attività».

Ed è stato proprio per questo motivo che, seguendo uno dei punti chiave del mandato assembleare di Roma, era diventato ormai «indifferibile» dotarsi e attuare quell’autonoma strategia che avrebbe poi portato alla sottoscrizione degli accordi automazione, dati e digital. «Un trittico di norme», ha specificato Lazzaro, «la cui complementarietà non è casuale, né frutto di scelte affrettate, ma di una visione senza la quale si sarebbe lasciato campo libero a un colosso delle assicurazioni, come è Axa, che ha chiaramente e in ogni ambito manifestato la volontà di accorciare la distanza tra sé e i clienti e di avere, con questi, una relazione molto più intensa di quella avuta in passato».

Per Lazzaro non era immaginabile, quindi, «limitarsi alla definizione del solo accordo di automazione che ha garantito a ogni collega di dotarsi di un proprio back office e di rinnovare il parco hardware praticamente a costo zero». In altre parole «non sarebbe stato sufficiente a garantire sia quell’autonomia imprenditoriale che prima non era nei fatti possibile esercitare, sia le necessarie tutele in tema di protezione dei dati e di presidio del mondo digitale».

L’Uaa, in sostanza ha puntato su un obiettivo ben preciso: proporre una propria visione strategica in un ambito «sino ad allora terra di nessuno e che, in assenza di regole, poteva avere effetti devastanti sulle già fragili economie delle agenzie. Ci era chiaro», ha ricordato Lazzato, «che un accordo prospettico, come era il pre accordo digital e come è l’accordo Digital, avrebbe dovuto contenere tutele importanti a garanzia di quella condivisione delle informazioni che è presupposto indispensabile per poter competere in un mercato digitale altrimenti precluso al singolo agente o a un gruppo agenti, ma che è, allo stesso tempo, patrimonio prezioso per ogni agente. Tutele, che avrebbero dovuto trovare saldatura nell’altro elemento contrattuale che compone il quadro, e che era l’accordo Dati evoluto».

Un accordo che «coniugava la possibilità di operare, per chi lo voleva, senza condivisione delle informazioni con la compagnia o, in caso contrario, di condividere con delle garanzie invidiate sia dal resto dei colleghi europei di Axa, che prese a riferimento dai più importanti gruppi agenti italiani».

Un accordo sul quale il Sindacato nazionale agenti ha acceso un faro, sollevando dei dubbi. Sulla questione, Lazzaro ha detto: «Spiace rilevare l’incapacità di alcuni importanti esponenti sindacali, nel non aver saputo leggere e comprendere in profondità il contenuto di un accordo, com’è il nuovo accordo Dati, che oltre a garantire la libera scelta di ogni iscritto di operare senza condividere alcuna informazione con l’impresa e anzi di beneficiare in tempo reale del ritorno delle informazioni generate sui sistemi aziendali, introduce dei principi di garanzia, nel caso di condivisione delle informazioni, che migliorano diversi aspetti legati all’ormai bistrattato Ana 2003».

Accordo che, tra l’altro, ha registrato un’adesione degli iscritti (pari ad oltre il 90% per l’accordo Dati e all’85% per l’accordo Digital),  che Lazzaro ha definito «straordinaria», e manifestata «garantendo a tutti la più assoluta autonomia e indipendenza attraverso il governo completo di ogni azione legata al processo di adesione da parte del gruppo agenti, a stabilire, come sempre, l’efficacia o meno di un istituto contrattuale».

Lazzaro non ha dubbi: «Siamo convinti e consapevoli che l’impianto contrattuale definito, cui non va dimenticato di aggiungere anche l’accordo Sinistri, rinnovato con significativi elementi economici innovativi rispetto al precedente, sia l’esemplificazione di come un gruppo agenti debba e possa essere interlocutore di pari livello progettuale, anche rispetto a colossi multinazionali com’è Axa, e debba saper proporre, ai propri iscritti, una possibile soluzione all’evoluzione del mercato in cui operano».

Fabio Sgroi

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