I broker hanno intermediato complessivamente 16,6 miliardi di euro, per una quota di mercato pari all’11,5%, in crescita rispetto al 10,3% di fine 2015. I dati di Aiba.
Nel corso del 2016 i broker di assicurazioni italiani hanno intermediato complessivamente 16,6 miliardi di euro (per una quota di mercato pari all’11,5%, in crescita rispetto al 10,3% di fine 2015), di cui 14,9 miliardi nei soli rami danni, pari al 41% del comparto (nel 2015 questa percentuale era del 39,7%). I dati e i numeri relativi all’anno scorso sono stati resi noti questa mattina dall’Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni che conta oggi su oltre 1.100 aziende associate che rappresentano circa l’80% del giro d’affari complessivo dei broker italiani), in occasione dell’assemblea annuale che si è tenuta presso l’Hotel Gallia a Milano.
Considerando che il mercato assicurativo italiano ha registrato un calo dell’8,7% a 134,2 miliardi di euro, l’associazione presieduta da Luca Franzi de Luca ritiene che questi valori siano «decisamente rilevanti» e che «confermano il broker quale figura professionale di riferimento per il trattamento dei rischi del nostro Paese: oltre il 65% dei rischi industriali sono intermediati da broker».
Alla fine del 2016 risultavano iscritte alla sezione B del Rui 1.697 aziende, in aumento del 4,9% rispetto all’anno precedente. Nell’arco degli ultimi 10 anni si è avuta una forte crescita numerica sia delle società (+66,2%), sia delle ditte individuali (+85%), dovuta in buona parte al passaggio al brokeraggio da parte di ex agenti, ha evidenziato l’associazione.
Per avere un quadro più dettagliato sul numero di intermediari effettivamente attivi, alle 1.670 società operanti sul mercato devono aggiungersi 793 ditte individuali, per un totale di 2.463 unità. Tenuto conto dei soggetti inoperativi, Aiba stima in 1.900 gli intermediari effettivamente attivi, tra società e ditte individuali.
Fabio Sgroi
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